Cosa succede quando un gruppo di Gen Z decide che essere produttivi è meglio di navigare nell’oblio pandemico? Nasce Freim Studio, un nuovo brand di design bolognese che riunisce un agglomerato di graphic designer, marketer e social addicted giovani professionisti. Si fa sempre un gran parlare di competenze e reputazione, ma dov’è lo spazio per le nuove generazioni? Il futuro è loro, e vince chi non ha paura di costruirselo, passo dopo passo, con uno spirito più collaborativo che arrivista, senza troppa paura di sbagliare.
Il team di Freim si muove tra classe ’97 e 2000, l’appeal dei design è squisitamente urban, in quel modo che porta lo street-style dalla camera da letto al palco. Non a caso stanno già direzionando le collaborazioni artistiche verso la musica, e hanno pure una playlist personale:
Gabriele Ricci “Brother’s Keeper” – Anderson Paak”
“Think About Things” – Daði Freyr
Riccardo Donati “Ragazzo d’oro” – Guè Pequeno
Saverio Scavullo “Got the Fire” – Michael Bibi
Alice Salami “If I Die Young” – The Band Perry
Rabii Ramama “Savastano” – L’Algérino
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con loro per scoprire di più sul progetto imprenditoriale:
Ci raccontate cos’è Freim? Dove nasce e chi c’è dietro al progetto?
«FREIM è un progetto fondato nel 2021 a Bologna. Siamo un gruppo di ragazzi e ragazze conosciuti durante un corso ITS di marketing e comunicazione.
Siamo non solo un marchio d’abbigliamento ma uno spazio per gli artisti che collaborano con noi, mostriamo la loro identità, la loro arte; che non si limita a essere visibile in un’esposizione ma permette di far vivere e far emozionare chiunque indossi un capo FREIM. Partire da ciò che appassiona l’artista e la sua tecnica e applicarla al brand. Abbiamo deciso di dar vita a questo progetto insieme, mettendoci in gioco e scommettendo su quelle che sono le competenze di ognuno di noi».
T-shirts e felpe, ma anche skateboard. Il vostro catalogo prodotti è vario, da dove viene l’ispirazione per i vostri design? E a chi si rivolgono?
«L’ispirazione può arrivare in ogni momento, da ogni minima cosa. La curiosità è sicuramente ciò che fa da traino e ci permette di elaborare design diversi, applicabili anche a prodotti differenti. La musica è un’ottima fonte di ispirazione, ci permette di viaggiare con la mente e creare cose meravigliose. I nostri prodotti si rivolgono a tutte quelle persone che condividono i nostri valori e che, in un certo senso, vogliono emozionarsi grazie a ciò che indossano».
Ci raccontate delle Collab e della relazione tra moda e musica?
«Per noi, moda e musica sono da sempre a stretto contatto. Finora abbiamo avuto la possibilità di collaborare con due cantanti della scena bolognese. Il primo è Gente, per il quale abbiamo realizzato il merch del singolo Piccolino e recentemente, abbiamo collaborato con Mancha, un amico oltre che un bravissimo cantante. Per lui abbiamo realizzato il merch di Acida e L’uomo più triste del mondo, il suo ultimo singolo. Per noi, avere l’onore di capire cosa c’è dietro una canzone, da dove nasce e cosa l’ha ispirata per poi esprimerlo attraverso il merchandising, è davvero qualcosa di unico e stimolante».
Cosa rappresenta l’handmade per Freim e quale valore date alla sostenibilità?
«L’handmade è forse la chiave di tutto il progetto. Infatti, non ci limitiamo a stampare sulle t-shirt ma usiamo i capi come fossero delle vere e proprie tele.
Disegnare a mano sui capi ti dà infinite possibilità e, a volte, capita anche di sbagliare e avere delle imperfezioni che diventano in un certo senso il segno distintivo del capo, insomma ciò che lo rende unico. Il tema della sostenibilità ci è sempre stato a cuore, siamo attenti a questi valori e abbiamo cercato anche nel nostro piccolo di fare le cose nel miglior modo possibile. Infatti, abbiamo scelto di utilizzare t-shirt 100% cotone pettinato biologico e anche per quanto riguarda il packaging, abbiamo scelto di utilizzarne uno compostabile».
Slow-fashion vs Fast-fashion: in che direzione stanno andando le nuove generazioni e il mercato?
«Il Fast fashion è un argomento noto da tempo, ma il fatto che da qualche anno a questa parte le persone abbiano iniziato a prendere consapevolezza e abbiano iniziato a domandarsi da dove proviene il capo, di che materiale sia fatto o chi lo abbia prodotto, sicuramente ci fa sperare in un cambiamento positivo. Quello che ci possiamo augurare, è che il mondo del fast-fashion lasci spazio allo slow-fashion, in un mondo che sta prestando sempre più attenzione alla sostenibilità e al riutilizzo di capi vintage».
Il progetto di cui siete più orgogliosi fino ad ora?
«Sicuramente il progetto con Mancha per L’uomo più triste del mondo, è stato il più immersivo. Abbiamo visto la canzone nascere da zero. Per il suo video musicale siamo andati con lui a Milano per le riprese, nelle quali indossa un paio di pantaloni custom realizzati da noi. In seguito poi abbiamo lavorato al merch, che è interamente disegnato a mano. Pochi pezzi ma unici».
Cosa ci possiamo aspettare da Freim in questo 2022?
«Sicuramente tanti nuovi prodotti e tante nuove collaborazioni. Abbiamo appena lanciato il nuovo merch di Mancha e la “FREIMstudio capsule” con nuove t-shirt, bucket e tavole da skate. Siamo super carichi e pronti per lavorare a nuove capsule e collaborazioni, quindi non resta che dire, seguiteci e rimanete aggiornati!».
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