Eventi

“Chi non salvaguarda il Cinema del passato si vergogni”. Martin Scorsese al Comunale per il Cinema Ritrovato

24-06-2018

Di Brando Sorbini
Foto di Giulia Fini

Dieci minuti, non uno di più.

È il tempo in cui i biglietti sono andati sold out. No, non era un concerto di una grande rock star ma l’incontro con Martin Scorsese al Teatro Comunale, organizzato ieri pomeriggio all’interno della 32ª edizione de Il Cinema Ritrovato, il festival organizzato dalla Cineteca di Bologna che ogni anno riempie di proiezioni imperdibili l’estate bolognese di ogni cinefilo.

Festival che Scorsese ama molto e sostiene in prima persona, dal momento che la sua The Film Foundation collabora da tempo con il laboratorio di restauro cinematografico L’Immagine Ritrovata. Il grande regista è in effetti lo spettatore ideale, come ha giustamente detto il direttore del festival Gian Luca Farinelli: “È il cineasta che più si è nutrito di cinema, che più ha fatto per il restauro e la trasmissione del cinema, mosso da un’inesauribile curiosità verso il lavoro di colleghi di tutte le epoche e di tutti i paesi”. 

Scorsese infatti non solo ama e studia il cinema di tutto il mondo, ma s’impegna da anni affinché le pellicole non vengano distrutte dal passare del tempo. “Ho agito d’impulso con la selezione delle pellicole da restaurare, vedevo film bellissimi che venivano lasciati marcire e questo mi faceva arrabbiare. – ha detto – Quando i miei colleghi Steven Spielberg, George Lucas, Brian De Palma, Paul Schrader ed io ci siamo fatti sentire sulla faccenda della conservazione e del restauro, gli Studios consideravano gli archivisti dei ladri”.

Sul palco a intervistare il regista newyorkese c’erano Valeria Golino, Alice Rohrwacher, Jonas Carpignano e Matteo Garrone. Presente fra il pubblico – e salutato da Farinelli dal palco – anche Marcello Fonte, protagonista dell’ultimo film di Garrone ‘Dogman’, ruolo per il quale ha vinto il Prix d’interprétation masculine alla 71ª edizione del Festival di Cannes.

Ed è stato proprio Garrone a dare il calcio d’inizio chiedendo a Scorsese, dopo aver confessato l’emozione di trovarsi di fronte ad uno dei registi più importanti della sua vita, come viva la trasformazione dello schermo. “Non è paragonabile vedere Umberto D. di Vittorio De Sica sul grande schermo e poi vederlo su un cellulare. Il restauro delle pellicole va sostenuto, andate a vedere questi film, pagate il biglietto! Chi non ha interesse per il cinema del passato e la sua salvaguardia deve provare vergogna, facciamoli vergognare! Facciamogli capire quanto è importante”.

Poi non ha nascosto un certo astio nei confronti della frenesia contemporanea di mettere in un enorme calderone tutto ciò che è audiovisivo“Non c’è niente di male nel girare spot commerciali ma il pubblico deve essere cosciente che non è come guardare Lawrence d’Arabia di David Lean, invece ho la sensazione che oggi venga trattato tutto allo stesso modo. C’è questa parola terribile, ‘content’ (contenuto), che viene usata troppo per indirizzare il gusto del pubblico. Il cinema è arte. Non content“. Affermazione alla quale Garrone si è allacciato spassionatamente con la proposta di insegnare il cinema nelle scuole superiori e che Scorsese ha condiviso in pieno.

Nonostante l’amore per la celluloide, Scorsese non è assolutamente avverso alle nuove frontiere della tecnologia. “Ci permette di fare cose che la mia generazione non poteva neanche immaginare, dipende da come viene usata. Dopo 100 anni di cinema ora arriveranno 100 anni di qualcos’altro. Non so cosa sarà, ma non è eccitante? Non sottovalutiamo le nuove generazioni, quello che pensano ha esattamente lo stesso valore di ciò che pensavamo noi. Può nascere un nuovo Beethoven dal mondo digitale, chi può dirlo“. A dimostrazione di tale fiducia ha ricordato come il suo film ‘Hugo Cabret’ si avvalga di grosse quantità di girato in digitale e che il suo nuovo progetto ‘The Irish Man’ è girato per un terzo in digitale ed il resto su pellicola.

Infine, interrogato da Valeria Golino, ha esposto la sua personale visione su come dovrebbe essere il rapporto tra regista e film. Quello che importa è che sai che tutti saranno contro di te. – ha detto – L’importante è affezionarsi a ciò che si fa, difenderlo, perché comunque stai comunicando qualcosa. E vedrai che non piacerà solo ai tuoi amici, a tuo fratello o a tua mamma. Piacerà anche a gente che non ti conosce ma che attraverso quel film crede e sente che tu gli abbia comunicato qualcosa”.

Giovedì era in piazza Maggiore a presentare il restauro del suo ‘Toro scatenato’. E ieriterminato l’incontro al Comunale, Scorsese era di nuovo là, in piazza, a presentare quello di Enamorada, folgorante melodramma di Emilio Fernández del 1946.

Ma come si fa alla veneranda età di 76 anni ad essere ancora il numero uno? Così.

 

Condividi questo articolo