Design & Moda

Encantado, come in un film di Tim Burton

15-02-2019

Di Elena Ghini
Foto di Giulia Fini

Una piccola bottega piena di lampade dalle forme eccentriche, personaggi delle favole, marionette. Tutto interamente fatto di carta.

Una vetrina colorata e accogliente che invoglia a fermarsi e a curiosare.

Il suo nome è Encantado, associazione culturale e bottega artigianale nati dalla testa e dalle mani di due ragazzi catanesi Laura Licandro e Davide Minaldi. Ed è proprio qui, seduta al tavolo di lavoro, che incontro Laura, che, tra una pennellata e l’altra, risponde alle mie domande.

L’arte della lavorazione della cartapesta è antica ma oggi decisamente rara. Mi racconti il processo artigianale?

“Prima fase. Si prende la carta da giornale, asciutta, si stropiccia e la forma prende vita. Non seguiamo uno schema ma l’ispirazione del momento. Non c’è niente di fisso. La creatività e le mani lavorano.

Nella seconda fase prendiamo lo scotch di carta e modelliamo. Terza fase rivestiamo con colla di farina e cartapaglia. Quella delle tovagliette dei locali. A piccoli pezzi si riveste l’opera e la forma diventa definitiva. Si lascia asciugare in maniera naturale. È importante rispettare i tempi. Quarta e ultima fase la pittura”.

Cos’è la colla di farina?

“Molto semplice: si unisce acqua, farina e poi si fa bollire. Bisogna stare attenti a non bruciarla. È viva, se non si mette in frigo va a male. Noi usiamo la ricetta dei nostri nonni”.

Qual è l’etica del progetto?

“L’etica del progetto è di usare solo carta riciclata. Ci viene regalata dai vicini del quartiere e dai bar che lasciano davanti alla porta del laboratorio pacchi di quotidiani. Usiamo solo materie prime naturali, evitando ingredienti chimici. La carta è molto versatile si possono creare oggetti d’arredamento, rivestire pareti o mobili”.

Le lampade sono tantissime e delle più svariate forme. Uomini e donne che si abbracciano, cuori, nuvole, soli, musicisti. A cosa vi ispirate?

“Alla nostra vita, alle nostre passioni, come la musica e Tim Barton. Davide, dopo tanti anni di esperimenti, ha inventato il modo di creare una forma vuota, di carta, senza ausilio di strutture di ferro o legno. All’interno viene posizionata una luce e diventano lampade. Sono belle e funzionali. Realizziamo anche oggetti su commissione. Prendiamo un sogno o un pensiero e lo trasformiamo in cartapesta”.

Laura mi porta una lampada a forma di maialino cavalcato da due ragazzi con le mani intrecciate.

“Questo – mi dice – è un lavoro per una coppia che ama collezionare maialini di tutte le forme, colori e materiali possibili.

Il problema dell’artigianato è che sembra inarrivabile per i costi che può avere. La nostra sfida è trovare modi per rendere accessibile a tutti la nostra arte, dare la possibilità a tutti di poter acquistare un oggetto bello. Realizziamo anche i premi del concorso Visioni Italiane curato dalla Cineteca di Bologna”.

Ci sono due grandi marionette appese al soffitto.

“Loro sono i protagonisti dello spettacolo teatrale da noi ideato Acqua in bocca. Per bambini e per adulti, lo raccontiamo attraverso musica, movimenti e luci. Non ci sono parole. Lui è un funambolo che vive su un filo perché il mondo a terra gli appare come un circo. Lei, vive a terra ma sa volare. I due si incontrano, lui si innamora e inizia l’avventura.

La sua vita non è più la stessa dopo questo incontro ma ha paura del cambiamento. A quel punto entrano in scena le marionette che rappresentano le sue emozioni rabbia, gioia, paura, dolore. È un’avventura guardata da dentro, un percorso di crescita interiore”.

Dove lo posso vedere?

“Lo portiamo nei festival di strada, siamo stati al teatro Navile e al locale Senzanome. A marzo saremo al mercato Albani nel quartiere di San Donato”.

Tenete dei laboratori per chi volesse cimentarsi nella lavorazione della carta?

“Si, certo. Sono già attivi i nostri laboratori ‘perCorsi’. Cinque incontri da usare quando ti pare durante tutto l’anno. Chi viene qui a lavorare la carta impara la tecnica e si porta un oggetto a casa. Ma il vero motivo per cui ho ideato questi corsi è dare la possibilità alle persone di fare un’esperienza, sospendere il giudizio e dare sfogo alla creatività.

Ho studiato arteterapia e voglio educare le persone a lasciarsi andare alla fantasia fidandosi di quello che succede seguendo l’intuito. Non sai dove ti porterà ma sicuramente a conoscere qualcosa di te”.

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