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MAG | Magazzeno Art Gaze, la galleria che ribalta le regole dell’arte

25-07-2024

Di Alessia Di Giosio

In pieno centro storico c’è una galleria d’arte che promuove l’arte contemporanea in tutte le sue declinazioni, con skateboard d’autore in vetrina e un cocktail bar.

Incuriosite, ci siamo recate in via Alfredo Testoni 5D alla scoperta di un nuovo spazio, MAG | Magazzeno Art Gaze, inaugurato lo scorso aprile, nato dalla collaborazione tra la curatrice d’arte Alessandra Carini e Marco Miccoli, fondatore di Bonobolabo.

Foto di Marco Miccoli

Marco Miccoli è un esperto di urban art e appassionato di skateboard dal 1988. Nel 2016 incontra Alessandra Carini, curatrice indipendente, con cui apre una galleria nella Darsena di Ravenna. Lei si occupa di arte contemporanea, lui di tavole da skate, collaborazioni e merchandising. Dopo un primo tentativo di spostarsi a Bologna bruscamente interrotto dalla pandemia del 2020, i due curatori ravennati si sono definitivamente trasferiti nel capoluogo emiliano qualche mese fa, spinti dalle opportunità che la città poteva offrire.

Foto di Marco Vacchi

Al nostro arrivo, ci descrivono la suddivisione dello spazio in tre sale: nella prima troviamo un bookshop e un cocktail bar curati da Bonobolabo, oltre a qualche opera che fa da preludio alla sala principale, nella quale vengono allestite le mostre temporanee curate da Magazzeno Art Gaze. L’ultima sala, invece, è uno spazio più intimo in cui accogliere collezionisti.

Entrando, salta subito all’occhio la presenza di un cocktail bar. Insolito per una galleria d’arte. «Riteniamo che una galleria debba essere un luogo aperto, di condivisione e discussione sui temi legati al mondo artistico. Il bar è un punto di forza perché ci ha permesso di creare un locale molto caldo e familiare». All’estero, ambienti come il loro sono molto più comuni. «Il fatto di avere un locale ibrido e offrire non solo un servizio ma più servizi dà la possibilità di avere un pubblico diverso», spiega Marco.

Attraversando le sale della galleria, ci accorgiamo che coesistono opere e stili molto diversi tra loro. Per conto di Bonobolabo, ci sono artisti che per la maggior parte provengono dall’arte urbana. Dall’altra parte, invece, Alessandra ci spiega che «ultimamente la galleria curata da Magazzeno si sta specializzando in un’arte più concettuale, che prende posizioni precise nei confronti della società e del mercato. Un tipo d’arte che critica il proprio sistema», In questo progetto, la galleria sta collaborando con due artisti italiani: Giulio Alvigini, creatore di Make italian art great again e Luca Rossi, un collettivo nato quindici anni fa, che prende in giro e critica in maniera costruttiva il mondo dell’arte italiano pieno di contraddizioni perché, come ribadisce Alessandra: «è un mondo ancora gestito da una generazione lontana dalle nostre, che risponde a regole che non sono più attuali e ancora molto chiuso».

Foto di Marco Miccoli

Osservando le grafiche delle tavole da skateboard di Bonobolabo, chiediamo a Marco come vengono create, e ci svela di fare affidamento a due fornitori. Il primo le realizza facendole a mano con i vari strati di acero canadese: li incolla, li sagoma e li stampa (sono quelle principalmente in edizione limitata), mentre l’altro fornitore usa sempre l’acero canadese (che è il miglior legno per le tavole) ma con un metodo più classico che si segue da circa quarant’anni e, successivamente, applica sopra la grafica.

Un’altra cosa che stupisce del nuovo spazio bolognese è il connubio tra arte e realtà aumentata. «L’incontro con la realtà aumentata è arrivato nel 2018 grazie a una collaborazione con i ragazzi di Alkanoids, uno studio creativo di Milano», ci racconta Marco. «Da lì mi si è aperto un mondo e quando chiedo un’opera, ormai penso sempre anche alla sua animazione, quindi l’artista la crea in funzione anche di quello» conclude il curatore.

Solitamente, la collaborazione tra Bonobolabo e gli artisti avviene perché Marco propone loro di realizzare delle opere, ma c’è un altro modo per poter entrare in contatto con lui. Si tratta di un concorso aperto a tutti che si chiama Sketch your deck, in cui viene dato un tema per una grafica da realizzare su una tavola da skate. Quest’anno, per la prima volta, il concorso vedrà una collaborazione con il birrificio Mad One di Casalmaggiore, per cui la grafica non rimarrà solo sulle tavole da skate, ma sarà anche un’etichetta della loro birra.

Foto di Marco Miccoli

Oltre a Sketch your deck, Marco collabora con Alessandra nel progetto Equidistanze | Residenze artistiche nato nel 2020 e organizzato tutte le estati a Filetto, in provincia di Ravenna. Marco si occupa della parte di arte urbana e Alessandra delle opere di land art, caratterizzata dall’intervento dell’artista sul territorio. Lo spazio è diventato un vero e proprio museo a cielo aperto con più di trenta installazioni che possono essere visitate tutto l’anno in modo gratuito. Un modo per conoscere nuovi artisti e promuovere il territorio.

La galleria d’arte di Carini e Miccoli ospita anche diversi tipi di eventi. Per la prossima stagione, i due soci ravennati si augurano una programmazione molto ricca. «Puntiamo a fare almeno due o tre eventi al mese che ci permettano di spaziare, ma rimanendo sempre in ambito artistico. Incontri, presentazioni di artisti, cataloghi, tutto ciò che può ruotare attorno a un evento legato all’arte e ai nostri artisti». Entrambi concordano che una città molto viva come Bologna sia di grande ispirazione e che sia il posto giusto per uno spazio del genere.

Foto di Marco Miccoli

Dopo l’estate si aprirà una nuova stagione per la galleria e, per concludere la nostra chiacchierata, parliamo di progetti e obiettivi futuri. «Vorremmo che questo spazio possa essere un punto di riferimento per la città e ci auguriamo che la gente capisca che ci può essere un nuovo modo di fruire l’arte, meno pretenzioso e più leggero». Alle parole di Alessandra, si unisce anche Marco: «stiamo lavorando per aprire le porte del nostro spazio a collaborazioni, con lo scopo di creare una rete a Bologna, scegliendo attività affini a noi per veicolare le persone tra il nostro spazio ed altri simili. Ci piacerebbe intrecciarci al tessuto urbano della città».

La novità di questa galleria, quindi, è senza dubbio l’ibridazione. La congiunzione tra arte urbana e contemporanea genera curiosità anche in chi, di arte, ci capisce poco, che è proprio quello che Alessandra e Marco si propongono di fare. «In un mondo come il nostro, molto di nicchia e talvolta snob, la nostra sfida è quella di cercare di avvicinare più gente possibile all’arte», spiega Alessandra. I due curatori stanno così creando un nuovo tipo di collezionismo, più giovane e trasversale, sostenendo in primo luogo gli artisti con cui collaborano.

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