Laura Bessega

Founder

Il primo incontro con la fotografia avviene nella mia adolescenza e ha le fattezze di un amico di mio padre, un omino esile e magro, che, tornato da un viaggio dove aveva conosciuto Madre Teresa di Calcutta, si insedia sul nostro divano e per la prima volta, con i suoi racconti e le sue immagini, mi fa viaggiare davvero. Successivamente rientro nei ranghi, studio ingegneria, faccio diverse esperienze lavorative. La fotografia vera e propria arriva molto più tardi, complice il mio primo lungo viaggio da sola tra le terre colorate del Perù e della Bolivia. Un viaggio intenso, spirituale, ricco di incontri. E proprio in uno di questi, uno sciamano mi dice che diventerò fotografa. La cosa lì per lì mi fa sorridere, ma rientro in Italia e poco dopo, ancora un po’ incredula, inizio a lavorare come assistente prima e collaboratrice poi della fotografa brasiliana Monica Silva.

La fotografia cambia la mia prospettiva e mi insegna a guardare quando di solito, come dicono gli inglesi, people look but they don’t see.

La mia passione per le immagini, la cucina e la comunicazione confluisce nella realizzazione di uno speciale per Il Fatto Quotidiano, sezione web.

Dai colori della tavola ai colori della gente, inizio un progetto a quattro mani sull’immigrazione dal titolo Boundless che mi porta in giro per l’Italia. Seguono varie esposizioni tra cui a Bologna nel Cortile D’onore di Palazzo D’Accursio e a Bruxelles al Parlamento Europeo. Prossima tappa la Biennale di Fine Art e Fotografia Documentaristica di Berlino, agosto 2016. L’ultimo incontro è con i ragazzi di Bostick, gruppo con cui ora lavoro.

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