Design & Moda

I gioielli dall’animo cubano di Gabriel Reinoso

07-04-2023

Di Laura Pagnini

È arrivato in Italia nel 2002, lasciando la sua Cuba, il posto dov’è nato in mezzo a tanti colori e tanto movimento; lì è cresciuto, immergendosi all’interno di culture, idee e proposte, tutte diversissime tra loro. Tuttavia, anche all’interno di questa sua “seconda vita”, non si è mai dimenticato delle sue origini, che porta sempre con sé. Ciò che è davvero interessante è il fatto che abbia trovato il modo di far continuare a vivere il suo Paese natio non solo nel suo cuore e nei suoi ricordi, ma anche nella sua arte.

Gabriel Reinoso è un artista originario di L’Avana. Nella vita realizza gioielli fatti a mano, dei quali ha scelto di occuparsi in maniera globale, dapprima disegnandoli e poi dando vita alla loro attuazione fisica e concreta.

La sua passione e la sua attitudine nei confronti di quest’arte, però, non sono emerse fin dai suoi primi anni di vita: da giovanissimo, infatti, aveva iniziato con lo sport, ma a vent’anni, grazie ad alcune conoscenze, ha deciso di iniziare a formarsi per diventare orafo, dopo essere passato anche per la pittura e la scultura.

«Si tratta di un percorso che non avrei mai pensato di intraprendere, ma, piano piano, ho visto che mi piaceva sempre di più. Per me era una cosa nuova, ma ho capito che, in questo modo, mi riuscivo a esprimere. La vita ci porta a scoprire delle cose che non sappiamo di avere» mi racconta Gabriel. Così, ha iniziato a cercare degli orafi nel suo Paese; passava molto tempo con loro e, con uno di questi in particolare, ha intrapreso un corso per affinare la tecnica.

Da quel momento in poi, non ha mai dimenticato di arricchirsi costantemente, anche e soprattutto in seguito al suo trasferimento. «Arrivato in Italia si è presentata l’occasione di accrescere ancora di più la mia conoscenza e ho avuto modo, così, di intraprendere un percorso molto più ricco e continuo» mi dice Gabriel. Da tutte queste esperienze, nasce il suo marchio di gioielli personale.

Uno degli aspetti più interessanti del suo lavoro è proprio il modo in cui Gabriel cerca rigorosamente di conciliare al meglio la cultura cubana con quella italiana. È forte, infatti, il suo desiderio di inserire il suo vissuto personale nelle sue stesse creazioni. «Anche se sono in Italia da diversi anni, quando realizzo i miei gioielli non posso dimenticare la mia identità: è un modo anche di essere fiero di quello che sono, del Paese da cui provengo, di quello che ho imparato, delle esperienze che ho fatto. Ho due vite e proprio questa è la mia ispirazione: tutto quello che ho vissuto e quello che vivo tuttora» specifica Gabriel.

All’interno delle sue realizzazioni, infatti, sono presenti due anime: da un lato quella cubana, con i suoi colori e la sua diversità data dal grande numero di culture presenti nel paese sudamericano, che si mescolano tra loro dando vita a una realtà nella quale «ognuno ha un po’ di ognuno», come dice Gabriel; dall’altro quella italiana, con la sua raffinatezza, che ben si concilia con l’intenzione che c’è dietro ogni sua singola produzione.

Non si tratta, infatti, di grandi opere d’arte. «Sono pezzi semplici, non sono grandi sculture, ma qualcosa di delicato, minimal. Ogni gioiello è studiato per essere semplice ma d’effetto». Ognuna delle sue realizzazioni, tra l’altro, per quanto possa essere ispirata o miri a riprodurne un altra già esistente, finisce inevitabilmente, attraverso il lavoro stesso di manifattura, per diventare di fatto un pezzo unico, rendendo il suo marchio di gioielli ancora più particolare.

Ad ogni modo, è sicuramente in questo tentativo di riassumere in un’unica creazione il Paese in cui è nato e ha trascorso parte della giovinezza e quello in cui è approdato a vent’anni e in cui vive tuttora che sta il cuore e l’unicità del lavoro di Gabriel.

Per di più, negli ultimi anni, oltre a continuare a portare avanti la sua produzione, ha deciso di donare tutte quelle conoscenze che altri gli hanno conferito e che ha acquisito autonomamente nel corso degli anni: Gabriel, infatti, lavora anche all’interno di scuole di formazione, all’interno delle quali tiene delle lezioni.

E per quanto riguarda il futuro? «Non mi fermo! Continuo ad andare avanti, continuo a fare!».

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