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Studio Poteca, la bottega cinematografica bolognese che conquista Prime Video

02-10-2025

Di Beatrice Belletti

«Non bisogna più chiedere il permesso a nessuno per produrre un film», racconta Alessio Gonnella, regista e fondatore di Studio Poteca. È questo lo spirito con cui un gruppo di giovani cineasti bolognesi d’azione ha deciso di rimboccarsi le maniche durante il lockdown e dare vita a una realtà indipendente che oggi porta il proprio film, “Andrà Tutto Bene”, su Amazon Prime Video.

Abbiamo chiacchierato con Alessio di cinema e di sogni che si realizzano, ripercorrendo la storia della sua bottega cinematografica fino al recente debutto mainstream sulla piattaforma di Amazon. Studio Poteca nasce dall’incontro di quattro “artigiani indipendenti”: Manuel Rossi (cameraman, macchinista, regista), Mattia Depalo (DOP, regista), Matteo Macchiavelli (DOP, produttore, regista) e Alessio Gonnella (DOP, regista).

«Ho fondato Studio Poteca insieme a questi amici/colleghi per rispondere al desiderio di riportare nel cinema la dimensione artigianale», spiega Alessio, «ripartire da quei saperi e da quel coraggio un po’ ingenuo che ha dato al Cinema italiano il neorealismo e la prima commedia all’italiana, i nostri punti di riferimento.»

Alessio Gonnella

Accanto al nucleo fondatore, un ampio gruppo di collaboratori ha dato sostanza ai progetti: «Alice Citarella, produttrice; Matteo Baschieri, actor’s coach; Nicola Miele, musicista e compositore; Ludovica Pasca, cantante, musicista e compositrice; Camille Marteaux, montatrice; Giusy Di Trapani, costumista; Ilenia Burtoli, scenografa; Francesca Lelli, scenografa; Cristina Oddo, truccatrice; Zhou Xiaoyu, illustratrice; Arianna Favalli, filmmaker; Francesca Iannella, montatrice. Faccio tutti i nomi perché ci tengo», sottolinea Gonella, a conferma di un approccio corale.

Poteca non è solo una sigla, ma un manifesto di intenti. «Viviamo in un momento di incredibili cambiamenti, non sempre piacevoli. Il cinema sembra in crisi, ma non si può continuare a lavorare con la stessa organizzazione dei reparti di trent’anni fa», continua Alessio. «La tecnologia è andata avanti e servono conoscenze diverse, nuove e approfondite, vedo questi nuovi artigiani, che hanno studiato con l’anima le nuove tecnologie e i nuovi mezzi ma non riescono ad esprimersi in Italia». La definizione di artigiano secondo Alessio: è un’artista che mette al centro la sua opera e non il suo ego. «In quest’epoca qualcuno sente il bisogno di più ego?» ironizza. L’idea di “bottega” per lui significa spazio di sperimentazione e condivisione di competenze: artigiani digitali capaci di reinventare luci e tecniche in modo sostenibile.

«Nel nostro film la sfida era non usare luci cinematografiche classiche: abbiamo girato solo con lampadine comprate da Tecnomat», racconta. Una scelta creativa, ma anche etica: «non esiste sfumatura di luce che giustifichi lo spreco di un faro da 8000».

E così Studio Poteca arriva alla prima prova collettiva, si intitola “Andrà Tutto Bene”e vede Michele, un trentenne cacciato di casa dalla compagna, cercare ospitalità da un’amica. Ma scatta il lockdown: sarà costretto a una convivenza forzata con degli sconosciuti. Ambientato durante la pandemia, il film non si concentra sul virus, ma sulla fragilità umana. «È una commedia sull’incapacità di stare soli, in pace».

Girato con un budget ridotto e in condizioni di emergenza, il set è stato un banco di prova: «eravamo tutti assistenti o manovali. Ma con coraggio e passione abbiamo dato tutto». Se la lavorazione è stata un’impresa, la distribuzione non è stata da meno: «ci sono voluti due anni di lotta costante per convincere Amazon Prime Video a prendere il film». Il percorso è stato fatto di passaggi da piccoli a grandi distributori, fino all’approdo sulla piattaforma. «Quando premi play sul film prodotto con 18.500 euro e parte la pubblicità dell’NBA… ti senti di aver scalato l’Everest».

Andrà Tutto Bene è anche un film profondamente bolognese. La città è sfondo ma è anche personaggio, in che misura ha impattato sulla narrazione e sulla sceneggiatura? E cosa rappresenta la città per una casa di produzione indipendente nel 2025?

