Vi siete mai chiesti cosa voglia dire la parola “emergente”?
Arriva la terza edizione di BOOMing Contemporary Art, fiera dell’arte “emergente e in stato di emergenza”, che ribalta completamente il significato di questa parola e i punti di vista attraverso i quali possiamo intenderla.
Per questa edizione si svilupperà su quattro rinnovate sezioni tematiche, accomunate dalla zeta: ultima lettera dell’alfabeto, gioca con il plurale inglese e lo slang della generazione Z. Può essere il capolettera di un nuovo racconto.
Ambientalismo, femminismo, cultura e attualità: sono queste le tematiche su cui verte il progetto, che prenderà luogo al DumBo, dal 2 al 5 febbraio 2023 durante Art City Bologna, e si popolerà di opere, installazioni, progetti che raccontano la contemporaneità più urgente, i linguaggi di oggi e di domani, per creare un racconto che ancora non è stato scritto: quello dell’ultima generazione, delle donne, dei ragazzi in protesta contro l’emergenza ambientale, e di tutti coloro che si preparano al futuro in un’epoca di precarietà e crisi permanente.
La sezione principale si chiama SPROUT(Z): riguarda i germogli e le nuove partenze. Mentre i protagonisti della sezione Generation(Z) sono gli “Ultracontemporanei”, fenomeno di mercato emerso nel 2022 con il successo commerciale dei giovanissimi nelle aste internazionali, ma soprattutto figli e specchio del loro tempo: esploratori del sovrumano fra reale e digitale, collezionisti di mostri, narratori di nuove e fluide identità, dissacratori e liberi creatori di mondi più equi e più sostenibili.
BOOMing intercetta i fermenti e le tensioni delle nuove leve artistiche, chiamate a rappresentare una società in piena emergenza e porta in esposizione artisti Under 33, presentati da galleristi o curatori altrettanto giovani, ma anche collettivi ed esperienze indipendenti.
La fiera quest’anno vedrà anche opere importanti come le fotografie più intense di Letizia Battaglia, dal progetto Corpo di donna, provenienti dalla parte di archivio gestito dalla fiorentina Crumb Gallery. Letizia Battaglia è il nome di punta della sezione FEMINISM(Z) dedicata all’arte delle donne, che è emergente per definizione e sottolinea per contrasto le contraddizioni strutturali della società.
La fiera bolognese dedica una sezione speciale, 7 DAY(Z) FOR FUTURE, alla vera emergenza, quella ambientale, dando voce a diverse generazioni di artisti e spazio alla ricerca di stimoli e azioni collettive per ricostruire un diverso rapporto fra uomo e natura. A ribadire l’impegno intergenerazionale per un futuro più sostenibile, sarà quest’anno il progetto speciale ANTIMATTER_STONE A BOLOGNA, un’operAZIONE Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto che prende il nome dalla scultura monumentale dell’artista Sebastiano Pelli, realizzata in materiali di scarto e fatta per contenere e simbolicamente trasformare rifiuti materiali in energia collettiva generata nelle performance che attorno a essa prendono vita.
Tra i progetti ci sarà anche la trinità artistica del rinoceronte di Stefano Bombardieri. Lo scultore ha reso unico uno dei suoi rinoceronti de Il Peso del Tempo Sospeso imprimendo la propria impronta digitale – da qui il nome IMPRINT – e creandone una versione NFT in collaborazione con Modular Labs, a sua volta trasformata in ologramma. Le tre opere sono state messe all’asta il 28 gennaio presso la galleria Gare82 di Brescia. Bombardieri porterà a BOOMing 333 NFT che riprendono l’opera unica alterata nei colori, texture, sfondi e serializzata.
Per avere uno sguardo del tutto eccezionale, abbiamo contattato la Direttrice artistica Simona Gavioli, che ci ha concesso un’intervista per raccontarci delle radici, della crescita, e della fioritura dell’iniziativa.
Il progetto BOOMing ci ha colpit* perché mescola la necessità di arte alla sensibilizzazione a determinate tematiche che ai giorni nostri sono più sentite che mai. Com’è nata la volontà di creare un progetto simile?
«Siamo fermamente convinte che l’arte sia strettamente legata alla vita, che abbia un ruolo guida tanto nel sentire individuale che nel sociale e che abbia il potere di generare un impatto positivo nel mondo. La scelta di affrontare certe tematiche non si qualifica quindi come qualcosa di altro ma come naturale svolgimento della pratica artistica. Noi abbiamo deciso di dare spazio ad alcuni dei temi più urgenti perché la mission di BOOMing è dare voce all’emergenza ma avremmo potuto ampliare il ventaglio all’infinito».
Sul vostro sito spiegate il senso ambiguo della parola “emergente”, e di come il vostro obiettivo sarebbe quello di scardinarne il significato. Potresti parlarci di questo?
«Abitualmente nel sistema dell’arte con il termine “emergente” si indica un artista under 35, emergente in senso anagrafico quindi, oppure un artista che non è ancora, o lo è da poco, presente sul mercato e/o rappresentato da una galleria. È pur vero che in questa edizione torniamo a dare spazio ai giovani, ma per noi la parola “emergente” ha ben altro significato. Emergente indica la necessità di emergere, di portare fuori, di comunicare la propria interiorità e allo stesso tempo di portare a galla tematiche urgenti. Allarghiamo quindi lo sguardo a tutti quegli artisti che vivono l’arte come veicolo emotivo e motore di un cambiamento sociale».
