Come ogni Lunedì è una rubrica di illustrazione editoriale di casa su FrizziFrizzi, la rivista bolognese che dal 2006 racconta la cultura visiva, e che ha appena compiuto un anno.
L’anniversario si festeggia questa sera 21 ottobre da Zoo, in Strada Maggiore 50a, alle ore 19 a ingresso gratuito.
L’artista Alessandra Bruni, insieme al fumettista e autore Davide Calì e in collaborazione con Frizzifrizzi, l’agenzia Yoonik e Zoo ha deciso di organizzare una mostra con una selezione di tavole, accompagnate dalle loro didascalie, che rimarranno in esposizione negli spazi del cafè/gallery fino al 6 novembre.
Come funziona esattamente Come Ogni Lunedì? Su tema scelto dal direttore creativo e scrittore Calì, le illustrazioni di Alessandra si formano, concettuali e immediate: «Il formato è sempre lo stesso: un titolo, la notizia (con i link alla fonte o alle fonti) e infine l’illustrazione, rigorosamente in formato quadrato».
Alessandra Bruni è classe 1997, la passione per il disegno è strabordato da un avanguardistico approccio digital con Paint all’inchiostro sulla pelle. Alessandra infatti è anche tatuatrice. In pandemia le sue opere parlavano di emozioni e relazioni oltrepassando i tabù, da allora ha disegnato di nucleare e di esaurimento delle risorse, di vaccini e di asteroidi, di guerra e di mascherine rosa per i poliziotti, di Elon Musk e di diritti civili, di Elisabetta II e di nudisti. Oltre a FrizziFrizzi, oggi collabora con The New York Times, BISS, Internazionale, Mondadori e L’Espresso.
Abbiamo fatto due chiacchiere con lei in vista dell’opening.
È l’anniversario della rubrica di illustrazione editoriale Come ogni lunedì su FrizziFrizzi, buon compleanno! Ci racconti la collaborazione con Davide Calì di questo vostro format e che rapporto c’è tra disegno e notizia?
«Inizio dal principio: ho incontrato Davide Calì grazie a Mimaster, una scuola di illustrazione a Milano. Dopo il corso, Davide è passato da essere mio insegnante ad art director, chi lo conosce sa già che è sempre un vulcano di idee e quando mi ha presentato il progetto non ci ho pensato due volte prima di accettare: è un ottimo modo per far circolare l’informazione attraverso le immagini e perché no, per tenermi sempre allenata. Inoltre conoscevo già la splendida realtà di Frizzifrizzi e mi entusiasmava l’idea di farne parte.
Passando al lato pratico, la scaletta è più o meno questa: ogni venerdì Davide mi condivide una selezione delle notizie della settimana, di solito sabato scegliamo quella che più cattura la nostra attenzione, infine, entro la domenica preparo qualche bozzetto. La sfida è proprio quella di riuscire a sintetizzare il tema principale dell’articolo nel giro di poche ore. L’immaginazione fa il resto del lavoro. E ogni lunedì ne vedete i frutti».
Oltre che illustratrice per FrizziFrizzi, New York Times, Internazionale e L’Espresso, sei tatuatrice e modella. Come conversano e coesistono queste sfaccettature e talenti artistici dentro e fuori di te?
«Il lavoro di tatuatrice e quello di illustratrice hanno tanti punti in comune, fondamentalmente si tratta di riassumere uno o più concetti in un’immagine: nel primo caso dialogo con un singolo individuo, nel secondo semplicemente mi trovo davanti ad un pubblico più ampio e di conseguenza cerco di usare un linguaggio più comprensibile universalmente.
L’immaginario delle “modelle”, invece, è in apparenza più distante. Ammetto che prima di mettermi in gioco in quest’ultimo campo ero leggermente prevenuta, non pensavo mi appartenesse ed erroneamente lo giudicavo senza conoscerlo. Avevo 16 anni. Crescendo ho imparato che si può fare arte in infiniti modi, anche il nostro corpo, e di conseguenza la nostra immagine, può essere un veicolo in questo senso. Ovviamente affiancandola al talento di un bravo fotografo e di una serie di altre figure che si celano dietro la creazione di uno scatto.
In conclusione però mi piace dare più spazio alla mia mano, senza mai evitare di contaminare il mio sguardo con altri campi, alcuni strettamente artistici e altri no. È sempre bello lasciarsi stupire, indipendentemente dalla carriera che si sceglie di intraprendere».
Nel tuo percorso formativo troviamo una laurea in Antropologia all’Università di Bologna, quale rapporto hai con la città e come ti ha influenzata?
«Mi sembra un’ottima opportunità per chiarire che non ho una laurea in Antropologia Culturale, sebbene sia stato un mio obiettivo, per un periodo. Purtroppo ho interrotto gli studi con l’arrivo della pandemia di Covid-19. Mi ero avvicinata alla facoltà con l’intento di arricchire il mio bagaglio personale, senza intenzione di intraprendere un mestiere legato ad essa.
Mi è talmente piaciuto il contatto con l’aula che ho preferito mettere in stand-by questo percorso nel momento in cui, per ovvie ragioni, è subentrata la didattica online. Per quanto breve è stata un’esperienza fondamentale nel mio percorso e non escludo di riprendere gli studi quando avrò una maggiore stabilità. Antropologia è una disciplina che consiglierei a proprio a tutti, in primis perché aiuta a capire cosa significhi davvero essere un essere umano. E Bologna è perfetta per questo, ha una magia unica nel suo genere.
Qui si incrociano migliaia di strade di studenti che provengono da ogni parte d’Italia e del mondo, così si incontrano anche le loro storie e le loro diversità animando la città. Abitando poco distante l’ho vissuta un po’ da pendolare e un po’ ospite di amici, come spesso accade nei vivaci appartamenti degli universitari. In futuro mi piacerebbe viverla per un periodo più lungo, senza dubbio è uno di quei luoghi in cui l’ispirazione non manca mai».
L’ispirazione e la creatività stanno alla base dell’illustrazione editoriale, che è un flirt tra il mondo del disegno e la news, o un “colpo di fulmine” come dice Alessandra. La liason che unisce il tratto grafico e il testo scritto, capace di raccontare una notizia, dal sociale al politico attraverso una forma d’arte. Complice l’immediatezza del medium, questa metodologia espressiva è diventata una tra le pratiche più efficaci e diffuse tra quotidiani e riviste.
Siete curiosi? Venite a vedere con i vostri occhi a Zoo. Qui l’evento Facebook.
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