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Le copertine dei dischi disegnate da Paz. A Gallery16 la mostra interattiva

10-01-2020

Di Martina Fabiani

Sul fronte un enorme pavone con indosso degli occhiali da sole che domina una highway americana, sul retro caricature di un mondo patinato e luccicante. È la copertina dell’album Hollywwod Hollywood (1982) di Roberto Vecchioni.

Davanti un nazista con un orecchino, con le mani bianche e un cappello strano, dietro caricature dell’artista: così si presenta, invece, l’album Antipatici antipodi (1983) di Claudio Lolli. Colori sgargianti, immagini satiriche ed esuberanti, visioni profetiche.

“Perché la pazienza ha un limite, Pazienza no”, come scrive lo stesso Paz nell’intro di Giallo Scolastico.

Hollywood Hollywood (1982) di Roberto Vecchioni

Il luogo è il Gallery16 di Bologna, la matita è quella di Andrea Pazienza.

Fino al 18 gennaio il negozio di dischi sito in via Nazario Sauro ospita la mostra interattiva Paz e la musica: Andrea Pazienza disegna le copertine dei dischi. Non solo copertine, ma vere e proprie rarità artistiche, queste immagini rappresentano il contributo che Paz ha dato alla musica italiana. Ogni disco, del quale è stata recuperata la versione originale, è appeso sopra a un poster realizzato per mettere in evidenza i dettagli dei disegni del retro copertina e degli inserti.

Di questo e dell’universo Pazienza ho parlato con Lorenzo Arabia, socio del Gallery e organizzatore della mostra in collaborazione con Oderso Rubini e Daniela Bortolotti, nonché grande conoscitore dell’artista in questione.

Gallery16, mostra Paz e la musica

“Sono nato a Bologna e Paz è Bologna. Mi piace definirlo un traghettatore, un pontefice. Non lo si può etichettare come semplice disegnatore o fumettista”.

Definito dai Gang come il cantore di una generazione, le storie di Pazienza sono analisi spietate di una generazione di rottura, che a Bologna aveva il suo fulcro.

Il ’77 a Bologna era un pullulare di arte, politica, esplorazioni sessuali, ribellioni e droga. Erano gli anni di Radio Alice, di Cannibale e Frigidaire, gli anni delle case occupate in cui si riunivano le menti più creative di quegli anni. È proprio a Bologna nel ’77 che nasce Pentothal, primo celebre personaggio di Pazienza e il mondo di una figura chiave per la cultura italiana.

Cuori Di Pace (1986) di Amedeo Minghi

L’idea della mostra è di Lorenzo, un suo pallino sin dall’infanzia. “Mia sorella aveva i dischi di Vecchioni e mi sono sempre rimaste impresse quelle copertine colorate – ricorda il gestore del locale – quando sono cresciuto ho collegato le cose”. Sin dagli albori uno degli intenti dei gestori del Gallery16 è quello di realizzare mostre a tema musicale.

“Di esposizioni su Pazienza ne sono state fatte molte, ma nessuno aveva mai preso in considerazione questo collaterale del suo lavoro – continua Lorenzo – per allestire la mostra ho deciso di sfruttare anche le buste interne dei dischi, rivelatesi dei veri e propri scrigni”.

La particolarità dell’esibizione, inoltre, risiede nei contenuti multimediali, fruibili dal proprio cellulare attraverso un Qr code posizionato sopra ogni poster e che dà accesso a interviste alcune delle quale inedite e realizzate in esclusiva per Gallery16.

S.O.S. Brothers (1986) di Enzo Avitabile

Irriverente e beffardo. “Se l’è fatte per i cavoli suoi tutte queste vignette in cui mi prende in giro”, afferma Lolli di Paz.

Visionario e lungimirante. “Andrea disattendeva ogni volta le mie indicazioni, ma alla fine esprimeva esattamente ciò che intendevo”, queste le parole di Vecchioni.

Geniale e sensibile. “Le sue immagini parlavano e suonavano come il mio racconto. Andrea era Andrea, oltre la mente e la forma”, dice Enzo Avitabile, di cui Paz ha illustrato il disco SOS brothers (1986).

In mostra anche lavori di Minghi, Pfm e Riondino, oltre ad un box del 1988 realizzato da Enzo Mollica con le canzoni di Totò e il catalogo dell’etichetta discografica Cramps Records.

Passpartù (1978) della PFM

Pazienza non ha potuto non dire la sua anche sulla musica. “A Bologna una volta le cose nascevano spontaneamente e certe realtà non potevano non incontrarsi – racconta Lorenzo – quando abitavo con i miei in San Vitale, avevo accanto la cantina dove provavano gli Skiantos e nello stesso spazio prendeva vita il Teatro dei Bibiena, che per 25 anni è riuscito a portare in scena uno spettacolo chiamato ‘L’amore di gruppo’.

“Certe cose non riesci neanche a dire perché sono legate, semplicemente perché era naturale – continua Lorenzo – oggi siamo sepolti da burocrazie, regole permessi, i social ci aiutano a trovare tutto ciò di cui abbiamo bisogno, ma non è più una spinta che parte dal basso”.

Antipatici Antipodi (1983) di Claudio Lolli

Una volta il mondo te lo dovevi immaginare ed è quello che ha fatto Pazienza, dando, in questo caso, una forma alla musica, a ciò che altri avevano solo scritto o pensato. In molte delle opere in mostra, così come nelle creature di Pazienza, emerge la voglia di esprimere un senso di libertà, spesso declinabile anche come fuga dalla realtà. Lo vediamo nel simbolo della moto in Gomma Americana, nella metafora di Peter Pan in Robinson. Vita e opere sono in Paz un continuum.

Una vita breve, eppure così densa: il disegno, le sostanze, il fermento culturale, e poi la morte precoce.Paz era al centro dell’intellighenzia di Bologna eppure la fuga c’è e la vedo un po’ dappertutto – afferma Lorenzo – c’è chi dice che non aveva alcuna intenzione di morire e che l’ultima overdose se la sia fatta per festeggiare qualcosa di bello”. Una condizione sospesa tra la vita e la negazione della stessa, dove è impossibile separare l’artista dall’uomo.

Dopo Paz, un’altra mostra bolle in pentola al Gallery16 e riguarderà la venuta in Italia dei Nirvana.

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