Se mio nonno per dare il primo bacio alla sua amata ha dovuto affrontare una lunga trafila di riti, corteggiamenti e giochi di seduzione, oggi, a distanza di qualche decennio da allora, per incontrarsi con qualcuno e andarci a letto bastano un algoritmo e qualche click.
Per i più giovani è inconcepibile che le persone in passato si potessero dare un appuntamento senza avere un cellulare in mano e io, che mi situo al confine tra le generazioni, non capisco bene come si facesse allora ma non so nemmeno come scocchino le moderne frecce di cupido.
Lo chiedo a due fumettisti, Gianluca Ascione, autore ventiquattrenne de Il grifone d’oro, nuovo volume della collana di racconti brevi Henry Darger di Canicola Edizioni e Cristina Portolano, 32 anni, che ha esordito nel 2016 con Quasi signorina, edito da Topipittori e che nel suo libro Non so chi sei (Rizzoli Lizard), racconta le vicissitudini sentimentali e sessuali di una ragazza che, terminata una storia d’amore, si rimette in gioco e lo fa attraverso Tinder.
I due giovani talenti del fumetto italiano, per i quali le app di incontri sono un pretesto per inoltrarsi con matita e narrativa nell’intricato mondo dei sentimenti e della sessualità, si confronteranno sul tema dell’intimità nell’era digitale, il 24 novembre alle ore 19 durante l’incontro It’s a match.
L’incontro, inserito nel calendario della 12a edizione di Bilbolbul, Festival internazionale del fumetto, precede l’inaugurazione della mostra Il grifone d’oro, in cui sono presentate le tavole dell’omonimo libro di esordio di Gianluca Ascione e si terrà al Centro di documentazione F. Madaschi nella sede del Cassero Lgbt Center.
Da chi nasce l’idea di It’s a match?
Gianluca: “Ho conosciuto Cristina attraverso la casa editrice Canicola, per la quale anche lei ha lavorato. Non trattiamo tematiche simili ma complementari e a me è venuto spontaneo pensare a lei come la persona più adatta per questo incontro”.
Cristina: “L’idea è nata dal nostro stesso editore, Canicola, che ha trovato tra noi dei punti di contatto”.
Di cosa parlerete?
Gianluca: “Sarà una chiacchierata per introdurre la mia mostra che si inaugurerà dopo l’incontro. Non daremo né pareri categorici né giudizi sulle nuove tecnologie. Intendiamo mettere in luce la complessità che vivono le persone che si approcciano alle app e non discutere delle applicazioni di per sé. Si tratta di un incontro con se stessi, in fondo!”.
Cristina: “Parleremo del percorso di Gianluca visto che la mostra è sua”.
Parlami brevemente della tua grafhic novel? Dov’è ambientata?
Gianluca: “È ambientata a Bologna e parla di Francesco, studente fuori sede che lavora come cameriere in un ristorante dal nome Grifone d’oro. Ha una relazione un po’ singolare e non molto canonica con Gianni, persona poco costante. Francesco utilizza un’app, che rappresenta una parodia di Grindr (applicazione per incontri gay) e che costituisce un mezzo con cui volare altrove in un attimo. Ad animare la storia con tinte fantasy sono delle creature, che accompagnano il lettore verso una seconda lettura. Questi esseri fantastici e invisibili raccontano il non detto e svelano gli umori che animano i personaggi del racconto”.
Cristina: “Il mio fumetto ‘Non so chi sei’ è ambientato tra Napoli e Bologna. Nel libro ci sono comunque anche riferimenti a città nascoste per esempio Roma o Padova. Ma più che in un luogo fisico l’intero fumetto è ambientato in uno stato mentale, in un luogo virtuale”.
Quali tuoi lavori saranno esposti durante Bilbolbul?
Gianluca: “Dal 24 novembre sino al 4 dicembre, al Centro di documentazione F. Madaschi – Cassero Lgbt Center saranno esposte tutte le tavole del mio albo, seppur non in formato originale. Non ho degli originali perché il fumetto è creato in parte con la tecnica digitale e in parte con matita e acquarello”.
Cristina: “Sarà possibile vedere la mia mostra delle tavole del mio ultimo fumetto per bambini ‘Io sono Mare’ (Canicola, 2018) presso il Museo di Arte Contemporanea di Bologna Mambo. La mostra ha inaugurato durante il festival Gender Bender e finirà il 2 dicembre”.
Come è cambiata l’intimità ai tempi delle app?
Gianluca: “Non lo so. Questa è inevitabilmente la mia risposta perché in realtà io sono cresciuto con le app. Non riesco a parlare di relazioni senza toccare l’argomento dei social e delle applicazioni”.
Cristina: “L’intimità non cambia, ma cambiano i mezzi con cui la si persegue. L’insicurezza fa sì che noi a monte vorremmo capire le intenzioni dell’altro ma questa è una cosa impossibile poiché le intenzioni cambiano come cambiano le circostanze e come cambiamo noi. Bisogna assecondare il proprio istinto e la propria ricerca di interazione e intimità con l’altro, senza perdere di vista il fatto che si è persone autonome e consenzienti”.
Una caratteristica o una particolarità che ti piace molto di lei/lui?
Gianluca: “La sua spigliatezza. Cristina è un treno: è fortissima. Si lancia in qualsiasi cosa e questa è una qualità invidiabile. Lei ha la capacità di non farsi grossi problemi”.
Cristina: “Gianluca è un disegnatore straordinario, nel suo fumetto è mescolato l’underground e la pittura giapponese”.
Quali sono le app più utilizzate per incontrarsi?
Gianluca: “A mio parere, sono Tinder e Grindr”.
Cristina: “Sicuramente Badoo, Grindr, Okcupid, Adotta un ragazzo, e Tinder ma ultimamente ne ho incontrata una dedicata ai più credenti: Amicizie cattoliche. Anche loro vogliono scopare, mi sembra giusto”.
Sembra giusto anche a me e, tornando ai miei nonni, alla fine si sono incontrati, si sono baciati e hanno avuto 12 figli, uno più uno meno, e se fossero stati distratti dai social e dalle app non so se avrebbero avuto il tempo di farne così tanti.
Condividi questo articolo