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Buon compleanno BURŌ! Lo smart working café che unisce food, musica, libri ed eventi

19-09-2022

Di Noemi Adabbo
Foto di BURŌ

In via Sant’Isaia 57/D, nel cuore di Bologna, c’è un posto dove sentirsi a casa. Dove sedersi per prendere un buon, ma non il solito, caffè. Dove staccare ma mantenere le idee sempre fresche.

Per chi non lo conoscesse già, si chiama BURŌ: il 24 settembre festeggia il primo anniversario dalla nascita e per farlo come si deve ha lanciato una campagna di crowdfunding. Fondato da Estefania e Jessica, BURŌ è un luogo di ritrovo ma multidimensionale, aperto e allo stesso tempo raccolto intorno alla propria città, per alimentare quel senso comunitario che ha contraddistinto tutti i loro viaggi. Le abbiamo incontrate per conoscere più da vicino l’itinerario e le tappe che le hanno portate fino a qui.

 

Come e quando nasce BURŌ? Sognavate di realizzare una caffetteria, ma non una delle tante.

«BURŌ è il punto d’arrivo di un percorso cominciato sette anni fa. Negli anni ha subito diverse trasformazioni e fronteggiato svariati ripensamenti, ma è un progetto che non abbiamo mai abbandonato, nonostante tutto. L’idea è nata in viaggio, più precisamente a Lubiana, in Slovenia. Una città di cui ci siamo innamorate subito per la forte presenza di artigianato locale unita all’uso creativo degli spazi. Ogni giorno lavoravamo da remoto in un bar diverso: luoghi poliedrici in cui cibo, libri, eventi, arte e musica coesistevano contemporaneamente. Punti di riferimento per freelance, creativi e persone alla ricerca della loro vocazione. Ci sembrava incredibilmente bello che un solo posto potesse contenere così tante dimensioni e che fosse così perfettamente integrato nel tessuto urbano e sociale. Da quel momento, ogni volta che viaggiamo in una nuova città, locali di questo tipo sono la prima cosa che cerchiamo.

Amiamo la sensazione di sentirci parte di qualcosa così fortemente alternativo da sfuggire alle etichette standard; ed è proprio questo tipo di esperienza che abbiamo voluto riprodurre a Bologna, la nostra città. Così è nato BURŌ: un ibrido che non ha bisogno di etichette perché sono le persone che lo abitano a definirlo».

Perché “BURŌ”? Avete tratto ispirazione dai vostri viaggi all’estero?

«Sì, il nome si rifà al francese Bureau o al tedesco Büro che significa “ufficio”. Con la Slovenia non c’entra niente ma ci piaceva come suonava! È un gioco di parole che abbiamo scelto per comunicare il concetto che il nostro locale può essere un ufficio per chi non ne ha uno; per chi non può lavorare da casa o per chi ha bisogno di fermarsi tra un appuntamento e l’altro».

 

Raccontateci qual è l’idea che sta alla base del vostro progetto e su quale si basa l’intero processo che ha portato alla sua forma attuale. So che, qui, da BURŌ, cercate il punto di equilibrio tra lavoro e vita privata: come cercate di farlo?

«L’idea di base è sempre stata quella di realizzare un luogo in cui stare bene. Proveniamo da anni di lavoro da remoto, prima che lo smart working diventasse di uso comune, e abbiamo dovuto imparare a trovare un equilibrio tra tempo da dedicare al lavoro e tempo libero perché la tendenza è quella di concentrarsi solo sul primo, sacrificando totalmente il secondo. Questo inevitabilmente si riflette sulla qualità della nostra vita e sulle nostre condizioni psico-fisiche. La gestione equilibrata di questi aspetti è ciò che viene definito Work-Life Balance, un concetto che abbiamo applicato individualmente alle nostre vite e che adesso cerchiamo di promuovere attraverso BURŌ. Per farlo, organizziamo eventi e workshop in cui forniamo gli strumenti per raggiungere questo equilibrio».

 

L’idea del minimo comune denominatore tra carriera e tempo libero ha un sapore dall’aria internazionale. Quanto pensate sia importante un punto di vista aperto e un occhio versatile nell’aprire un’attività e far sì che possa rivelarsi qualcosa di diverso? Quali sono i modelli alla quale vi siete ispirate e c’è qualche nazionalità in particolare che ha avuto un ruolo maggiore in questo? Da dove, in particolare, lo smart working café?

