Cosa ci fa un giovane novarese, con una carriera decennale da giornalista a Parigi, in via delle Moline?
Gestisce un bike-cafè, che domande..
Le Ravito (l’accento mettetelo voi se ci va, o immaginatelo..) è sicuramente l’apertura più coraggiosa, enigmatica e conturbante dell’inverno bolognese.
A partire dal tipo di locale.
“..mi hanno detto che sono un ciclo-bistrot. un russo è entrato a chiedermi se ero un forno. uno spagnolo ha voluto una fetta di formaggio..”. Gli italiani invece, attratti dagli open space ben visibili al civico 18D, non c’hanno ancora fatto l’abitudine a dirigersi direttamente al bancone; zeppo peraltro di materie prime volutamente legate alla tradizione, ma tutt’altro che comuni. “La gente entra e guarda le bici, in effetti ne ho un sacco tra quelle che vendo e quelle che sono qui in riparazione” confida Andrea, il protagonista di questa avventura imprenditoriale “poi essendo uno spazio molto sulla strada ma anche parecchio ampio, ci penso io ad accogliere e raccontare che qui si mangia e si beve tutto il giorno: alcuni non ci riescono a credere. Altri si fidano, e tornano”.
La passione per il mondo delle due ruote a pedali porta Andrea ad una continua ricerca e aggiornamento sui materiali, sugli eventi, sulla letteratura: tra sedute in pallet e tavolini più tradizionali tutto trasuda di ciclismo.
Sabato 3 febbraio, durante la notte bianca dedicata all’arte contemporanea che coccolerà la città, Le Ravito si lascerà sedurre dall’eccezionale visita di Angelo Encarnacao. Il pittore portoghese ormai trapiantato a Roma, porta a Bologna la sua esposizione “They Are Coming”.
Noi ci faremo un salto. Corrotti candidamente da un bel posto, da un aperitivo insolito e da una mostra di qualità.
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