Passeggiando per il centro di Bologna vi sarà certamente capitato di imbattervi nelle vetrine del negozio di abbigliamento Neirami, prima nella sede storica in via Porta Nova, da qualche anno nella nuova sede in via De’ Carbonesi 3.
Abbiamo incontrato Laura Nardi, fondatrice insieme a Danilo Traverso, per farci raccontare la storia del brand e le novità in arrivo.
Entrando in negozio, i sensi si attivano: il profumo appena apro la porta, la vista attratta dai colori dei capi della nuova collezione primavera/estate, tessuti che invitano ad essere toccati. Poco dopo entra Laura, capelli lunghi grigi raccolti, un manichino in mano e comunicazioni veloci da dare alle ragazze che gestiscono il negozio.
Il brand si chiama Opificio Neirami e racchiude in sé due anime: moda e design.
Partendo dalla prima, Opificio Neirami produce tre linee di abbigliamento: la principale è “Neirami”, linea femminile da giorno, che ha dato il nome ai negozi; la seconda è “Opificio”, nata quattro stagioni fa, si colloca in un segmento di mercato più alto ed è pensata per le occasioni speciali, gli eventi, “anche per se stessi” e “le tristemente chiamate ‘cerimonie’ in Italia”, mi spiega Laura.
“Le linee si rivolgono a una donna moderna, dinamica, impegnata in varie attività, anche di svago, che va al cinema, a teatro, e che per questo indossa capi facili da manutenere, confortevoli; una donna libera da costrizioni, anche nell’abitare i propri abiti. Abbiamo una passione sfrenata per i volumi, per i dettagli, le linee sono fluide, destrutturate, per muoversi eleganti nello spazio ma restando comodi. C’è anche un certo piacere nell’essere una minoranza che si distingue dalla moda mainstream, è un riconoscersi”.
La terza linea di abbigliamento è la novità in arrivo: una startup che si chiama “Modula” ed esce nei negozi tra qualche giorno. È caratterizzata da capi basici, genderless, è composta da elementi modulari tra loro, per creare sovrapposizioni e stratificazioni. “Spesso i clienti in negozio ci chiedevano se avevamo anche capi da uomo, oppure entrava la famiglia e potevamo servire solo la donna. Così è nata questa linea trasversale, sia per genere, che per età.”
Le collezioni sono due all’anno per tre brand, ogni volta le ispirazioni sono diverse per forme, dettagli, colori, ma con grande coerenza nell’identità del brand. “Non seguiamo mode e trend, ci definiamo e rimaniamo nel nostro genere di gusto, le persone ci riconoscono per questo.”
Capita che gli abiti delle collezioni vengano utilizzati per servizi fotografici su riviste, “è carino perchè vengono destrutturati, quello che per noi è una storia unica, lì viene reinterpretato, le persone fanno creatività con i singoli pezzi. Allo stesso modo adoro vedere i miei capi per strada, come ognuno li fa diventare propri, reinventandoli col proprio tocco”, mi racconta Laura.
L’azienda Opificio Neirami produce e distribuisce, i tessuti utilizzati sono tutti di produzione italiana e prevalentemente naturali, perchè l’attenzione ai materiali è molto alta. I laboratori sono bolognesi: “è tutto Made in Bologna, la filiera è cortissima, è il nostro orgoglio, sia per il controllo che riusciamo ad avere sul prodotto, sia da un punto di vista ambientale. I fornitori sono talmente vicini che potremmo andare dall’uno all’altro in motorino.”
Continua Laura: “Siamo partiti in uno stanzino, il retrobottega del primo negozietto piccolissimo che abbiamo aperto nella primavera del 2006 – il prossimo anno facciamo 20 anni! – Poi olio di gomito vero, come piccole formichine, il progetto ha cominciato a funzionare, ora abbiamo 18 agenzie e 20 dipendenti, siamo presenti in più di 400 negozi multibrand in tutto il mondo e abbiamo tre negozi flagship store: Bologna, Trieste e Novara, dove sono presenti tutte e tre le linee. Non mi sarei aspettata di mettere insieme un progetto così grande e così bello. Ma non sono una nostalgica quindi non penso tanto al passato.”
Laura ha una formazione in DAMS Spettacolo, ha lavorato come costumista e ha frequentato la Next Fashion School Secoli. Ha una preparazione nel mondo visivo, della sartoria e del costume. “Ho unito queste tre visioni, ora mi occupo di dirigere la parte di design e progettazione dell’azienda, sono a capo dell’ufficio stile, pur mantenendo il legame con il negozio, che rimarrà sempre la scintilla. E mantenendo anche il legame con le clienti storiche: all’inizio avevamo anche abbigliamento bambino, abbiamo clienti che sono cresciute con noi, acquistando i nostri capi da bambine e ora i capi da donna.”
Ed eccoci alla seconda anima del brand, quella legata al design, del progetto Ditraverso, di Danilo Traverso, che produce oggetti di arredamento, oltre che la parte artistica, legata al mondo dell’arte.
Tutti gli arredi dei tre flagship store sono stati pensati e realizzati da Danilo con materiali grezzi, naturali e di recupero, “sono l’esposizione migliore per questi abiti” dice Laura.
“Io sono sempre stata la parte stile legata al prodotto, Danilo la parte visionaria, creativa. Danilo nasce come artista, costruttore, ha sempre una visione in grande: l’esempio più recente è la sua installazione ‘Leggere Creature’ che durante Art City ha riempito di grandi animali marini luminosi gli spazi di Filla nel Parco della Montagnola. È il grande direttore artistico del progetto, è vulcanico, ha un’energia pazzesca”, continua Laura, mentre gli occhi azzurri le si illuminano. “Visione che continua ad avere per il futuro, è imprenditore nel senso di chi compie un’impresa, in grande. Si occupa della parte progettuale dell’azienda, ad esempio Modula l’ha fortemente desiderata lui.”
“Il connubio tra abbigliamento, arte e costruzioni artistiche è quello che ci slega dalle dinamiche delle aziende di abbigliamento. Abbiamo il desiderio di fare altro. È un progetto sinergico tra noi due, siamo una coppia nel lavoro e nella vita, senza l’uno o senza l’altro Opificio Neirami non ci sarebbe stato, c’è complicità in tutti gli aspetti, ci scambiamo, ci incontriamo sempre, è un vero progetto collettivo, dove la visione dell’uno esalta la visione dell’altro. Caratterialmente io vedo il bicchiere mezzo vuoto, lui mezzo pieno, queste due visioni fanno sì che siamo sempre in equilibrio e ci mantengono molto realistici e concreti.”
“Nuovi progetti? Partono piccoli poi diventano grandi, è sempre stato così per noi. Di sicuro nuovi progetti non ne mancheranno mai!”.
Condividi questo articolo