È arrivata la primavera, e con lei la voglia di stare all’aria aperta, partecipare a eventi e incontrare persone. Torna anche l’appuntamento che mette insieme tutto: Capsula Design Market a Le Serre dei Giardini Margherita il weekend del 14 e 15 maggio. Il sabato dalle ore 11 alle 22 e la domenica dalle 10 alle 19. Qui trovate l’evento Facebook.
Capsula Design Market è nato nel 2016 con l’obiettivo di valorizzare e promuovere la cultura del design autoprodotto e indipendente. Ospita designer, artigiani e illustratori da tutta Italia e le loro proposte di abbigliamento, accessori, borse, illuminazione, piccoli oggetti, bijoux e ceramica.
Abbiamo raggiunto Katia Bocchi, ideatrice e direttrice creativa di Capsula.
«Per tanti anni sono stata una designer, creavo bijoux e arredi con materiali di recupero: mattoncini Lego e tasti di tastiere Apple. Con il mio brand Vicolopagliacorta (ve l’abbiamo raccontato qui) partecipavo a fiere di settore e mercati. Poi ho deciso di portare avanti altri progetti e ho voluto creare un market come quelli che avevo visto in altre parti d’Italia. Non riuscivo a immaginare spazio più bello de Le Serre, ho proposto l’idea a Kilowatt (cooperativa di lavoro che ha dato vita e gestisce il progetto de Le Serre) e nel 2016 c’è stata la prima edizione di Capsula. Quell’anno c’erano 12 espositori, che avevo invitato tra le persone che conoscevo».
Com’è andata?
«Molto bene. Gli anni successivi ho cercato di far crescere il progetto lanciando una call aperta a espositori di tutta Italia. Ogni anno la call si apre circa un mese prima dell’evento e mi occupo personalmente di scegliere i designer che parteciperanno, facendo una grossissima selezione tra le moltissime richieste che mi arrivano».
Quest’anno lo spazio si allarga, gli espositori previsti sono circa 70, a fronte di 220 candidature ricevute.
Il nome Capsula rimanda alle capsule collection dei brand di moda, che lanciano piccole collezioni in edizione limitata. Nel caso del Market de Le Serre si riferisce allo spirito di selezione dei designer più rappresentativi del panorama di autoproduzione in Italia.
«Sono tanti gli ingredienti che danno vita all’evento, e il rapporto con i ragazzi di Kilowatt è fondamentale. Collaboro con chi si occupa della musica, del cibo, dell’allestimento. È una squadra fondamentale. Quest’anno abbiamo creato anche il cocktail di Capsula!».
Puoi anticiparci qualcosa dell’edizione di quest’anno?
«Ci sarà un concerto sabato sera, il gruppo ucraino Kin Chi Kat, e un gruppo musicale itinerante la domenica, oltre che un gruppo swing a ballare e un dj set. Quest’anno poi abbiamo due nuove collaborazioni a cui tengo molto: avremo un bookshop corner in collaborazione con Fruit Exhibition, fiera di pubblicazioni d’Arte di Bologna, e la domenica mattina ci sarà uno spazio curato da Re-Use With Love, associazione di donne che raccoglie e vende capi usati a scopo benefico».
Tanti dei designer che abbiamo intervistato per About hanno esposto o desideravano esporre a Capsula. Cosa lo rende unico? Perchè piace così tanto?
«Ricevo molti feedback positivi dagli espositori. Per tanti anni sono stata dall’altra parte, conosco l’impegno e l’investimento che si fa. Ci tengo moltissimo che tornino a casa soddisfatti e faccio in modo che abbiano la migliore accoglienza: carrelli per portare le cose, deposito per la notte, spazio curato dove esporre. Poi gli errori possono capitare, ma cerchiamo sempre di migliorarci.
Dal punto di vista del pubblico, oltre alla location, viene molto apprezzata la selezione che trovano. Ci tengo molto, ci dedico tempo, la sento come grossa ì responsabilità e mi fa piacere che venga riconosciuta. Non mi interessa la quantità, ma la qualità. Spesso si trovano pezzi unici e oggetti che si possono comprare solo in quell’occasione. Quante persone mi hanno detto “sai che mi fanno tutti i complimenti per la gonna/gli orecchini/la spilla che ho comprato a Capsula?” e ne sono molto contenta.
Poi c’è un’altra cosa: il plus di Capsula è che vengono molte coppie, ma non è la classica situazione dove uno accompagna l’altro e nell’attesa si rompe i maroni, perché c’è il bar aperto tutto il giorno, la musica, ci si rilassa e si sta bene».
L’edizione del 2022 arriva dopo due anni di stop forzato. Come li avete vissuti?
«All’edizione del 2020 avevamo iniziato a lavorare da febbraio, la grafica era pronta, avevamo iniziato le selezioni e avviato tutta la macchina. È stata una scelta molto sofferta ma necessaria. Nel 2021 le normative cambiavano di mese in mese e abbiamo deciso di aspettare un altro anno. Sono dell’idea che le cose si fanno bene o non si fanno. E a volte è meglio saltare un giro. Le ripercussioni della pandemia ci sono state per tutti, quest’anno abbiamo una gran voglia di ricominciare, sia noi organizzatori che i designer, abbiamo ripreso le nostre attività, c’è una grande energia e la voglia di lasciare tutto alle spalle».
Quale invito vuoi fare ai partecipanti?
«Venire, stare bene e sorridere, che ne abbiamo tutti bisogno. Parola chiave: allegria!».
Condividi questo articolo