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L’orchestra che ha rivoluzionato la musica classica. Intervista ai Senzaspine

22-03-2024

Di Beatrice Belletti

Tutto è iniziato nel 2013, in coincidenza fortuita con “l’era di Facebook”.

L’Orchestra Senzaspine oggi è una consolidata realtà del territorio bolognese, è Associazione di Promozione Sociale, centro culturale e scuola di musica. Dal 2015, grazie a un bando del Comune di Bologna, l’Orchestra ha sede al Mercato Sonato, teatro di un intervento di rigenerazione urbana e culturale unico in Europa. Qui nel 2017 è nata la Scuola di Musica Senzaspine.

In dieci anni di vita, i Senzaspine hanno stravolto stereotipi e rivoluzionato la percezione comune della musica classica. Ad oggi, hanno all’attivo diverse collaborazioni con solisti di fama internazionale, tra cui Enrico Dindo, Mario Brunello, Simone Alberghini, Domenico Nordio, Anna Tifu, Pablo Ziegler, Silvia Chiesa.  Nel 2022 l’Orchestra ha vinto il premio Franco Abbiati all’interno della 42° Edizione del Premio della critica musicale, sezione “Filippo Siebaneck”  dedicata alle iniziative di particolare significato nell’ambito della didattica musicale e dell’avviamento professionale dei giovani, per i progetti sull’opera accessibile. Nel 2023 fa parte di Bologna Portici Festival – Heritage meets Creativity realizzando e portando in Piazza Maggiore, in prima assoluta, l’Opera di comunità E Buio Fu.

Questo weekend, per la prima volta, il celebre direttore e compositore americano Timothy Brock, artista di grande esperienza nella creazione di colonne sonore inedite di film muti, condurrà l’Orchestra Senzaspine in una straordinaria première nazionale. La pellicola cinematografica College (1927), un classico diretto da B. Keaton e J.W. Horne, sarà accompagnata da una colonna sonora originale creata appositamente dal Maestro Brock per questi appuntamenti italiani.

College

Le proiezioni accompagnate dal concerto andranno in scena il 23 marzo alle 21 e il 24 marzo alle 17 al Teatro Duse di Bologna, in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna. Biglietti qui.

Il Maestro Brock, che è residente a Bologna dal 2004, sulla collaborazione con l’Orchestra dichiara: «È sempre un privilegio dirigere orchestre giovanili, perché come direttore ricevi tanto quanto dai. A ogni prova si impara qualcosa di nuovo… non importa quante volte hai diretto il brano, tutte le volte si ottiene qualcosa in più, proprio grazie a un ascolto giovane e vivace! Sarà molto divertente lavorare con l’Orchestra Senzaspine!».

Alla vigilia di questo doppio appuntamento abbiamo raggiunto i direttori Ussardi e Parmeggiani per farci raccontare la storia dell’Orchestra sinfonica:

Senzaspine nasce nel 2013, sotto la vostra direzione artistica. Quanti eravate e come siete arrivati oggi a contare oltre 450 musicisti e musiciste under35?

TOMMASO USSARDI: «Tutto è iniziato nel marzo del 2013, con una sorta di “manifesto” dove esprimevo chiaramente quello che oggi chiameremmo la vision e la mission di Senzaspine, allora non sapevo si chiamassero così.. Destino ha voluto che in quel periodo iniziasse l’“Era Facebook”, strumento che in un attimo ci ha permesso di affiliare musicisti e musiciste da tutto il territorio regionale, diffondere informazioni, confrontarsi su progetti e organizzare il nostro primissimo concerto, venerdì 24 Maggio 2013, Museo d’arte moderna Cà la Ghironda, quel giorno lo ricorderò per sempre, eravamo in 40, carichissimi e tutti U35.

Dopo circa un anno abbiamo fatto le prime audizioni  ufficiali e siamo diventati 200 e così abbiamo continuato nella selezione di giovani talenti non più a livello regionale ma nazionale raggiungendo nel 2016 quota 450, da allora abbiamo dovuto frenare perchè non potevamo più soddisfare una tale domanda di partecipazione».

