Al numero 22/E di via Clavature c’è un negozio dalle pareti chiare e dal pavimento in legno, uno spazio arioso che raccoglie abiti e accessori dal gusto minimal e contemporaneo. È il flagship store del brand Eticló e un incubatore di idee, valori ed esperienze eco-sostenibili che propone brand italiani e internazionali accomunati dalla stessa filosofia.
Il display della vetrina è una moodboard di oggetti, dettagli, colori. Tutti si fermano a guardarla e i turisti la fotografano (succede anche mentre sono dentro il negozio per questa intervista). «Ci metto ore a comporla, poi esco, la fotografo, la sistemo, la cambio. A volte mi metto qui la sera e vado avanti fino a mezzanotte, ormai sono la barzelletta di tutti i miei vicini!».
Raggiungo Desirèe Madonna, fondatrice e brand director, dopo l’orario di chiusura. Indossa un paio di morbidi pantaloni in lana, ha lunghi capelli scuri e lo sguardo deciso. Ci sediamo sui ceppi in legno che fanno da sgabelli davanti ai camerini e inizia il racconto, le parole corrono veloci e affiora il trasporto e la consapevolezza del percorso fatto fino a qui.
«Il brand Eticló – da “Ethical closet”, armadio etico – nasce nel 2018 per offrire una proposta di abbigliamento e accessori (di “lifestyle”, come mi piace chiamarlo) sana e responsabile e allo stesso tempo raffinata e confortevole. Capi che possono essere utilizzati da qualsiasi persona, per vivere diversi momenti della giornata e della vita. Prodotti versatili, dalle linee pulite e contemporanee, caratterizzate da uno stile senza tempo. L’approccio sano di sapere cosa indossi e di comprare consapevolmente qualcosa che durerà nel tempo, come qualità, come linea, come colori, come stagione. Una bellezza naturale che non tramonta mai, una filosofia di vita più etica: ciò che è bello, lo è per sempre. Non può esserci estetica senza etica, il binomio è fondamentale».
Fondamentale è anche l’attenzione alle materie prime, alla scelta dei fornitori, al commercio e al business: vengono utilizzate solo fibre naturali di origine biologica e tinture ecologiche, si lavora con fornitori dagli alti standard qualitativi e rispettosi dei lavoratori e tutto con una costante attenzione all’impatto delle scelte del brand. Tra le fibre utilizzate per i capi: cotone e lino biologici, seta naturale, lana nei colori naturali e fibra di legno di faggio, utilizzata per i capi intimi e sportivi per le sue qualità traspiranti. «Non uso tessuti riciclati, voglio conoscere la filiera dalla A alla Z e utilizzo solo tessuti certificati. Essendo un realtà così piccolina ho modo di controllarla in tutto e per tutto. Tutta la produzione è in Veneto, nel giro di una cinquantina di chilometri».
Desirèe è tornata in Italia per amore dopo 13 anni trascorsi negli Stati Uniti a lavorare come visual manager per le aziende di abbigliamento Free People e Urban Outfitters. «Giravo gli Stati Uniti occupandomi dell’allestimento dei negozi, è stata una bellissima esperienza, è davvero un sistema meritocratico, dove non importa se il tuo accento non è perfetto e viene premiato chi ha voglia di lavorare. Ora con Eticló tutto passa nella mia testa, dalla parte creativa alla produzione. Sono tornata con l’idea di portare avanti questo progetto personale, di affrontare questa sfida e di crescere».
Nel 2018 ha aperto questo punto vendita diretto, il negozio dove ci troviamo, che rivende anche altri marchi che condividono mission e approccio. Sono brand più o meno famosi, da Freitag, borse e accessori realizzati con teloni di camion in disuso, a Birkenstock, che utilizza materiali naturali e produce in Europa; dalle candele in cera di soia di Lunaria, al brand di abbigliamento nordeuropeo Makia; dai terrari di Terraviva Design agli impermeabili Rainkiss, realizzati con venti bottiglie di plastica riciclate. Poi Hydrophil, accessori per la casa, Vibram, scarpe tecniche e non solo, CASAGiN, col quale Eticló ha un cobranding per intimo e intimo esternabile. «Cinque o sei marchi sono fissi, per dare continuità, per gli altri marchi sono sempre alla ricerca; per me è molto importante creare rete con altre realtà, produttive e di brand. È un negozio contenitore, aperto a tutti, non bisogna aver paura di entrare, abbiamo di tutto, anche lo spazzolino da 3 euro. Si è liberi di guardare e comprare quello che si vuole».
Desirèe vive a Trento e ogni settimana fa avanti e indietro per venire in negozio: «abbiamo scelto di aprire a Bologna perchè il mio compagno ha studiato qui ed è legato alla città. Poi Bologna ha avuto un importante sviluppo turistico, è una città in crescita, medio-piccola, dall’impronta culturale importante, attenta a queste tematiche. Il primo anno, nel 2018, ho fatto fatica a farmi conoscere, c’era una certa diffidenza nei miei confronti, perché era un negozio nuovo e diverso da quello che si era abituati a vedere.
Negli anni ho notato una sempre maggior attenzione alla qualità del mercato, all’etichetta di composizione, alla filiera di produzione; ma se negli adulti noto un atteggiamento più sensibile e responsabile, nei giovani mi pare che la scelta sia più forzata, meno genuina, quasi “imposta”. Ho la sensazione che negli ultimi anni il tema venga trattato in modo più superficiale e ripetuto, col rischio che venga a noia. Non uso molto la parola sostenibilità, proprio perché trovo che ultimamente sia troppo inflazionata e che venga usata con leggerezza; mi piace di più ‘approccio responsabile”. Penso si possa fare tutto in modo sano e definisco la sostenibilità “common sense”, ossia il buon senso, da utilizzare in tutte le dinamiche della propria vita».
Esco dal negozio con un quadernino realizzato in collaborazione con il brand Anomali, sulla copertina una delle frasi di Eticlo: You have two homes: earth and your body. Take care of them (hai due case: la terra e il tuo corpo. Prenditene cura).
Condividi questo articolo