Qual è l’estetica delle rocce? Ma le rocce hanno un’estetica?
Secondo l’acquariofilo giapponese Takashi Amano, che da anni si occupa di acquascaping ovvero la progettazione di paesaggi applicati ai mondi sommersi, la risposta è sì. Nella creazione creazione di questi paesaggi marini possono rinvenirsi vari stili, a seconda di ciò che si desidera ricreare, e tra questi vi è l’Iwagumi, termine giapponese che indica l’estetica asimmetrica delle rocce naturali. Viene introdotto quando Takashi decide di applicare i principi e le tecniche del giardinaggio giapponese alla realizzazione di acquari. Le pietre da inserirvi devono essere scelte e posizionate con cura per creare un bilanciamento estetico e un layout armonioso.

Cosa pensereste se vi dicessi che anche Piazza Maggiore diventerà per alcuni giorni un gigantesco acquario e noi saremo gli increduli e meravigliati pesci che l’attraverseranno?
Dopo Melbourne, Singapore e Dhahran in Arabia Saudita anche Bologna ospiterà l’evento IWAGUMI-Dismisura, un’originale installazione artistica site-specific del pluripremiato studio Eness, che progetta esperienze interattive evocative per enti pubblici, commerciali e culturali. L’iniziativa sarà visitabile liberamente dal 21 al 26 dicembre nel cuore della città. La prima accensione delle rocce è prevista per il 21 dicembre alle ore 18.00, accompagnata dalle musiche al pianoforte di Paolo Andreoli e dal la voce del soprano Iolanda Massimo.
Promossa da Bologna Festival e da Illumia, e realizzata in collaborazione con il Comune di Bologna e con Bologna Welcome come partner tecnico, l’installazione IWAGUMI – Dismisura si inserisce nel solco delle grandi iniziative che negli ultimi anni hanno trasformato Piazza Maggiore in uno spazio di sperimentazione artistica e condivisione collettiva. Dal Requiem diretto dal Maestro Riccardo Muti al Drone Show che ha illuminato i cieli di Bologna davanti a 50.000 persone, fino all’installazione Vertigine, che lo scorso anno ha fatto risuonare Bach e Vivaldi sul Crescentone, Bologna Festival e Illumia proseguono così il loro percorso di valorizzazione dello spazio urbano attraverso l’arte contemporanea.

Il sottotitolo dell’opera, Dismisura, nasce come invito a riflettere sulla sproporzione tra l’Io e il creato, tra l’essere umano e la natura che lo circonda. Un concetto che prende forma in un’esperienza immersiva: il pubblico è chiamato a camminare tra imponenti strutture di pietra che arrivano a sfiorare i 14 metri di altezza, lasciandosi avvolgere da una percezione alterata dello spazio e della scala. Pensata per persone di tutte le età, dai bambini agli anziani, l’installazione offre alla città un tempo sospeso di esplorazione e contemplazione.

Il dialogo tra ambiente urbano e paesaggio naturale, tra architetture antiche e visioni contemporanei, innesca inevitabilmente una riflessione sul rapporto tra l’essere umano e ciò che lo trascende. La sensazione è quella di sentirsi piccoli, quasi fuori misura, di fronte alla complessità e alla potenza della realtà. È proprio da questa esperienza che prende senso il termine Dismisura, ispirato a una riflessione del poeta Davide Rondoni, che richiama quei momenti in cui la natura, se osservata con attenzione, mette l’uomo di fronte a una sproporzione evidente tra la propria fragilità e la forza immensa dei fenomeni naturali, capaci di affascinare ma anche di fare paura. Riconoscere questa “dismisura” significa recuperare umiltà, riscoprire un senso di relazione col mondo naturale, in opposizione alle logiche di dominio e sopraffazione che attraversano il nostro tempo.

A chiudere, le parole dell’assessore Del Pozzo:
«Siamo felici di accogliere questo straordinario progetto artistico, proposto e realizzato da Bologna Festival e Illumia in Piazza Maggiore, cuore della città di Bologna. L’installazione rinnova una felice e collaudata collaborazione tra pubblico e privato, grazie alla quale è possibile offrire alla città un’esperienza di bellezza unica in occasione delle festività. L’opera richiama la natura e trasforma lo spazio urbano che abitiamo ogni giorno in un paesaggio metafisico. Attraversare la piazza tra queste presenze monumentali e leggere diventa un’occasione di gioco e di festa collettiva, che invita a guardare con occhi nuovi i luoghi del quotidiano e a riflettere sulla nostra presenza, come esseri umani, nel mondo».
Per ulteriori informazioni, si può consultare questa pagina.
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