“La tecnologia è uno strumento potentissimo, ma come ogni strumento, il suo impatto dipende dall’intenzione e dalla visione di chi la governa.”
Con queste parole, Cosmano Lombardo, Founder e CEO di Search On Media Group, ci invita a interrogarci su chi debba guidare l’innovazione e con quali principi. Non possiamo lasciare che siano solo i mercati a decidere: serve un impegno collettivo che metta al centro il bene comune, accettando che il progresso richiede anche il coraggio di sbagliare. Così come le aziende sono chiamate a contemplare l’errore come parte integrante di un processo di innovazione, anche noi, nella nostra vita, dobbiamo imparare a trasformare le sfide in opportunità e gli ostacoli in tappe di crescita. E proprio un’opportunità è quella che arriva in città dal 4 al 12 dicembre: la Bologna Tech Week 2024. Giunta alla sua seconda edizione, questa manifestazione celebra il potenziale della tecnologia attraverso una settimana di incontri, workshop e tavole rotonde su temi che spaziano dall’intelligenza artificiale alla sostenibilità, dal digitale al futuro delle imprese, allargandosi anche ai settori dell’arte e della cultura.
È una settimana in cui idee, tecnologie e persone si incontrano per co-creare un futuro migliore, con l’idea di rendere Bologna un punto di riferimento per l’innovazione. Qui la nostra guida agli eventi.
Abbiamo intervistato Cosmano Lombardo, CEO di Search On Media Group, per approfondire il valore dell’iniziativa, le sue peculiarità e il ruolo strategico di Bologna come palcoscenico ideale per un evento che guarda al futuro.
La tecnologia non è fine a se stessa. La tecnologia ha il potenziale per migliorare la società, ma non è mai neutrale: riflette i valori, le scelte e le priorità di chi la progetta e la utilizza. Secondo lei, come possiamo assicurarci che l’innovazione tecnologica serva davvero a migliorare il benessere collettivo e non finisca per accentuare disuguaglianze sociali o creare nuove forme di esclusione?
La tecnologia è uno strumento potentissimo, ma come ogni strumento, il suo impatto dipende dall’intenzione e dalla visione di chi la governa. Per fare in modo che l’innovazione tecnologica migliori il benessere collettivo, dobbiamo mettere al centro la società, non il singolo individuo, e utilizzare un approccio etico, inclusivo e sostenibile. Non possiamo lasciare che siano solo i mercati o le grandi corporazioni a decidere: serve una convergenza di intenti tra innovatori, politici, accademici e cittadini.
Dobbiamo lavorare su due fronti principali. Educazione e formazione in prima battuta: l’uso consapevole e virtuoso delle tecnologie e del digitale, così come dell’intelligenza artificiale deve necessariamente passare per l’educazione e la formazione. I primi da coinvolgere sono gli studenti e i ragazzi, avvicinandoli anche alle nuove professioni. Il secondo fronte implica la creazione di spazi e momenti di confronto e co-progettazione, in cui l’innovazione non sia solo una questione di profitto, ma di impatto sociale positivo. Per evitare che le disuguaglianze si amplifichino, dobbiamo garantire accesso equo alle tecnologie e progettare sistemi che siano inclusivi fin dal principio. Questo richiede regole chiare e condivise, ma anche un nuovo modo di pensare il progresso: non come una corsa al profitto individuale, ma come un’opportunità per generare bene comune.
Search On Media Group, già promotore di eventi come l’AI Festival e WMF – We Make Future ha ampliato il proprio percorso nel 2023 con la creazione della Bologna Tech Week. Quali sono, secondo lei, le principali differenze tra queste due grandi manifestazioni? E quali invece gli elementi comuni che le rendono parte di un’unica visione strategica?
La Bologna Tech Week e il WMF – We Make Future sono due iniziative di Search On Media Group che condividono l’obiettivo di promuovere l’innovazione, ma differiscono significativamente per approccio e finalità. La Bologna Tech Week è pensata per abbracciare la città nella sua totalità: un evento diffuso, grazie al coinvolgimento dei numerosi partner, e interdisciplinare che intreccia tecnologia, sostenibilità e cultura, creando un ponte tra il tessuto produttivo locale e le sfide globali dell’innovazione. La partecipazione di diversi pubblici – dai cittadini ai professionisti – ne sottolinea il radicamento territoriale e il carattere partecipativo.