Ed eccoci qui, nel 2023 con un nuovo capitolo di BOOMing. Cosa possiamo aspettarci di nuovo rispetto alle prime due manifestazioni?
«Più vita? Più speranza? Questi ultimi due anni ci hanno profondamente segnato è da questi riemergiamo ancora più cariche. Questo si traduce in una voglia ancor maggiore di condivisione e confronto. Abbiamo quindi pensato di arricchire il programma con performance, interventi di arte pubblica e partecipata e live painting. Inoltre abbiamo dedicato il primo piano del Binario Centrale ai più giovani come luogo di sperimentazione e teatro per possibili scenari futuri».
Originalissime le sezioni tematiche su cui verte il progetto, ognuna di esse ben specifica e ricollegabile a questioni di attualità. Vorresti parlarcene? E qual è secondo te quella che a livello personale ti colpisce di più?
«Quest’anno la fiera ospita ben quattro sezioni tematiche.
Sprout(z), la main section, è la metafora della fiera stessa. Come il simbolo della cipolla, simbolo di BOOMing, che germoglia il secondo anno, le gallerie presentate in questa sezione rappresentano la tenacia e la cura. Espongono in questa sezione quegli spazi che non vedono l’emergere come punto di partenza ma come processo continuo, come spinta alla ricerca di un’arte più consapevole.
7 day(z) for future riprende invece una tematica già esplorata durante la prima edizione: la questione ambientale, oggi più urgente che mai. E dimostra come l’arte può incentivare la consapevolezza e l’adozione di buone pratiche.
Generation(z) vuole promuovere gli artisti più giovani e scoprire nuovi linguaggi. Grazie ai loro sguardi potremo proiettarci nel prossimo futuro.
Infine Feminism(z) esplora quel tessuto denso e stratificato della questione femminile. Sempre con un approccio al plurale perché non esiste una visione univoca sul tema. Se proprio devo scegliere una sezione sento di rispondere questa perché c’è ancora molto da fare per arrivare a un mondo paritario, non solo in campo artistico».
Gli occhi più vispi avranno sicuramente notato la lettera “Z” apparire più volte tra le righe delle vostre idee. Potresti spiegarci il perché questa vostra scelta non sia casuale e cosa c’è dietro questa semplice lettera?
«La zeta è l’ultima lettera dell’alfabeto ma per noi la fine indica anche un nuovo inizio. Ecco cosa simboleggia: un nuovo ciclo, una rinascita, una nuova storia».
La vostra iniziativa promuove un enorme processo di sensibilizzazione e di rinnovo. Perché secondo te il femminismo e l’ambientalismo sono necessari all’evoluzione verso una società migliore? E che ruolo può giocare l’arte in tutto questo?
«Come detto in precedenza l’arte secondo noi ha il compito di guidarci, nella vita presente come in quella futura. Proprio per la sua naturale capacità di trasformare in opera il sentire più intimo e nel condividerlo con gli altri. Ambientalismo e femminismo rispondono in realtà allo stesso stimolo: all’avere cura. Cura dell’altro da sé, che sia esso umano o un altro essere vivente. E un futuro è migliore solo se a muoverci è la cura».
Sui tuoi social hai parlato di come Simon de Beauvoir sia la tua musa. Potresti spiegarci come mai? E cosa penserebbe la stessa del progetto BOOMing?
«Simone de Beauvoir è stata tra le prime a interrogarsi sul ruolo della donna mettendo nero su bianco come la percezione della donna sia stata sempre subordinata a quella dell’uomo. La donna non esiste in quanto tale ma solo in relazione al maschile. Nel suo testo Il secondo sesso emerge con forza una visione ultracontemporanea dell’essere donna, un’analisi coraggiosa senza esclusione di colpi, traslata poi anche nella sua vita reale. Non so cosa penserebbe di BOOMing, ma spero possa essere fiera di come una squadra quasi tutta al femminile stia portando avanti con decisione gli stessi ideali per cui lei per prima ha lottato».
A proposito di social, sembri essere molto attiva su Instagram, sia per la promozione di BOOMing, sia per darci un assaggio della tua #vitadacritico. Ci descriveresti in 5 parole la vita da critico?
«Forse volevi dire 5000 parole! Provo a sintetizzare (cosa non facile) con: frenetica, insonne, tachicardica, ribelle ma soprattutto “encore” che tradotto è “ancora”. Questa parolina “encore” che gioca (per Lacan) sull’assonanza tra encore e en-corps. Encore, ancora, significa che c’è dell’infinito nella domanda d’amore, che l’amore non si soddisfa mai una volta per tutte, che la risposta dell’amore alimenta l’amore. Che, insomma la parola della vita da critico per eccellenza è “ancora” in assoluto legata alle parole sempre e indissolubilmente ad “amore”».
E infine, ultima domanda, che cos’è l’arte per te?
«L’arte è ribellione, disobbedienza, libertà, ancora, amore. L’arte è vita».
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