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Viaggio nell’istituto dove hanno inventato il world wide web. “Almost nothing” racconta la vita al Cern

24-06-2018

Di Laura Bessega
Foto di Biografilm Festival

Due ruote enormi invadono il fotogramma. Difficile immaginare come siano state costruite. Poi un susseguirsi di ritratti di uomini e donne con gli occhi chiusi. Pensi al silenzio ma il rumore delle macchine racconta un mondo che non si ferma mai. Così inizia il film di Anna de Manincor, ‘Almost Nothing’, ambientato al Cern, prodotto dalla bolognese Bo Film di Serena Gramizzi e Umberto Saraceni su un’idea di quest’ultimo, con coproduzione francese e belga. Stasera ultima possibilità di vederlo al Biografilm Festival alle 19:00 al cinema Galliera, via Matteotti 27, prima dell’uscita in sala in autunno distribuito da I Wonder Picture.

È una storia che non parla di fisica, ma racconta di fisici, filosofia, lavoro, democrazia e valori.

Fuori ci sono distese di verde e mucche al pascolo, è la monocorde Svizzera.

Dentro, 100 metri sottoterra, un tripudio di colori su fondo grigio: porte, scale, tubi e fili, rossi, blu, arancioni, verdi e gialli, ovunque. È il Cern, posto unico al mondo, il più grande laboratorio di fisica delle particelle.

“Un tempo migliaia di persone lavoravano decine di anni per costruire una cattedrale. Oggi migliaia di persone lavorano decine di anni per costruire un acceleratore e dei rilevatori di particelle. La piccola differenza è che noi fisici, essendo ben più modesti degli architetti, mettiamo le cattedrali sottoterra”, dice Alvaro de Rujula, fisico teorico.

Al Cern ci sono 10.000 persone che lavorano ogni giorno. Sono tecnici, ingegneri, aministrativi, scienziati, cuochi… e, naturalmente, fisici. Il suo cuore pulsante è un posto che non ti aspetti, la caffetteria, dove “se qualcuno ti invita a prendere un caffè, ci vai”. Punto.

È perentorio in quest’affermazione Markus Nordberg, fisico sperimentale. E lo è perché a fare colazione o nel prendersi una breve pausa, in questo posto speciale si incontrano tutti, ma proprio tutti: giovani e premi Nobel sono seduti uno a fianco all’altro, discutono, sognano, risolvono problemi. E ottengono risultati. E come? All’interno del film ciò che intende Markus è semplice e allo stesso tempo spiazzante: “Mettendo in pratica l’impensabile, non l’impossibile, l’impensabile”.

Il Cern è una piccola città dove tutti si conoscono. All’interno ci sono una banca, una posta, tutti i servizi di cui uno ha bisogno. Si può ballare, suonare, fare arti marziali. Si potrebbe non uscire mai.

Uno dei protagonisti di Almost Nothing, presente alla proiezione, scherza: “Fuori dal cern c’è vita. Ho anche degli amici fuori”. Non è l’unico che ha voglia di scherzare. “Quando il Cern è nato, era nato proprio con l’idea di essere uno degli strumenti per rimettere l’Europa insieme – dice Sergio Bertolucci, ex direttore scientifico del Cern, presente all’anteprima italiana – Le persone che hanno pensato al Cern, hanno cominciato a pensarci nell’immediato dopoguerra quando l’idea di mettere intorno a un tavolo un tedesco, un inglese, un italiano, un francese era un idea molto ambiziosa. Hanno ritenuto che la scienza fosse una dei modi più facili per realizzare questa cosa. Ora ci sono cento nazionalità che lavorano insieme e io faccio sempre una battuta, ci sono iraniani che lavorano con americani, palestinesi che lavorano con israeliani, pakistani che lavorano con indiani e italiani che lavorano con altri italiani, che è incredibile”. 

Nel 1989 all’interno dell’edificio svizzero c’è un episodio memorabile, che cambia il corso della storia: nasce il world wide web.

Internet esiste già. Tim Berners-Lee ha un’idea che sorge da qualcosa che già esiste, che i suoi colleghi usano in modo limitato per scambiarsi le informazioni, ma vuole questo servizio sia libero ed accessibile a tutti, non vuole che sia l’ennesimo brevetto di un’azienda. Sogna che ci si possa scambiare informazioni da una parte all’altra del globo. Ambisce ad un mondo dove si può leggere la posta elettronica in un internet point in Marocco o comprare online delle camicie dall’India. Oggi sembra un concetto scontato, ma in quel momento era una rivoluzione. Tim ne parla ai suoi colleghi e ai suoi superiori. L’idea piace e si fa. Ci sono migliaia di storie come questa al Cern, solo che la maggior parte non ha lo stesso finale. Si è persa tra le altre o non è stata capita. È così che nasce Idea Square, una specie di succursale, un istituto riservato ai test che accoglie e facilita i progetti che nascono.

Se volete sapere a cosa si riferisce il titolo del film dovete porvi una domanda: di che cosa è fatto l’universo?

Quasi niente. Almost Nothing.

È notte, quattro ragazzi stanno chiacchierando su un terrazzo. Fumano una sigaretta. E discutono dell’ultima interpretazione di uno dei concetti più difficili da comprendere, il vuoto.

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