Il WMF, d’altra parte, è una Fiera Internazionale certificata di grande respiro, centralizzata nella cornice di BolognaFiere. Qui si incontrano aziende, startup stakeholder e attori globali del settore tecnologico e digitale, in un contesto orientato allo sviluppo di opportunità di business. Con padiglioni tematici, molteplici stage formativi e incontri B2B, il WMF si è affermato come uno dei principali appuntamenti mondiali per l’innovazione.
Ciò che accomuna queste manifestazioni è una visione proiettata al futuro, che punta a coniugare progresso tecnologico e sostenibilità, valorizzando sia il contesto internazionale sia le eccellenze locali. Mentre il WMF guarda al mondo accogliendolo, la Bologna Tech Week celebra il legame con il territorio, rendendo la città un punto di riferimento per l’innovazione a più livelli.
Avete detto che uno dei vostri obiettivi è rendere la Bologna Tech Week un laboratorio aperto di innovazione: cosa intendete esattamente?
Quando parliamo della Bologna Tech Week come un laboratorio aperto di innovazione, intendiamo creare uno spazio dinamico, inclusivo e partecipativo dove persone, idee e tecnologie si incontrano per generare soluzioni concrete alle sfide di oggi e di domani. Questo significa andare oltre il concetto di evento tradizionale: vogliamo che la città stessa diventi un ecosistema vivo in cui cittadini, aziende, startup e istituzioni collaborano in tempo reale, condividendo conoscenze e sperimentando nuove applicazioni tecnologiche.
Attraverso formazione, workshop, tavole rotonde e momenti di confronto, miriamo a favorire la contaminazione tra diversi ambiti – dall’intelligenza artificiale alla sostenibilità, dall’imprenditorialità all’innovazione sociale. Il nostro obiettivo è creare un contesto accessibile e stimolante, in cui sia possibile non solo discutere il futuro, ma anche co-crearlo, trasformando Bologna in un modello di innovazione applicata, aperta a tutti.
”Il futuro è adesso e il futuro è Bologna” ha detto l’assessore all’innovazione digitale del Comune di Bologna, Massimo Bugani. Perché avete scelto Bologna? Quali caratteristiche, secondo lei, la rendono un terreno fertile per accogliere questo tipo di manifestazione?
Bologna rappresenta la scelta ottimale per ospitare la Bologna Tech Week grazie alla sua capacità unica di coniugare tradizione e innovazione. Oltre a vantare l’Università di Bologna, un centro di eccellenza accademica e scientifica tra i più prestigiosi al mondo, la città ospita numerosi hub di innovazione. Realtà come il Tecnopolo, sede del supercomputer europeo Leonardo, e il Competence Center BI-REX, specializzato nella transizione digitale delle imprese, sono esempi concreti dell’avanguardia tecnologica del territorio. Sul fronte culturale e sociale, Bologna è conosciuta per la sua apertura e inclusività, qualità che stimolano lo scambio di idee e la creazione di reti collaborative. Questo terreno fertile è ulteriormente supportato dall’impegno del Comune e di istituzioni locali, che promuovono progetti di digitalizzazione e sostenibilità, rendendo la città un modello per il futuro. Bologna non è solo il palcoscenico dell’evento, ma ne è parte integrante: un vero laboratorio vivente di innovazione dove accademia, industria e cittadinanza collaborano per affrontare le sfide globali.
L’IA gioca un ruolo di primo piano nei vostri eventi: come immaginate che l’intelligenza artificiale possa evolversi e integrarsi sempre più nei contesti di business, educazione e innovazione culturale?