 

Avete appena compiuto i 10 anni di carriera, e vantate un repertorio di 500 e più produzioni, tra classica, sinfonica e opera. Ci raccontate come si sviluppa una produzione dall’inizio alla fine? Qual è stata ad oggi la più significativa per voi e perchè?

MATTEO PARMEGGIANI: «Tutte le produzioni che abbiamo pensato in questi anni sono state un connubio di diversi obiettivi e necessità: certamente la voglia di confrontarci con il grande repertorio, con scelte che fossero allo stesso tempo stimolanti per gli orchestrali e costruttive per il miglioramento del livello di tutto il gruppo; secondo ci siamo domandati cosa sarebbe potuto interessare al pubblico a cui ci rivolgiamo, un pubblico nuovo, spesso non abituato a questo linguaggio. Dunque abbiamo pensato non solo al “cosa”, ma anche al “come” ci proponiamo, assieme a tutto il reparto di comunicazione di Senzaspine; infine siamo sempre stati consapevoli che tutto ciò deve essere sempre accompagnato da un nuovo modo di vedere quella che viene definita musica classica, sia essa opera, sinfonico o musica sacra, quindi cerchiamo di capire la strada migliore per renderla sempre più Senzaspine, accessibile a tutti e fruibile con estrema facilità.

La produzione più significativa per me è stato il Rigoletto del 2022, la prima Graphic Opera di Senzaspine. È stata una produzione unica, il primo Verdi affrontato, una delle opere più apprezzate non solo dal pubblico ma dal compositore stesso. Ma, grazie alla genialità del regista Giovanni Dispenza, di Andrea Niccolai, Daniele Poli e tutto il nostro staff e le realtà con cui abbiamo collaborato, siamo riusciti a portare un’opera davvero accessibile a 360 gradi sul palco di tanti teatri, tra cui il Teatro di Modena in collaborazione con la Fondazione Pavarotti, proprio in occasione di una commemorazione dedicata al grande tenore, un’esperienza indimenticabile!».

Nel 2017 è nata anche la scuola di Musica Senzaspine, grazie al bando che vi ha dato casa al Mercato Sonato. Cosa vi ha spinto in questa scelta di aprirvi alla didattica e cosa cercate nei nuovi talenti?

T.U. «La scuola è nata dalla passione di noi musicisti e musiciste dell’orchestra, con l’idea di modulare il significato di Senzaspine, verso un’offerta didattica inclusiva, di qualità e accessibile. Questo approccio ci ha permesso di creare una scuola dove le rette sono proporzionali all’ISEE e consente davvero a tutte le famiglie di potersi avvicinare allo studio della musica. Inoltre grazie al sostegno di sponsor e Onlus riusciamo a garantire borse di studio e noleggio gratuito degli strumenti.

Nei nuovi talenti cerchiamo la passione, senza quella non si sboccia, anzi se trovi la passione anche se non sei così talentuoso, con l’impegno e la dedizione, puoi raggiungere risultati molto più alti di chi magari inizialmente è, come si suol dire, “più dotato”. Probabilmente è proprio la passione la più grande dote che si può trovare in un bambino o una bambina, perchè gli dà la voglia di passare ore e ore a suonare e prendersi cura quotidianamente del proprio strumento.

Ovviamente non ci limitiamo allo studio individuale ma puntiamo moltissimo sulla musica da camera e sull’orchestra, siamo convinti che suonare insieme sia un.esercizio non solo musicale ma di vita, un momento dove si impara ad ascoltare e a valorizzare le diversità, dunque un luogo di suoni, senza parole nè pregiudizi, dove conoscersi e rispettarsi».

 

Qual è l’importanza di avere un’orchestra giovanile in un polo culturale e artistico come Bologna? E dove volete andare in questo nuovo anno?

M.P. «Seppur anagraficamente giovanile (la media degli orchestrali è certamente under30), l’obiettivo non è quello di esserlo in eterno. Senzaspine deve crescere e portare la sua arte a chiunque e ovunque non tanto e non solo perché formata da musicisti giovani ed appassionati, ma deve essere fonte inesauribile di quella energia che può essere sprigionata da un musicista di 20 anni come di 50 o 60! Non posso fare a meno di ricordare uno dei musicisti che forse più di tutti aveva lo spirito Senzaspine, Giuseppe Donnici. Un violista che purtroppo ci ha lasciati durante il covid e che aveva più di 50 anni. Lui c’era sempre, in ogni occasione, dal concerto in teatro al flash mob in piazza, aveva sposato fin dall’inizio lo spirito Senzaspine e non finirà mai di mancarci e di esserci d’esempio.

