Esiste un’antica arte giapponese di riparazione degli oggetti, abbastanza nota ormai. Il suo nome è kitsungi, letteralmente “riparare con l’oro”. Essa trasforma le crepe della ceramica in qualcosa di nuovo, riconferisce luminosità a ciò che prima sembrava perduto. Ecco, da questo stesso presupposto muove un prezioso festival culturale, posto ai margini della città. Dal concepire, cioè, il fare arte e cultura come tessere filamenti oro per redimere una ferita aperta.
Questo festival è La Campeggia FS, progetto sperimentale a cura dell’associazione culturale Selene Centro Studi ekodanza con la direzione di Martina Delprete e Roberta Kamila Zerbini. Situato nel parco del Paleotto, nella periferia di Bologna, nel contesto del centro di produzione culturale Paleotto 11, il progetto nasce tre anni fa dalla necessità delle organizzatrici di rispondere alla condizione difficile in cui versava il parco a causa del grande cantiere per la costruzione del “nodo di Rastignano” e dei gravi danni causati dalla doppia alluvione subita.
“Fs”, acronimo ripreso dal pensiero e dalla riflessione filosofica di Donna Haraway, trova una declinazione diversa ogni anno. Per la sua terza edizione è stata scelta quella di “Favole Sociali”, con l’obiettivo di “sostenere orizzonti utopici ma concreti per poter stare a contatto con il presente e con altre modalità di vivere questo pianeta, stimolando l’immaginazione collettiva”, come ci spiega Martina, responsabile della direzione creativa.
La Campeggia si propone alla città con eventi che sono definiti “marginali” in due sensi: da un lato, per la posizione del parco Paleotto distante dall’area urbana; dall’altro, per il tipo di pensieri e azioni proposti che ricercano una particolarità distante da ciò che abitualmente si fruisce. Gli eventi in programma, infatti, alternano linguaggi performativi diversi, dalla musica sperimentale alla danza, dalle performances ai dj set, fino ai laboratori sulla parola e le letture a voce alta, con il coinvolgimento di un ampio numero di artiste e artisti, del territorio e non.
Lavorare ai margini, a partire dai luoghi più inosservati per una rivoluzione del pensiero, dell’approccio alle cose:
“I parchi di periferia sono molto più di spazi verdi: sono il futuro delle città, luoghi dove si costruisce una società più inclusiva, sostenibile e connessa; la periferia non è un limite, ma un’opportunità. Bisogna valorizzare e sostenere il loro potenziale, perché la salvezza delle città non arriverà dai centri storici ma dalle periferie, dai luoghi refugia”.
La fruizione collettiva di questi eventi è volta alla creazione di una comunità temporanea, fattore imprescindibile per la natura del progetto: “Il nostro modo di fare cultura passa attraverso il fare comunità. Noi utilizziamo l’arte performativa per generare nuove visioni e nuovi pensieri cercando una reciprocità e una relazione molto dirette tra artisti e pubblico”. Il titolo stesso del festival, “Campeggia”, richiama l’idea di comunità, di vita insieme: durante la settimana di eventi viene data la possibilità, per chi lo desidera, di “piantare” la propria tenda nel parco per prendere parte a un vero e proprio campeggio culturale e per fruire di una partecipazione che sia il più immersiva possibile.
Ogni Campeggia è dedicata alla riflessione su un tema sempre diverso e attuale (la Palestina o il concetto di “corpo politico”, ad esempio). Il prossimo appuntamento di settembre, ultima sezione di questa edizione, è chiamato “Welcome back”, e si svolgerà dall’11 al 14 settembre.
Giovedì 11 Settembre ore 21:00: “DOSE”. Pratica di lettura collettiva a voce alta, nel salotto del centro culturale.
La lettura ad alta voce è l’arte del tempo, o almeno a noi piace definirla così perché leggere ad alta voce crea una connessione fra le persone, una connessione fatta di voce, silenzi, pause e respiri, dunque di tempo ma non solo: la lettura ad alta voce è anche l’arte del saper ascoltare.
Venerdì 12 Settembre ore 20:00: Inaugurazione personale GIGUN di Andrea Pivetti – pennarelli ad acquerello su tele. GIGUN: LE EMOZIONI NON SI EDITANO
Questo coro di opere è, più di tutto, un messaggio di speranza e di amore verso sé stessi che passa attraverso quelle che i più chiamano rinunce e che i pochi chiamano supplementi. Quel momento arriverà solo vivendo al meglio l’attimo presente.
La serata sarà accompagnata dalla selezione musicale ricercata, affascinante e mai scontata dell’artista Lucio Apolito/dj Messnr
dalle ore 18:00 banchetto di presentazione del progetto Sanabel – Spighe di solidarietà per Gaza
Sabato 13 Settembre ore 19:00: VANISHING MANIFESTO. Performance work in progress di fine residenza artistica di Silvia Galletti
VANISHING MANIFESTO è il progetto di una lecture performance pensata per parlare di sparizione e invisibilità negli “spazi della scena” che, per definizione, sono dedicati all’esibizione e alla visibilità. Strutturandosi come l’occasione di dare vita a un inventario coreografico di esercizi di sparizione, la performance si articola come discorso a due voci tra i tre corpi in scena che, interagendo con il pubblico, attivano e confidano gli esercizi di sparizione raccolti e studiati.
Tra Villi, ghiacciai, archivi e altrə espertə di sparizione, le tre performer si muovono nei campi semantici dell’evanescenza, dell’opacità, della sbiaditura nel tentativo di mediare la percezione del gruppo verso lo spettro dell’invisibile. Attivando giochi immaginativi e fiction materiali- semiotiche, che permettano di interagire con le trasparenze o con ciò che sembra non esserci, la performance procede in maniera rigorosa e giocosa nel portare a termine il proprio paradossale compito: manifestare la/le sparizione/i.
Domenica 14 Settembre ore 19:00: MDF dance project
MDF è un progetto artistico e di vita riunisce Michal Mualem e Giannalberto De Filippis a scegliere Bologna come casa, oltre alla collaborazione regolare con la compagnia di Sasha Waltz Michal propone uno studio e una ricerca utile come ponte tra la formazione e la professione del performer. La serata è composta da studi, improvvisazioni e prove aperte con artisti del territorio.
Ore 19:00: Performance studio con Michal Mualem e Laura Cossignani.
Ore 20:00: “ORDINARIA CRITICITÁ” – Improvvisazione strutturata con Laura Cossignani, Giannalberto De Filippis, Riccardo Leone, Michal Mualem, Michela Silvestrin e Chiara Zompa.
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