Innovative traiettorie della ricerca artistica contemporanea attraversano il dibattito sui mille universi e le tantissime storie di vita costruite sulle differenze (cosmi), parlando di identità e di corpi (cromosomi), ma anche di provenienze geografiche ed etniche (cromatismi), con particolare riferimento alla black culture.
È ‘cromocosmi‘ il tema di questa 16esima edizione di Gender Bender, il festival dedicato alle rappresentazioni di genere realizzato dal Cassero LGBTI Center e in programma dal 24 ottobre al 3 novembre.
“È un’edizione che invita a vedere il mondo nella ricchezza e pluralità della sua complessità e delle sue contraddizioni, ma soprattutto a riconoscere l’evidenza di una consuetudine culturale che, ancora oggi, lo rappresenta come principalmente maschio, bianco ed eterosessuale – ha spiegato Daniele Del Pozzo, direttore artistico – Ognuno e ognuna di noi è l’espressione unica di un’intersezione specifica tra generi, classi, ‘razze’ e culture, piuttosto che il risultato di un certo determinismo biologico stabilito da un patrimonio genetico. Al centro di questo esercizio sta il corpo, strumento fedele della nostra esperienza del mondo e, da sempre, un confine fra emozioni, fisicità, codici e tabù”.
112 appuntamenti in 11 giornate in oltre 20 luoghi. In arrivo 21 prime nazionali , 30 repliche di 13 spettacoli di teatro e danza, 31 titoli cinematografici, 19 incontri e conversazioni , 21 workshop e laboratori, 2 mostre, per esplorare gli universi del corpo, delle differenze, del genere e dell’orientamento sessuale con autori e autrici provenienti da Paesi Bassi , Francia, Italia, Danimarca, Irlanda, Australia, Kenya, Corea del Sud, Germania, Belgio, Brasile, USA, Cile, Gran Bretagna, Cina, argentina, Svizzera, Kosovo e Canada.
“Questo festival rappresenta una fotografia del nostro io più intimo dandoci l’opportunità di guardare la complessità che caratterizza ogni singolo individuo, di incontrare lo sguardo degli altri e di incrociare le nostre storie con le storie altrui – ha aggiunto Vincenzo Branà, Presidente del Comitato Provinciale Arcigay Il Cassero – Gender Bender è inoltre arrivato a diventare una realtà nomade, che ha radicato durante l’anno svariate attività anche fuori Bologna e all’estero con l’aiuto di ben 67 partner, per via delle tante proposte”.
Nella sezione DANZA, la collaborazione con il Dutch Performing Arts, il programma che sostiene i creativi dei Paesi bassi, porta a Bologna i lavori di Shaleis Bahoran, talentuoso coreografo dell’hip hop, attivo in Olanda ma nella cui storia si fondono le etnie dell’India e dell’America Latina; di Guilherme Miotto coreografo brasiliano residente nei Paesi Bassi; e di Fernando Belfiore, brasiliano di casa ad Amsterdam, con la sua poetica sul corpo che sperimenta forme e possibilità attraverso l’incontro con diversi elementi.
Faranno parte di questa edizione anche la coreografa e performer irlandese Oona Doherty, il coreografo italiano Enzo Cosimi che nelle sue performance tratterà il tema della transessualità, con miti e gli archetipi che essa riunisce e Hilde Ingeborg Sandvold con Dans, for satan.
L’Ambasciata di Francia, attraverso la Fondazione dei Nuovi Mecenati, contribuisce a portare in Italia le opere di Severine Coulon con teatro di figura e ombre cinesi spiegando la femminilità ed il corpo delle donne ad un pubblico non solo adulto, e le opera di Thomas Lebrun che prende di mira la necessità di seduzione in una danza popolare. La danza arriva anche nei luoghi più insoliti quali il supermercato Coop di Via Andrea Costa , con coreografie di tango ed improvvisazioni con i performer Rocco Suma e Salvatore Sciancalepore.
Per la sezione Teatro, va in scena il lavoro caustico e provocatorio di Alessandro Berti che nel suo Bugie Bianche. Capitolo primo: black dick si concentra sullo sguardo del maschio bianco sul maschio nero.
Nella sezione Cinema si annunciano la presenza e i lavori dell’argentino Marcelo Briem Stamm, dei registi brasiliani Marcio Reolon e Filipe Matzenbacher, di Claudia Priscilla e Kiko Goifman. Viene dall’Argentina anche il film di Albertina Carri che attraverso la relazione poliamorosa tra tre donne e che costruisce una denuncia anarchica della società capitalista e del dominio eterosessuale.
Messo al bando in Kenya, dove è stato prodotto e dove l’omosessualità è fuorilegge, arriva a Bologna Rafiki, il film di Wanuri Kahiu, mentre dalla Cina arriva Adonis di Scud, uno dei registi più provocatori e scandalosi del cinema artistico contemporaneo. E ancora, accende i riflettori sul devastante impatto della guerra su famiglie che sono state divise e cancellate dalle migrazioni forzate, l’australiana Su Goldfish.
Con Cyprien Vial fa il suo ingresso la prima commedia romantico lesbica del cinema francese. Infine, dopo la premiere alla Mostra del Cinema di Venezia, a Gender Bender, la giovane regista Margherita Ferri presenterà il suo film Zen Sul Ghiaccio Sottile.
Nella sezione incontri del festival, da segnalare le presenze di Gerrard Conley e di Juno Dawson, transgender, giornalista e autrice sia di narrativa che di saggistica .
Sette i laboratori di questa edizione, condotti da artisti nazionali ed internazionali: Shailesh Bahoran, la compagnia Gruppo Elettrogeno – Orbitateatro, Giorgia Nardin che celebra i corpi femme, trans, non binary, Mario Coccetti, Guilherme Miotto, Oona Doherty e Chiara Bersani coreografa del corpo non conforme, che crea a Bologna il primo branco di unicorni, attraverso l’incontro dei corpi, dei respiri e delle voci di creature diverse.
Ultimi ma non meno importanti da segnalare sono i party: festa con la Roboterie il duo Faka, vero e proprio movimento culturale sudafricano fondato da Fela Gucci e Desire Marea, che combina forme espressive diverse, dalla musica alla live performance, dalla letteratura alla fotografia, sul tema dell’appartenenza alla comunità queer near dell’Africa post-coloniale; infine per la notte di Halloween dalla Spagna la dj La Bambola.
Qui il programma completo.
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