Quindi l’obiettivo è guardare in alto, alzare sempre la qualità, puntare su un gruppo che investe in Senzaspine ormai da più di 10 anni, consapevoli di avere collaborazioni con alcune tra le istituzioni internazionali più prestigiose come ad esempio l’accademia Chigiana di Siena, il che ci da tanta soddisfazione ma anche tanta responsabilità».

 

L’orchestra è particolarmente attenta a progetti sull’opera accessibile, (per il quale avete anche vinto un premio nel 2022), si percepisce da sempre un senso di inclusione e una volontà di avvicinare più pubblico al mondo spesso troppo elitario della Classica. Come lo fate e perchè?

T.U. «Il perchè è intrinseco nel nostro nome, infatti Senzaspine è bisogno e volontà di rendere l’Arte Accessibile, togliere dunque  tutte quelle “spine” come stereotipi, luoghi comuni, ostacoli sociali, culturali, economici e persino  fisici che spesso non permettono alle persone di avvicinarsi in generale all’Arte, nel nostro caso specifico, alla musica classica. Inoltre Senzaspine è la necessità di dar voce e suono ai tantissimi talenti che si formano nei conservatori e nelle accademie e che troppo spesso non hanno occasioni di esprimersi e di fare esperienza lavorativa, in ultimo, non per importanza, è rimettere al centro la musica, musicisti e musiciste, come un valore di benessere sociale per ritrovare una funzione  chiara, concreta, utile e che possa  migliorare effettivamente la vita di cittadini e cittadine.

Come lo facciamo? In primis grazie al Mercato Sonato, il primo spazio al mondo rigenerato da un’orchestra sinfonica, un luogo ideale dove incrociare pubblici e creare azioni trasversali,  e poi  grazie alle tante azioni “invasive” come performance fuori dagli schemi, flash mob, call to action, laboratori inclusivi, festival tematici, storytelling e infine un costante e quotidiano lavoro di prossimità».

Filmusic 2024 | Foto di Massimiliano Donati

Il Maestro Timothy Brock, che vive a Bologna dal 2004, si è dichiarato entusiasta di dirigere un’orchestra giovanile come la Senzaspine, che apporto potete darvi a vicenda? E che relazione c’è tra i/le vostre giovani talenti e i grandi nomi con i quali collaborate?

M.P. «Siamo estremamente felici di ospitare il Maestro Brock in stagione. Non è la prima volta che Orchestra Senzaspine viene diretta da un grande direttore, ma è la prima volta che ciò avviene all’interno della nostra stagione. Tutti i grandi artisti con cui abbiamo collaborato, ci hanno dato nuovi stimoli e ci hanno raccontato la loro grande esperienza con generosità, dimostrando ammirazione per il lavoro fatto in questi ormai più di 10 anni di attività. Speriamo dunque di creare fin da subito quella magia che si crea quando si incontra un grande artista, nella speranza che sia la prima di una lunga serie di concerti!».

 

Cosa aspetta l’Orchestra Senzaspine nel 2024? E quale piccola anticipazione potete darci sulla programmazione in arrivo?

T.U. «La stagione 24 e la programmazione del Mercato Sonato la conoscete e se non la conoscete basta andare sulle nostre pagine web.. delle iniziative ancora “segrete” vi possiamo svelare una grande Festa della Musica il 21 giugno, una rassegna di concerti sul territorio metropolitano e  infine il ritorno del festival SunDonato, dal 24 agosto a 15 settembre, sempre ai giardini Parker-Lennon, per tutto il resto… seguiteci!

Oltre alla stagione, tante saranno le collaborazioni, tra le quali ricordiamo la rinnovata presenza come Orchestra in residenza della prestigiosa Accademia Chigiana di Siena durante tutto il mese di luglio, per il corso di direzione d’orchestra tenuto dai maestri Daniele Gatti e Luciano Acocella, che ci dirigerà anche in un concerto nella splendida cornice della Abbazia di San Galgano».

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