Scrittrici, poete, artiste di tutti i tempi fuori dal centro, spesso semplificate, trascurate o del tutto dimenticate. Scomode.
Donne raccontate nei libri come vittime, silenziose, depresse, passive, e che invece sono state in grado di guardare più a fondo, più lontano.
Il Festival Eccentriche ribalta questi racconti, portando in scena la forza, la complessità e l’autonomia di chi ha saputo decentrarsi rispetto ai poteri dominanti.
In programma il 2 e 3 ottobre, all’Oratorio San Filippo Neri, Eccentriche è un progetto artistico ideato e curato da Sara De Simone, direttrice artistica insieme a Fiorenza Menni, e si conferma uno spazio culturale necessario, dove trovano voce donne «scomode», come lei stessa le definisce, capaci di sfidare i limiti imposti dal loro tempo.
Anche quest’anno, il Festival – promosso da Mismaonda e Associazione Le Altre, grazie al contributo del Settore Biblioteche e Welfare culturale del Comune di Bologna, nell’ambito del Patto per la lettura di Bologna – dà spazio a studiose, artiste e attiviste, che racconteranno le vite delle donne che hanno scelto di rappresentare.
La programmazione, multidisciplinare, attraversa arti visive, poesia, performance, musica e riflessione critica. Si parlerà, tra le altre, di figure come Carla Lonzi, teorica femminista e voce dirompente del Novecento italiano, e della poetessa iraniana Forough Farrokhzad, considerata una delle più importanti voci femminili e femministe della poesia iraniana.
Il titolo stesso del Festival porta in sé una dichiarazione: «Eccentriche sono le donne che hanno scelto di stare fuori dal centro», racconta Sara, «dal centro del potere e della norma». Portare in scena le eccentriche è quindi un gesto politico.
In questo senso, «il minimo che un festival possa fare è offrire spazio pubblico a chi conosce queste storie e sa raccontarle», spiega ancora Sara, quando la invito a parlare della posizione del festival rispetto alla questione palestinese.
Quest’anno, ad esempio, il programma si chiude con la presentazione – a cura della sceneggiatrice palestinese Mervat Alrmamli – della figura dell’attivista Hind al-Husseini, nota per aver salvato oltre cinquanta bambinə da un massacro sionista. Il racconto sarà accompagnato dalla musica di Mohammed Abu Senjer e Anissa Gouizi.
Una delle caratteristiche più preziose del Festival è il modo in cui viene costruito: la curatela e la selezione avvengono in dialogo continuo con le ospiti.«Sono cinque anni che lavoriamo insieme, tra donne», racconta Sara.
È proprio questa rete – che comprende anche Ateliersi e la Libreria delle donne – a sostenere il festival.
Non solo un festival sulle donne, quindi, ma fatto da donne, in un continuo scambio di pensieri e pratiche.
In un’epoca in cui le narrazioni vengono spesso semplificate o polarizzate, Eccentriche fa una scelta coraggiosa: complicare, aprire, disordinare.
Chi partecipa non è solo spettatorə: entra in uno spazio in cui si costruisce, insieme, una memoria alternativa e condivisa.
Il Festival è gratuito e aperto a tutte e tutti. L’ingresso libero fino ad esaurimento posti.
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