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Abbassate i visori, Alterego Digital Lab porta poesia e fotografia nel Metaverso

17-04-2024

Di Mattia Lusini

Le emozioni sono portate all’ennesima potenza, l’esperienza è multisensoriale. Basta abbassare il visore e ascoltare testi letti direttamente da poeti, in un ambiente che ricalca le sensazioni che la poesia vuole trasmettere.

Loro sono Alterego Digital LAB e portano poesia e fotografia nel Metaverso.

I tre co-founder sono Elisa Fantini, nata a Siena in cui ha studiato design digitale, Leopoldo Ferrari, architetto veneto e artista a 360 gradi e la bolognese Martina Generali, modellatrice 3D che ha studiato comunicazione e marketing. Insieme, dal 2020, si occupano di realtà virtuale.

Il loro progetto consiste nella costruzione di un ambiente virtuale che, grazie all’utilizzo di specifici visori di realtà aumentata, vuole ricreare e amplificare le emozioni suscitate da una particolare tematica. «Il nostro concept può essere esteso a qualsiasi settore culturale: pittura, scrittura, scultura, ecc. ma, forse, il nostro preferito è la fotografia» afferma Leopoldo.

La possibilità di valorizzare un’opera d’arte, più o meno tangibile, può rappresentare una grande opportunità di rilancio di luoghi ormai caduti in disuso: «grazie alla realtà aumentata, potremmo ridare vita a chiese abbandonate, ex conventi o quadri che non possono ricevere un restauro a causa del costo ingente» sostengono i tre all’unanimità.

L’ambiente virtuale che loro creano è molto articolato ed è il frutto dell’integrazione delle competenze di ognuno: testi, musica, grafica e animazione sono studiate minuziosamente nei minimi dettagli. La preparazione di tutto ciò richiede uno storyboard simile a quello cinematografico.

Lo spazio entro il quale l’utente si può muovere è potenzialmente infinito, ma viene tracciato e limitato per permettere di godere dell’utilizzo del visore. «Le persone, una volta che lo indossano, si ritrovano all’interno di una realtà incredibilmente vera, nella quale le emozioni provate sono all’ennesima potenza» afferma Martina.

I due progetti più grandi a cui hanno lavorato sono Archè e Metapoetry: il primo è relativo alla fotografia nelle Logge del Papa di Siena nel 2022, mentre il secondo sulla scrittura avrà luogo tra pochi giorni alla stazione Leopolda di Firenze, in occasione del Bright Festival il 20 e 21 aprile.

Metapoetry ha come obiettivo quello di portare la poesia nel metaverso andando a unire il mondo della realtà aumentata, ben espressa dai ragazzi di Alterego, con quello della letteratura dell’associazione Militanti, collettivo che si occupa di poesia performativa. I due gruppi stanno lavorando insieme per farsi trovare pronti sabato prossimo al Bright Festival, festival internazionale che dedicato alla creatività digitale.

Alla mia domanda “Non temete che il vostro concept possa infastidire i nostalgici dell’arte tradizionale lontana dalla tecnologia?” la risposta è stata condivisa dai tre: «Non vogliamo sostituire la tradizione, ma vogliamo dare un supporto alla stessa: continuate a frequentare e a godere dell’opera, della poesia e della letteratura, ma usate i nostri visori come approfondimento emozionale!».

Il target di popolazione che durante i vari eventi si mostra interessata alla realtà virtuale è vario: dai 20 ai 70 anni e la richiesta è sempre in aumento. «I giovani si mostrano più curiosi, ma anche persone di 60 anni hanno pianto di gioia per aver goduto della visione così particolare di una fotografia o di una poesia. – afferma Leopoldo e continua – Siamo andati sui monti di La Spezia in cui eravamo ospiti di una struttura che organizzava una giornata completa ai propri clienti. A causa della grande richiesta, il tempo era ormai scaduto e un signore di 70 anni non era riuscito a indossare il visore. Per farlo contento lo abbiamo seguito nel trekking organizzato, facendogli indossare il visore mentre camminava!».

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