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Mai più senza “Maleducotti”, i biscotti maleducati

21-02-2018

Di Leonardo Vicari

Lavinia fa i biscotti. E con un arnese tirolese (chiedo scusa..) li marchia. Ci scrive sopra. Poi li inforna, li fotografa, li posta su Instagram e li mangia.

Purtroppo per lei, risultano favolosi. Purtroppo per lei gliene chiedono, ordinano, pretendono più di quanti avesse intenzione di produrre per il proprio autoreferenziale gusto e sostentamento. Ora, le tocca ragionarci sù: avrebbe bisogno di tempo, e di complici.

Quelle di Lavinia sono la testa e le mani che creano i Maleducotti”: i biscotti maleducati.

“Al burro, alle mandorle, al cioccolato, alla cannella, al cocco e alla faccia tua” recita il menu che si rifersice al palato, mentre i colpi all’anima basculano dalle espressioni di disagio alle bordate dialettali.

Da “uffa” a “suca”, da “schifo” ad “astio”, da “pirla” a “puzzi”…

Invettive, epiteti, turpiloquio. Timbri dell’umore.

“Credo servano a ricordarmi che non tutto dovrebbe essere preso sul serio. Nemmeno i biscotti. E che qualsiasi sia la vita che abbiamo scelto, dobbiamo sempre trovare un momento per ridere” mi puntualizza, temeraria, con un messaggio di domenica mattina. Forse, durante la colazione. La sua..

Lavinia è di Bologna, vive altrove perchè è troppo brava per non essere sepolta di lavoro, clienti e responsabilità. Non vuole che si dica che è un Client Creative Director, e infatti non lo dirò a nessuno.

Mi limito a scriverlo e forse a pensarlo, come fa lei sui suoi Maleducotti.       

 

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