L’intelligenza artificiale sta diventando una leva fondamentale per il cambiamento nei contesti del business, dell’educazione e della cultura. Nel business, ad esempio, l’IA può essere una risorsa potente per migliorare l’efficienza, rendere i processi decisionali più rapidi e ottimizzare la personalizzazione dei servizi per i consumatori. Penso che stia davvero rivoluzionando la gestione delle risorse, portando le aziende a un livello di sostenibilità e agilità che prima sembrava impensabile. Nell’ambito dell’educazione, l’IA rappresenta uno strumento di supporto significativo sia per gli studenti che per gli insegnanti. Questo rende particolarmente importante la formazione, in particolare quella dei docenti, affinché possano utilizzarla in modo efficace per migliorare il proprio lavoro. Permette esperienze sempre più personalizzate, adattandosi alle esigenze di ciascun studente. Nel campo culturale, l’IA sta già sfidando e ampliando la nostra concezione di arte e creatività. Artisti e creator stanno usando l’intelligenza artificiale non solo come strumento, ma come un vero e proprio partner creativo. Le possibilità che si aprono sono infinite: nuove forme di espressione, nuove modalità di interazione con il pubblico e, più in generale, un approccio più inclusivo alla cultura. In sintesi, l’IA non è solo un prodotto della tecnologia, ma una risorsa che trasforma i modi in cui pensiamo, lavoriamo e ci relazioniamo. È un’opportunità che dobbiamo imparare a sfruttare con consapevolezza e responsabilità, sempre tenendo in mente il potenziale dell’impatto sociale ed etico delle sue applicazioni.
L’accelerazione tecnologica pone una sfida costante per professionisti e imprese: come si costruisce una cultura aziendale capace di apprendere, adattarsi e innovare in un panorama così mutevole?
Search On nasce dalla voglia di condividere conoscenza e, al contempo, dall’instancabile ricerca di nuova conoscenza, per continuare a crescere imparando. Il primo passo quindi è promuovere una mentalità di apprendimento continuo, dove il cambiamento viene visto non come una minaccia o un peso ma come un’opportunità. Le aziende devono favorire un ambiente in cui l’errore è considerato una parte essenziale del processo di innovazione, anziché un fallimento da evitare a tutti i costi. Ciò implica investire nella formazione continua dei dipendenti, per dotarli degli strumenti necessari a navigare e adattarsi a nuove tecnologie, mantenendo alta la capacità di sperimentare.
Un altro aspetto fondamentale è l’agilità. Le aziende devono essere in grado di adattarsi rapidamente, adottando modelli di lavoro flessibili e team multidisciplinari che possano rispondere prontamente alle sfide tecnologiche e di mercato. Questo richiede anche la creazione di un flusso continuo di feedback tra le diverse aree dell’impresa, per assicurarsi che le decisioni siano sempre informate e che i cambiamenti vengano implementati in modo efficiente.
Infine, la cultura dell’innovazione non può prescindere dalla collaborazione. In un mondo sempre più interconnesso, le aziende devono creare sinergie non solo al loro interno, ma anche con partner esterni, startup, università e istituzioni di ricerca. Questo tipo di apertura consente di attingere a diverse prospettive e soluzioni, stimolando una vera cultura dell’innovazione.
La Bologna Tech Week si concentra sull’innovazione tecnologica toccando vari settori, tra cui il food, il turismo, la sostenibilità ambientale e, non meno importante, la cultura e l’arte. Quest’ultima può offrire una prospettiva unica sulla tecnologia, rendendola più accessibile e umana. Come pensa che l’innovazione stia trasformando il modo in cui percepiamo l’arte e viceversa?
La tecnologia, in particolare l’intelligenza artificiale, la realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR), sta trasformando l’arte in un’esperienza più interattiva, immersiva e accessibile. Gli artisti possono utilizzare strumenti digitali per esplorare linguaggi innovativi, per esempio generando opere d’arte con l’ausilio di algoritmi o creando installazioni che rispondono ai movimenti del pubblico.
Allo stesso tempo, l’arte sta influenzando il modo in cui ci rapportiamo alla tecnologia. Le discipline artistiche portano una dimensione umana ed emozionale all’innovazione, rendendo la tecnologia più accessibile e comprensibile per il pubblico. L’arte diventa uno strumento potente per stimolare una riflessione critica sull’innovazione, aiutando il pubblico a interpretare e a sentirsi coinvolto nel cambiamento che essa porta. Quindi, l’innovazione tecnologica e l’arte non sono più mondi separati: si intrecciano, arricchendosi a vicenda e permettendo un’esperienza culturale più profonda e sfaccettata. La Bologna Tech Week, con la sua attenzione alla cultura e all’arte, offre una piattaforma ideale per esplorare come questi due ambiti possano coesistere e trasformarsi reciprocamente.
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