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Leggi un brano e condividilo. Storie al telefono, il podcast che ti tiene compagnia

31-03-2020

Di Elena Ghini

Per variare la piccola routine che mi sono creata in questi giorni lunghi e solitari, ho deciso di scaricare Telegram, un servizio di messaggistica istantanea e broadcasting, e curiosare tra i messaggi del canale @storiealtelefono.

Nato appena venti giorni fa, il progetto di Chiara Magrone e Alessandra Amorosini, in collaborazione con Edizioni Minoritarie, ci tiene compagnia con i racconti letti e registrati da tante persone sparse in tutta Italia.

Si può partecipare liberamente leggendo ad alta voce un brano che si vuole condividere preceduto da una breve presentazione. L’elenco dei podcast è lungo e variegato: ci sono quelli di pochi minuti, interi capitoli di libri e addirittura i più audaci hanno realizzando dei veri e propri audiolibri.

Ho trovato estratti di romanzi e saggi, poesie, fiabe, monologhi teatrali e anche qualche canzone. Da Pessoa a Calvino passando per Gianni Rodari fino ad arrivare a Brecht, ce n’è davvero per tutti i gusti. Storie che servono per esorcizzare la paura, per intrattenere, divertirci, farci riflettere ma anche per raccogliere le testimonianze di tante persone che stanno vivendo l’isolamento.

Chiara al telefono mi spiega che l’idea è nata il giorno stesso in cui Conte ha proclamato il lockdown italiano, inaugurando così la nuova stagione che stiamo vivendo.

E mi spiega nel dettaglio il progetto.

Esistono iniziative simili rivolte ai bambini. Sono le favole lette e trasmesse su Whatsapp dalle maestre. Noi abbiamo pensato che in questo momento anche gli adulti hanno bisogno di conforto e di condivisione. Chi vuole partecipare può registrare il suo contributo su @vocistoriealtelefono, io lo trasformo in mp3 e lo inserisco nel canale Telegram dedicato. Ho scelto la piattaforma Telegram perché è più semplice condividere quelli che sono dei veri e propri podcast con tanti utenti. Abbiamo già pubblicato 88 letture e altrettante sono in programma. Ne facciamo uscire quattro al giorno”.

Ogni podcast è preceduto da una presentazione personale del lettore, come mai questa scelta?

“Abbiamo voluto unire più elementi, non solo leggerci le storie ma dare la possibilità agli utenti di raccontarsi. Di dare voce alla propria condizione e condividerla con gli altri in modo da non sentirsi isolati. E quello che è emerso è stato rendere visibile il folto gruppo di esseri umani vittime della precarietà nel mondo del lavoro. E sono proprio quelle persone che organizzano gli eventi, che fanno i concerti, che lavorano nello spettacolo e nel teatro, nell’editoria. E ora sono invisibili.

In un momento così delicato è fondamentale ricordare l’importanza delle attività culturali e dare voce ai tanti precari e freelance che si trovano senza lavoro e senza reddito. Una precarietà lavorativa che è diventata anche esistenziale”.

Chi sono le persone che hanno aderito alla vostra iniziativa?

All’inizio le persone che hanno aderito sono state gli operatori della cultura: attori, attrici, tutti quelli che lavorano nello spettacolo, nella comunicazione e nella cultura. Per affinità con l’iniziativa. Poi sono arrivati molti messaggi anche da parte di medici e infermieri che sono costretti a fare i  turni e queste letture tengono loro compagnia, danno conforto, rilassano. Si sentono meno isolati. In particolare molti infermieri del sud che lavorano al nord e che magari vivono da soli, lontani dalle famiglie”.

Le fondatrici di Storie al Telefono hanno inoltre deciso di fare un passo in più, rendere udibili le storie anche a chi non ha Telegram. Basta visitare il sito di Open Distribuzioni dal Basso con la possibilità di supportare una causa delicata e urgente che si fa carico di un problema aggravatosi nelle ultime settimane: la violenza di genere.

Chiara raccontami la motivazione.

Anche le donne vittime di violenza domestica sono invisibili nelle loro case. Da qui l’idea di iniziare una raccolta fondi per finanziare i Centri Antiviolenza. Abbiamo scelto quelli del sud perché il collettivo che si è creato conosce la realtà di quei luoghi poveri, che stanno in piedi grazie ai volontari. I due centri sono Tamaia di Catania e Riscoprirsi di Andria.

È possibile fare una donazione all’indirizzo openddb.eu/storie“.

Tutte le storie sono udibili sul canale Telegram e anche sulla pagina openddb.eu/storie, oppure seguite il progetto su Facebook.

Non finisce qui. Alla pagina Instagram trovate una collezione di volti di chi ha voluto raccontare e raccontarsi.

In attesa di scambiarci consigli di lettura guardandoci negli occhi di fronte a un caffè, sfruttiamo la tecnologia e abbracciamoci virtualmente.

Ho deciso di registrare un brano anche io.

“Non temere, oh Musa! Usi e giorni completamente nuovi

Ti vengono incontro, ti circondano,

Candidamente ammetto che questa razza è strana, molto

Strana, di nuova foggia,

Eppure è sempre l’antica umana razza, la stessa,

Dentro e fuori,

Facce e cuori gli stessi, gli stessi sono affetti e desideri,

Lo stesso antico amore, e la bellezza, e il modo di usarne”.

Walt Whitman

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