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Nel magico immaginario di Andrea Niccolai, illustratore e scenografo del Circo Paniko e dell’Orchestra Senzaspine

21-04-2022

Di Carla Sannino

Tra disegni circensi e fumetti in bianco e nero, ho fatto un salto nel mondo di Andrea Niccolai, l’artista che ha realizzato le illustrazioni per Rigoletto, l’imperdibile appuntamento che andrà in scena il 26,27 e 28 aprile al Teatro Duse.

Una produzione dell’Orchestra Senzaspine, nuova, stravagante e accessibile a 360°.

Rigoletto

In che modo le tue illustrazioni si inseriranno nello spazio scenico di un’opera come Rigoletto?

«Solitamente il mio è un lavoro molto solitario, al contrario del mondo del teatro o della musica in cui invece si sta in gruppo il più delle volte. Questa volta però proverò ad inserire il mio momento intimo della pittura in un momento collettivo e lo farò proprio in occasione di questo evento al Teatro Duse. Su idea del regista Giovanni Dispenza, illustrerò tutta l’opera come se fosse un graphic novel in bianco e nero, questi fumetti verranno proiettati in scena dando vita ad un’alternanza di immagini e sovrapposizioni che daranno al pubblico l’idea di star guardando una vera e propria animazione. In questo modo, attraverso il potere del fumetto scenografico, gli attori e i cantanti lirici potranno vivere un vero e proprio spazio disegnato!».

Da piccolo amavi già disegnare o è una passione che è nata nel tempo?

«Io ho sempre amato disegnare, la mia famiglia ha investito su questa mia passione sin da quando ero bambino dandomi la possibilità di partecipare ad alcuni corsi di disegno durante la scuola elementare, allora disegnavo soprattutto animali! Durante il Liceo Scientifico ricordo che non smettevo di dare sfogo alla mia creatività, disegnavo sui banchi, sui libri, facevo murales, così poi ho deciso di iscrivermi all’Accademia delle belle arti di Bologna».

Come sei arrivato a fare quello che fai oggi?

«Ho sperimentato strade diverse. Inizialmente ho avuto una microcarriera da pittore in galleria realizzando mostre a Bologna, Milano, Venezia, Genova, Granada e New Delhi. Durante il mio erasmus in Spagna ho poi scoperto l’amore per l’animazione e ho lavorato in questo mondo per qualche anno realizzando cartoon, serie animate e animazioni per video games. Poi, intossicato dal digitale, ho scelto di lasciare l’animazione per tornare ad un approccio più autoriale e artistico, così ho deciso di unire la pittura e l’illustrazione e in questo è stato fondamentale il mio rapporto con il Circo Paniko (qui vi abbiamo raccontato le loro storie più assurde) per cui ho iniziato a dipingere locandine, scenografie, camion…».

Davvero dipingevi i camion del circo?

«Sì, ci vuole una bella elasticità mentale per queste cose. Nel dipingere un camion i limiti sono molto relativi, molto sottili, non capisci se stai realizzando un’opera d’arte o tutt’altro. L’esperienza circense ha dato un taglio forte al mio immaginario esaltandone un aspetto nuovo, magico e creativo, con il circo è come se creassi un ponte tra l’arte “alta” che ho studiato all’università e l’artigianato, unisco due mondi».

Proprio come nel circo, anche nelle tue illustrazioni c’è tanto movimento.

«Sì esatto, questa è una delle cose che differenzia di più i miei lavori e il mio stile. Il tema dell’anatomia, del movimento sia a livello sia fisico che prospettico. Anche quando devo realizzare un disegno statico mi piace creare prospettive che creano movimento, magari proprio facendo assumere ai personaggi dei miei disegni delle pose specifiche che suggeriscono un’idea di dinamismo, mixando così illustrazione e video animato».

Andrea Niccolai

Ti definisci illustratore, graphic animator e artista ma se potessi sperimentare altre tecniche o altre arti a quale ti avvicineresti?

«La scenografia ultimamente mi sta entusiasmando molto. Raccontare uno spettacolo dal vivo è senza dubbio difficilissimo e l’illustrazione aiuta a raggiungere questo obiettivo perché a volte, con le sue forme di esagerazione prospettica, riesce a raccontare il tutto in modo migliore rispetto a una foto o a un video. La possibilità di giocare con le illustrazioni anche all’interno dello spettacolo stesso mi piace tanto perchè c’è una parte di realismo ma anche una creativo-magica. Anche  dipingere durante un concerto sarebbe emozionante, si unirebbero ritmo, musica, pittura e scenografia».

Tornando al Rigoletto, in programma al Teatro Duse il 26-27-28 aprile, gli spettatori avranno la possibilità di calarsi a 360° nel mondo dell’opera!

L’accessibilità infatti occupa un posto fondamentale, sia da un punto di vista percettivo sia come opportunità per chiunque di mettersi in gioco e vivere un’esperienza a contatto con i professionisti della produzione. Già in questi giorni ci saranno guide all’ascolto, lezioni-concerto, esperienze sensoriali e laboratori, che potranno essere fruiti anche da persone con disabilità uditiva e non vedenti grazie alla collaborazione con Antoniano Onlus, Istituto dei ciechi Francesco Cavazza, Fondazione Gualandi, ENS – Ente Nazionale Sordi e FIADDA Emilia-Romagna. Si andrà alla scoperta degli spazi, dei suoni, delle luci, del palcoscenico, del dietro le quinte, ma anche del canto senza l’uso della voce e molto altro.

Qui il link per prenotarsi ai laboratori pomeridiani.

Questo weekend, il 23 e 24 aprile, al Mercato Sonato ci sarà inoltre il Verdi Fest, due giorni di spettacoli, laboratori, giochi, degustazioni e dj set dedicati al grande genio dell’Opera italiana.

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