“Bologna è un personaggio fondamentale, poi il film ha un’anima profondamente bolognese: la città universitaria per eccellenza, dove si creano questi microcosmi in case abitate da sconosciuti che vengono da ovunque, che la pensano diversamente ma che devono condividere cucina e bagno, gente particolare, stramba e singolare… Questa è Bologna, ed è anche la premessa per la nostra commedia.
A volte servono “quelli che, come noi, vengono a studiare da fuori e poi restano”, per ricordare a tutti la bellezza ed il carattere di una città che ci ha fatto innamorare.”

Still “Andrà Tutto Bene” ©

Come è nata l’idea di Studio Poteca?
“In un libro di storia del cinema, Gian Piero Brunetta cita un articolo del 1945 che ci ha colpito molto: un giornalista racconta che sul set “mancano luci, corrente e materiale. Hanno unito ritagli di vecchie pellicole per avere nuova pellicola su cui girare. Eppure si continua a girare”. Quel giornalista era sul set di Roma Città Aperta. Ci siamo detti: se nel dopoguerra giravano senza mezzi e senza paura, perché noi no?
Siamo nell’epoca dell’alfabetizzazione universale per il video: tutti hanno tre telecamere in tasca e le usano quotidianamente… Spesso si sottolineano i lati negativi di questa cosa, che sicuramente ci sono, ma a noi piace concentrarci sull’aspetto meraviglioso: non bisogna più chiedere il permesso a nessuno per produrre un film!
Ora più che mai, si possono raccontare storie che ci stanno a cuore per davvero, che hanno un valore umano. Perché sia chiaro: il cinema è intrattenimento, certo! E’ industria, certo! Ma non è anche cultura? Ecco cosa intendo per ripartire dal basso: ripartire dalle idee da trasmettere, dalle basi, dal genuino.
Se i grandi attori del mercato cinematografico non sono d’accordo con noi e non ci producono… Pazienza, fondiamo Studio Poteca e ci produciamo come possiamo: questo è lo spirito.”
Con la distribuzione digitale, è cambiato il tuo modo di pensare la produzione? Senti di dover mediare certe scelte artistiche per adattarti a un pubblico “più ampio”?
“No, per niente! Nessuno sa con certezza cosa funzionerà da qui a due anni sul web e se segui statistiche e tendenze stai già facendo cose vecchie… Godiamoci questa libertà.”
Quali sono state le influenze cinematografiche o artistiche che ti hanno ispirato nella costruzione dell’estetica del film?
“Io vengo dalla scuola napoletana di Eduardo De Filippo e Totò, poi mi sono innamorato della Commedia all’Italiana di Monicelli e dei film neorealisti che il mio Professore di Italiano, il Prof. Albanese, ci faceva vedere alle scuole medie: le uniche due cose che ho rubato in vita mia sono un cd dei Led Zeppelin e la videocassetta (esatto, una videocassetta) di Sciuscià, di De Sica… Ma il cd l’ho restituito, mi sentivo in colpa. Crescendo, vedendo Woody Allen e i fratelli Coen ho pensato: Ah ok, la commedia si fa così.”

“Andrà Tutto Bene” ©

C’è qualcosa che ti ha sorpreso soprattutto nel modo in cui le persone hanno reagito al film?

“Sono rimasto incredibilmente sorpreso dalle reazioni del pubblico al film: prima di tutto nessuno ci ha detto “è venuto bene considerando che è un progetto indipendente”… Ci parlano solo di quello che provano mentre lo vedono. Non c’è complimento migliore secondo me: è la conferma che il pubblico vuole storie genuine e non ghirigori barocchi. Poi, essendo un film fortemente autobiografico, è bello vedere che devo aver toccato delle corde comuni.”