«Il concetto di base è decisamente (e purtroppo) molto internazionale! In Italia ancora misuriamo il nostro valore in base a ciò che facciamo, ciò che possediamo e alle ore che passiamo in ufficio. Siamo ancorati a ciò che conosciamo e radicati in modelli che appartengono alla generazione dei nostri genitori e a quelle precedenti, ma che non sono più applicabili al periodo in cui viviamo. Abbiamo aperto BURŌ sicuramente con l’intenzione di proporre qualcosa di diverso, ma con l’obiettivo che possa diventare la normalità!

Più che a un modello specifico, ci siamo ispirate a uno stile di vita ideale in cui non si deve per forza lavorare dalle 9 alle 18 perché “si è sempre fatto così”. Lavorare da remoto e lavorare SMART sono due concetti ben diversi e quello che cerchiamo di promuovere attraverso BURŌ è una nuova cultura di lavoro intelligente in cui ottimizzare tempo e risorse. Da questo presupposto nasce l’idea dello smart-working café; un luogo ibrido in cui fermarsi a lavorare qualche ora, concedersi il tempo di gustarsi una buona colazione e conoscere persone simili».

Il punto in comune risulta qualcosa che, alla fine, sta nel mezzo: un luogo di raccoglimento e armonia, quel focolare domestico a cui ognuno di noi agogna a fine giornata. Come avete cercato di riprodurlo da BURŌ e quanto pensiate che la quotidianità e le piccole cose siano determinanti nel flusso giornaliero degli impegni e nella modalità in cui questi vengono vissuti?

«Il feedback che ci sentiamo dare più spesso è che qui si respira una bellissima atmosfera! Abbiamo cercato di caratterizzare il locale anche attraverso l’arredamento, scegliendo materiali specifici (legno, vetro, metallo) e riempiendo lo spazio di piante. L’idea era proprio quella di creare un luogo minimale, ordinato e accogliente. Siamo abituati a vivere proiettati nel futuro e questo genera ansia e preoccupazione perché ogni obiettivo sembra sempre lontanissimo e irraggiungibile. In BURŌ cerchiamo di portare l’attenzione al momento presente, focalizzandoci più che sul piacere delle piccole cose, direi sull’importanza dei piccoli passi! Crediamo sia importante affrontare ogni giornata un passo alla volta e, sembrerà paradossale, ma per farlo occorre fermarsi, capire dove siamo e dove vogliamo arrivare e BURŌ è il luogo in cui poterlo fare».

 

Vi si può relegare all’interno della categoria Caffè Specialty: spiegateci in cosa si contraddistingue dagli altri bar all’italiana.

«A partire da questo settembre siamo diventate a tutti gli effetti una caffetteria specialty. Abbiamo scelto di legarci al mondo del caffè specialty perché crediamo nel valore di un prodotto di qualità proveniente da una filiera breve e sostenibile. Da noi il caffè viene estratto anche con metodi alternativi all’espresso come V60, Chemex, French Press e Filtro. Oltre alla nostra miscela, ogni mese collaboriamo con torrefazioni diverse, italiane ed estere, per far conoscere sapori di territori lontani e diffondere la conoscenza dello specialty coffee non come caffè per pochi, ma caffè per tutti».

 

Il 24 settembre festeggiate il più importante degli anniversari, il primo, dall’apertura: come avete organizzato l’evento? Potete spoilerarci qualcosa?

«Per festeggiare il nostro primo compleanno siamo partite da due elementi fondamentali: il quartiere che ci ha accolte e la community che abbiamo coltivato in questo primo anno di attività. Abbiamo ottenuto il patrocinio del Quartiere Porto-Saragozza e organizzato un market con alcune realtà di via Sant’Isaia e dintorni con la volontà di dare visibilità a una via che è poco frequentata se paragonata alle vicine San Felice e Pratello. Inoltre, per noi è importante collaborare con le imprese come la nostra, in modo da creare una rete di sostegno tra piccoli imprenditori. Oltre al mercatino, realizzeremo una fanzine insieme ad Houseatonic; ascolteremo ottima musica grazie ai dj set di Green Everywhere e NEU Radio e assisteremo a una performance di live painting della nostra vetrina. Tutto il programma è disponibile sui nostri canali social. Vi aspettiamo dalle 16 in poi per festeggiare insieme!».

 

Per festeggiare avete però bisogno di chi, con voi, ha voglia di festeggiare per davvero e rendere omaggio al vostro progetto. Parlateci della campagna che avete lanciato.

«A poche settimane dall’evento ci è stato notificato di non possedere tutti i permessi necessari per poter festeggiare in regola con quanto richiesto dal Comune. Abbiamo quindi lanciato una raccolta fondi reward based, associando una ricompensa per ogni donazione ricevuta. Ci è sembrata la modalità perfetta per chiedere aiuto, dando qualcosa in cambio, ringraziando tutti coloro che ci sono stati vicini e che continuano a farlo tutti i giorni. Insieme al nostro torrefattore (Nudo Kopi Roaster) e a Enea Luisi (aka Son of Ilio) abbiamo realizzato delle ricompense pensate apposta per la nostra community di smart-workers e amanti del caffé specialty. Dalle tote bag illustrate alla degustazione di caffé, c’è l’imbarazzo della scelta!

