Musica & Libri

Binario69, in Bolognina un piccolo tempio della musica indipendente dove ogni artista ha “il suo pezzo di Binario”

29-10-2025

Di Valentina Toro

Bologna è musica, si sa. È stata ed è tuttora la patria di famosi cantautori, è stata nominata dall’UNESCO Città della Musica, è un luogo dove il Jazz è parte della identità culturale della città, è ricca di Club e presenta addirittura un piano intero ad essa dedicato all’interno di una delle biblioteche più importanti: Salaborsa. Sono tanti i locali dove si fa musica a Bologna ma alcuni, provano anche a sperimentare, come il Binario69, locale simbolo in Bolognina.

Vicino al centro ma non troppo, vicino alla stazione ma non troppo, il Binario, che si trova in via de’ Carracci 69/7d ed è gestito da Ozono APS, ha concepito il suo spazio in questi anni come un piccolo tempio della musica multiforme e versatile, quella che si suona a stretto contatto con il pubblico e partecipa con esso ad una riuscita plurale e collettiva.

Nato nel 2017 come circolo inclusivo/antifascista, prima di diventare il club che conosciamo, lo spazio era stato un bar diurno e, prima ancora, un night. Durante l’anno di apertura lancia il “biglietto sospeso”: ovvero chiunque poteva lasciare un ingresso pagato per chi non poteva permetterselo. È tra i primi club in Italia ad adottarlo ed è ancora attivo. Tra pandemia e vincoli, il locale chiude fino al 2022, quando riparte con una lunga festa di tre giorni insieme a tante band e artisti tra jazz, funk, world e una novità: una piccola stuzzicheria sia per la sera che per il pranzo. Non per tutti però, a pranzo solo “per i lavoratori e per chi fa l’amore”, questo lo slogan.

L’ obiettivo del Binario è quello di “accogliere tutti”, come mi racconta il direttore artistico Luca Li Voti, dando spazio a progetti nuovissimi che non avrebbero voce in altri contesti. Si guarda alla scena bolognese ma anche a quella di altre città italiane come Modena, Cremona, Torino e alla scena europea e internazionale. “Noi guardiamo a quello che un artista ha da dire diventando il suo amplificatore”; la musica diventa l’unica protagonista ed il collante per la creazione di una comunità autentica e viva, dove ognuno ha il suo pezzo di Binario”. L’approccio inclusivo del Binario vuole valorizzare voci spesso marginalizzate e allo stesso tempo incentivare la scelta plurale del pubblico, favorendo l’incontro tra persone con background musicali e culturali diversi. Proprio per questo scopo è stata ideata la Jam Station, ciclo di jam session aperte a tutti, in programma ogni mercoledì nei periodi da ottobre a dicembre e da gennaio a maggio, dalle ore 21:00 a mezzanotte. Jam Station è uno spazio per giovani musicisti che vogliono mettersi in gioco, un ponte tra generazioni che unisce chi vive la musica da anni e chi muove i primi passi sul palco, tra jazz, funk, blues e improvvisazione. L’iniziativa promuove la musica come linguaggio universale. Il club offre palco e strumentazione favorendo l’incontro tra professionisti e nuovi talenti e offrendo ai giovani musicisti la possibilità di suonare accanto ai più esperti davanti a un pubblico.

Il programma delle prossime settimane vede la presenza di personalità molto interessanti: il 1 novembre sarà la volta del rapper di Brooklyn Akai Solo, il 14 novembre, nell’ambito del Bologna jazz festival, salirà sul palco Matteo Paggi, trombonista di Enrico Rava, con il suo nuovo progetto Giraffe. Un’altra data da segnare sul calendario sarà sicuramente il 19 dicembre che vedrà la presenza della band The Funkin’ Machine, un progetto di Paolo Petrella, Roberto Porzio e Andrea de Fazio (membri anche dei Nu Genea), dedicato al recupero delle vere sonorità funk anni ’60-’70. Queste sono solo alcune date che la ricca programmazione del Binario offre, altri eventi sono consultabili sul sito.

Il Binario mi appare ora come un tempio da salvare e custodire con cura. Dare spazio gratuitamente alla musica non mainstream è una scelta coraggiosa, tanto quanto investire sulla musica per un artista. La speranza è che il coraggio venga sempre premiato (e magari anche supportato), affinché sempre più artisti possano avere il loro “pezzo di Binario”.

Condividi questo articolo