In un panorama dove le piattaforme richiedono costi, logiche e algoritmi, come preservare l’autenticità del racconto e delle storie “indie”?
“Quest’epoca è il paradiso del cinema Indie! Lasciamo alle grandi produzioni le preoccupazioni di statistiche e marketing.
Il cinema indipendente ha il vantaggio di cui parlavo prima: siamo liberi di fare quello che vogliamo… Tanto un film indipendente ci mette due anni circa ad arrivare nei grandi circuiti di streaming.
In quei due anni logiche ed algoritmi sono cambiati totalmente! Preoccupiamoci di raccontare storie con un’anima, quelle restano ed in qualche modo il pubblico sente che sono genuine.
Poi certo, in tutto questo marasma di contenuti come far sì che un film venga effettivamente visto? Questa è una domanda complessa che merita una risposta che cambia da film a film.”
Quali progetti avete in cantiere?
“Grazie al nostro film indipendente abbiamo guadagnato una certa affidabilità: prima di tutto da parte di Filandolarete, che sostenuta da Emilia-Romagna Film Commission, Legambiente, Aipo, Università di Parma e alcuni municipi, sta producendo il nostro secondo film “Via Po“: un documentario, che si propone di cristallizzare in un film la situazione del grande fiume Po, in questo momento storico di cambiamenti turbolenti. Lo finiremo a maggio 2026, se non ricordo male. Manuel Rossi sta dirigendo il suo secondo film, dal titolo provvisorio Lazaro y Maritza: un documentario toccante che segue la vita di un taxista cubano abusivo. Anche questo film sarà pronto a metà 2026 circa.
Stiamo poi lavorando a due film documentari di cui non posso parlare perché siamo sotto NDA, ma posso dire che saranno molto attuali e affronteranno tematiche calde in maniera veramente inaspettata… Ci vediamo nel 2027!”
Con quale grande nome della cinematografia, vivo o morto, vorresti andare a cena? E cosa gli/le chiederesti?
“Charlie Chaplin e Alfred Hitchcock sono la storia del cinema, però se potessi scegliere solo un personaggio… Andrei a cena con Sergio Leone, mi siederei e gli chiederei “Maestro come ha fatto?”, poi prenderei appunti in silenzio per i successivi undici mesi. Sarebbe una cena lunghissima.”

“Andrà Tutto Bene” ©

Giochiamo a letterboxd, quali sono i tuoi top 5 film preferiti? Quale voto gli dai e perché?

“Salto i grandi tipo Pulp Fiction, Quei bravi ragazzi, Il Buono il Brutto e il Cattivo, Io e Annie, Il Grande Lebowski e Psyco… Film perfetti, che non hanno certo bisogno che qualcuno aggiunga altro!
Ti direi:
  • Barton Fink, dei fratelli Coen, voto 7, per la capacità di trasmettere al pubblico una grande verità: non date mai per scontato la banalità della vita, che invece è meravigliosa e molto più sorprendente di quello che crediamo.
  • Everything Everywhere All at Once, di Kwan e Scheinert , voto 8, perché è l’unico film che è riuscito a restituirmi perfettamente la compenetrazione confusa di cose, il post post post post moderno che regna in questo momento storico.
  • Il Monello, di Chaplin, voto 9, ok… Film perfetto questo, ma in quest’epoca è fondamentale ricordarsi che esistono sentimenti veri.
  • Vita di Pi, di Ang Lee, voto 7, perché è un film che racconta una storia tragica nella maniera più simbolica possibile: la cultura che resiste al tempo si fa con i simboli, non ha senso limitarsi a riportare i fatti.
  • Perfect Days, di Wim Wenders, voto 8, perché è rassicurante sapere che nel caos di questo mondo c’è ancora spazio per una serenità semplice, che basta a sé stessa.”
Scegli 3 film con cui descrivere l’anima e l’identità di Studio Poteca
“Bellissima domanda! Sceglierei L’Armata Brancaleone, La Banda degli Onesti ma soprattutto i Soliti Ignoti… Ci rivedo proprio noi: squattrinati e bonaccioni che non si rassegnano alla miseria e si ostinano a fare quel colpo scientifico!”
Ci suggerisci un app, piattaforma e account social da seguire per cinefili/cinefile o aspiranti director?
“Per l’intrattenimento c’è di tutto, per il cinema secondo me c’è Mubi e la I Wonder Pictures (a Bologna, tra l’altro) che ha un progetto interessantissimo: IWonderFull.
Ci sono anche molti recensori sui social, ma non ho ancora capito come distinguere quelli appassionati per davvero da quelli che inseguono solo tendenze e algoritmi: mi sono fatto un’idea, ma non ha alcun fondamento quindi la tengo per me.”
Come vedi crescere Poteca nei prossimi 3-5 anni?
“Spero tanto che Poteca riesca a diventare una dignitosa casa di produzione, sulla scia di quella rivoluzione sensata che sta portando avanti la A24 negli USA: il nostro punto di arrivo sarebbe collaborare stabilmente con I Wonder e Mubi. Ne abbiamo di strada da fare!”

“Andrà Tutto Bene” ©

Per chi volesse conoscere da vicino Studio Poteca e i suoi artigiani, l’occasione è il 23 novembre al Circolo della Pace: una serata a ingresso libero con aperitivo, musica e la proiezione di Andrà Tutto Bene, dalle 19:00 in avanti.

Un modo per celebrare insieme a Bologna una piccola grande storia di cinema artigiano che, partendo “dal basso”, è arrivata su Prime Video senza perdere autenticità.

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