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Pensatevi liberi. In mostra la Bologna rivoluzionaria del 1979

20-05-2019

Di Valentina Fabbri

Immagini, video, lp in vinile, documenti, fumetti, materiali visivi e grafici, strumentazioni dell’epoca e pubblicazioni indipendenti. Tutto per mettere in evidenza le connessioni e la ricchezza di contaminazioni che hanno caratterizzato una stagione di grande fermento nella quale arte, grafica, musica, comunicazione e politica si sono intersecate in maniera istintiva, innovativa, a volte incoerente e casuale, creando un processo creativo irripetibile.

Tutto questo è Pensatevi liberi. Bologna Rock 1979, mostra ospitata nella Project Room del Mambo (Museo d’Arte Moderna di Bologna) e dedicata all’evento musicale che radunò più di seimila persone al Palasport di Bologna il 2 aprile del 1979, e che ha lasciato il segno nella storia della nostra città. Un festival organizzato da Harpo’s Bazaar, che registrò la partecipazione di gruppi punk, rock demenziale e new wave della scena bolognese dell’epoca. La mostra a cura di Oderso Rubini e Anna Persiani, all’interno del cartellone di Bologna Estate 2019, ha inaugurato giovedì 16 maggio e rimarrà aperta al pubblico fino al 29 settembre.

Skiantos

Un momento percepito in seguito come epocale che ha contribuito alla nascita e alla crescita del ruolo socio-politico di Bologna tra il 1971 e il 1985 nella storia della cultura italiana e non solo. A testimonianza di quegli anni, un centinaio di vinili, fanzine originali come Harpo’s, Svacco, Punkreas, Musique Mecanique e The Great Complotto, poster, cassette audiouna selezione di fotografie di Enrico Scuro e Roberto Vatalaro ospitate in una mostra collaterale da Gallery 16, un nuovo negozio di dischi e spazio dedicato alla musica in via Nazario Sauro 16/A.

Amplificatori, mixer e sintetizzatori, ci catapultano in quel periodo fatto di grandi rivoluzioni a 360°, attraverso il potere evocativo delle immagini e dei suoni che crea, non solo per chi quegli anni li ha vissuti, ma anche per le nuove generazioni. “Non interessano gli esercizi di memoria – afferma il curatore Oderso Rubini – ma la riflessione sul rapporto tra creatività e consumo, tra arte e mercato, per dare un senso all’esistenza e all’arte come metalinguaggio fuori dal tempo che ti mette in contatto con gli altri”.

Nicola Corona, Due Torri

Questi materiali si mescolano a opere come il ritratto di Freak Antoni realizzato da Piero Manai, disegni e collage originali di Traumfabrik, oltre che a dipinti e a tavole originali come quelle di Giorgio Carpinteri, tratte da Mumble Rumble. Flavio Kampah ha realizzato un’opera di grandi dimensioni (3,5 metri di lunghezza) rielaborando immagini del concerto del ’79.

Skiantos story, Bologna Rock

Una timeline che corre sulle quattro pareti della sala, propone una serie di avvenimenti che hanno segnato la storia di Bologna in quegli anni tra i quali la nascita del Dams, l’ apertura del negozio Disco d’Oro, le performance teatrali del Living Theatre, Bologna Rock ed il grande concerto di Patty Smith, includendo anche eventi tragici come la morte di Francesco Lorussola strage di Ustica e quella della Stazione. Eventi che si mescolano a quelli storici, politici, culturali e di costume, nazionali e internazionali, che segnano il periodo: la nascita di Apple Computer, la fine del monopolio Rai sull’informazione e le radio libere, il rapimento di Aldo Moro, la creazione del videogioco Space Invaders, l’uscita di Blade Runner.

Un percorso interattivo e che ci mostra come tanti artisti diversi tra di loro abbiano potuto lavorare in totale libertà, low-fi, come sottocultura che produce cultura, creando un ambiente ed una ibridazione di talenti, paragonabili a quelli di città perennemente ricche di fermento come Londra o New York.

Traumfabrik di Giorgio Lavagna

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