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Con What a Space uno spazio per ogni idea: eventi, corsi, riunioni e temporary store

28-02-2017

Di Silvia Santachiara

Creare un evento, aprire un temporary shop, ma anche organizzare corsi di cucina o riunioni aziendali. Oggi, per trovare la location giusta, basta un click. Si chiama What a Space la prima piattaforma online in Italia che mette in contatto diretto chi ha uno spazio sfitto con chi cerca una location per brevi periodi, dando vita così a luoghi della città che altrimenti rimarrebbero inutilizzati per lunghi periodi.

La rivoluzione nel sistema degli affitti commerciali parte dalla Lombardia ma punta ad arrivare in tutte le principali città d’Italia e a lanciarla sono stati due giovani professionisti, il bolognese Andrea Sesta (ingegnere informatico) e la romagnola Daniela Galvani (architetto), convinti che il futuro del retail sia proprio il concetto di temporary. E ora la piattaforma ha allargato i propri confini alleandosi con altre giovani start up leader nel settore dall’Europa all’Asia riunite sotto il marchio Pop Up Alliance, la più grande alleanza commerciale nel mondo del temporary retail.

“Basta passeggiare in città per rendersi immediatamente conto della crisi del settore degli affitti commerciali, mentre è sempre più forte per le aziende online l’esigenza di ricercare spazi fisici, magari con formule innovative, come gli share shop e i temporary shop. Perché se è vero che il mondo del business è sempre più concentrato sull’online, il 90% delle vendite e degli affari accadono offline- spiega Galvani-. Poi vanno considerati anche i due grandi trend che stanno rivoluzionando il modo di acquistare, come  lo showrooming (provo in negozio e poi compro online) e il ROPO (vedo il prodotto online e lo compro in negozio)”.

Il progetto combina quindi online e offline in un unico marketplace professionale ma al contempo “fai da te” e semplice da utilizzare, abbattendo i costi. Ma non solo: è una vera e propria community web dove gli utenti possono mettere a disposizione il proprio know-how e scambiarsi consigli. L’intuizione di Andrea e Daniela nasce da un precedente progetto, nato nel 2011 e ancora in essere, chiamato [im]possible living: piattaforma partecipata per la mappatura e il recupero degli edifici abbandonati nel mondo. La filosofia alla base è la stessa, il riutilizzo.

Ma in What a Space la piattaforma funziona al contrario: sono i proprietari stessi a mappare gli spazi. “Il  cambiamento di prospettiva è arrivato dopo un viaggio a San Francisco e dal confronto con altre startup- spiega Galvani- ma anche dai feedback ricevuti e che ci hanno permesso di capire quale era la reale esigenza da soddisfare: il contatto diretto con i proprietari”.

 

Funziona così: Chi ha uno spazio sfitto può creare autonomamente un annuncio sulla piattaforma www.whataspace.it ed entrare in contatto con le persone che cercano un posto dove fare un temporary shop, il proprio evento aziendale, un photoshooting, o una riunione. Dalla terrazza sul Duomo, alla vetrine fronte strada, fino alla sala da ballo. All’interno si possono consultare centinaia di annunci filtrandoli per prezzo, servizi disponibili e molto altro. Una volta trovati gli spazi più adatti, si possono mandare delle richieste gratuite ed entrare in contatto con il proprietario. La piattaforma è la centro, assicurando le parti sullo stato dei pagamenti, sulle condizioni degli spazi e su altri aspetti che permettono di costruire un rapporto di fiducia reciproco, trattenendo una percentuale se la transazione va a buon fine. Una formula che piace anche alla grandi aziende perché permette di svincolarsi dalle agenzie di organizzazione eventi anche se, attraverso una rete di partner, è possibile avere anche un pacchetto all inclusive con servizi accessori come catering, deejay, allestitori.

Google Italia, Buongiorno Spa, Richard Ginori, Replay, Oakley e  Helpling  sono solo alcune delle realtà che hanno utilizzato la piattaforma. Oggi What a Space è il più grande database di location a Milano e dintorni, Roma e la riviera romagnola, a cui seguiranno a ruota Bologna, Firenze e Torino. E, oltre ad Andrea e Daniela, ci lavora un team indipendente e internazionale fatto di architetti, ingegneri e progettisti web di diverse nazionalità: Andrea Franz, Roy Bisschops, Eleonora Gasparella e Valerio Alberici.

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