La campagna resterà attiva fino al 22 settembre sulla piattaforma ideaginger.it. Se avete voglia di conoscere la nostra storia e aiutarci a sostenere questo progetto, ci sono ancora un sacco di ricompense disponibili!».

Avete altri eventi in vista? Avete una rassegna in mente per l’anno a venire?

«Sì, dopo il primo anno di sperimentazione abbiamo scelto delle linee guida da seguire da qui in avanti. A partire da metà settembre lanceremo alcuni format a cadenza fissa che riguarderanno principalmente caffè, libri e musica, la grande new entry! Si parte martedì 27 con Reading Couch, serate in cui presenteremo titoli e autori in collaborazione con la libreria indipendente La Confraternita dell’Uva. Gli incontri proseguiranno poi con cadenza trisettimanale. Segnatevi queste date: 18 ottobre, 15 novembre, 6 dicembre.

Il giovedì invece sarà la serata dedicata al nuovissimo format Musicteller, ideato in collaborazione con Valentina Piccorossi di Granata. Per l’occasione la caffetteria si trasformerà in un palcoscenico per cantautrici e cantautori pronti a condividere la loro arte e la loro esperienza di vita. L’appuntamento è ogni giovedì alle 19 a partire dal 20 ottobre.

Per quanto riguarda i workshop, questi primi mesi vogliamo concentrarci a far conoscere alle persone il mondo specialty e per farlo abbiamo in programma già 3 workshop: Caffé filtro (15 ottobre); Moka (5 novembre) e Cupping (17 dicembre). Per avere maggiori informazioni e iscriversi, basta scriverci una mail a info@burocafe.it».

 

Novità di quest’anno sono i concerti ma, anche qui, non il solito concerto. Come pensavate di far conoscere meglio l’artista al pubblico?

«Se ancora non si fosse capito, in BURŌ nessuna attività è fine a se stessa! Quando lo abbiamo aperto lo abbiamo fatto col preciso intento di creare un luogo di contaminazione in cui aprirsi a ogni possibile influenza in grado di arricchire il proprio percorso personale. “Percorso” è un termine a cui siamo molto affezionate perché è l’insieme di esperienze che ci ha condotte fin qui e che ci ha dato l’opportunità di apprendere cose nuove, mettendo il nostro vissuto a disposizione di chiunque entri nel nostro locale.

Da questo proposito nasce Musicteller, un format che mette al centro la musica come espressione dell’interiorità dell’artista. Si tratta di live acustici in cui cantanti emergenti mettono a disposizione la loro esperienza artistica e personale con l’obiettivo di creare uno scambio diretto con il pubblico. L’artista si libera dal suo ruolo e racconta qualcosa di sé, intervallando la performance con momenti di dialogo, in cui ripercorre la sua evoluzione. Vi aspettiamo al primo appuntamento giovedì 20 ottobre dalle 19».

 

Come pensate, e sperate, possa svilupparsi la storia e la presenza di BURŌ qui nel quartiere e dentro Bologna?

«In questo primo anno abbiamo iniziato a conoscere meglio chi frequenta questa zona e cosa si aspetta. Siamo ancora qualcosa di nuovo per molte persone che passano ed entrano incuriosite. Il nostro obiettivo è riuscire a far avvicinare le persone al mondo del caffè Specialty e per farlo abbiamo realizzato il nostro blend COBRA (Colombia-Brasile) tostato da noi, che è perfetto come primo approccio: un caffè di altissima qualità ma che si discosta tanto dall’espresso “classico” che le persone sono abituate a bere nella maggior parte degli altri bar. Nel nostro piccolo vogliamo far capire il vero sapore del caffè quando viene estratto correttamente. Una sfida non semplice: alcuni entrano e storgono ancora il naso, ma in tanti invece stanno apprezzando l’aria di cambiamento che stiamo portando in una via bella ma un po’ abbandonata a sé stessa come Sant’Isaia. Il nostro obiettivo nel lungo termine è di essere pioniere di un nuovo modo di viversi il caffè, il tempo e la cura personale. Il come ve lo abbiamo detto, non vi resta che provarlo con mano venendoci a trovare in via Sant’Isaia 57/D a Bologna. Poi chissà… magari presto apriremo altri locali a Bologna e perché no, una piccola roastery…».

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