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Il Gran Galà “rosa” di via d’Azeglio. Cena e asta delle luminarie d’autore a sostegno delle donne

02-09-2024

Di Laura Bessega

Cosa provate quando guardate un’opera d’arte?

Empatia o trasporto intellettuale? Solitamente la nostra reazione emotiva è un atto di partecipazione, immedesimazione verso un oggetto, una situazione o una persona. Abbiamo insomma un’inclinazione ad essere impressionati esteticamente. Stendhal diceva che la bellezza è una promessa di felicità. E infatti, nel nostro cervello, il centro della felicità è vicino a quello della bellezza. Ma non è solo una questione estetica o intellettuale. Le opere d’arte sono finestre sul mondo, innescano riflessioni profonde e hanno la capacità di trasformare il nostro modo di vedere l’ambiente circostante e, a volte, anche di migliorarlo. In quest’ottica si inserisce il Gran Galà di via d’Azeglio, in programma martedì 10 settembre all’Opificio Golinelli di Bologna: un’occasione in cui arte, musica, cucina e solidarietà si fondono per fare la differenza.

Foto di Mattia Candiotti

La serata inizia alle 19 con un aperitivo ad ingresso gratuito negli spazi esterni dell’Opificio Golinelli e dj set dei più rinomati dj del panorama bolognese curato da Kong, la nota one-night dedicata al divertimento. Continua alle 21, all’interno del Centro Arti e Scienze dell’Opificio Golinelli, con la cena di gala curata dal ristorante Al Cambio di Bologna. Pensata dallo chef Matteo Poggi insieme a Piero Pompili, manager del ristorante, propone un menù che mira ad esaltare le specificità del territorio. Immancabile la lasagna del cuoco, recentemente citata sul New York Times come la migliore della città. La lista di eccellenze che si sono messe a disposizione per dare un loro contributo alla serata continua con i tortellini di Paolo Atti&Figli, il forno Brisa, i dolci di Sebastiano Caridi e per finire il caffè Filicori Zecchini. Il catering è offerto da Dettagli Catering.

Organizzato dal Consorzio dei commercianti di via d’Azeglio, presieduto da Simone Dionisi e Giancarlo Campolmi con il patrocinio del Comune di Bologna e di Ascom, l’evento prevede anche l’asta benefica delle luminarie d’autore, battuta dalla casa d’aste Finarte sotto la cura della critica d’arte, Simona Gavioli: quest’anno saranno messe all’asta le opere della celebre fotografa Nima Benati che fanno parte del progetto di via D’Azeglio Feminae, nato per festeggiare il 50º compleanno di ArteFiera 2024, ma anche le luminarie di “Imagine” di John Lennon e i titoli luminescenti di Raffaella Carrà, allestimenti natalizi del 2021 e 2022.

Per partecipare alla cena e allasta è possibile prenotarsi online cliccando qui.

About Bologna, sarà media partner della serata, documentando l’evento con la condivisione di foto e una copertura social, mentre la sponsorizzazione tecnica è di TicketSms, che si occuperà della gestione delle prenotazioni online per la cena sul proprio sito.

Il ricavato dell’intera serata sarà devoluto a due realtà del territorio. La Fondazione Policlinico Sant’Orsola che prevede la costruzione di un day hospital di oncologia femminile. “Ogni anno ospitiamo 1200 donne per un tumore ginecologico o al seno. Per realizzare il nuovo reparto servono almeno 370.000 euro. L’obiettivo è arrivare al più presto a raggiungere questo importo – grazie anche alla generosità di chi parteciperà all’asta”. A parlare è Giacomo Faldella, presidente della Fondazione Policlinico Sant’Orsola.

L’altra realtà è l’associazione WeAreHomies, che si occupa di sostegno alle donne, non solo vittime di violenza ma anche madri in situazioni di fragilità. Ad oggi conta 10 strutture di accoglienza sul territorio bolognese. Dieci case in cui donne che hanno subito violenza insieme ai loro bambini possono avere un luogo sicuro dove ricominciare una vita e inserirsi nel mondo del lavoro.

“Sono due cause rivolte alle donne e per le donne. Potremmo definirlo un gran galà in rosa” sottolinea Paolo Bruciaferri, direttore creativo dell’agenzia CR3ARE e curatore della mostra di Nima Benati. “La prima mostra personale della fotografa nella sua città natale”, ci tiene a precisare.

Le 24 foto esposte, 24 lightbox sospesi tra le mura della stretta via d’Azeglio che durante la sera ne hanno illuminato la passeggiata, sono una selezione del suo repertorio con un’aggiunta di tre immagini realizzate ad hoc.

“Un anno fa ho sottoposto al presidente del Consorzio un progetto di valorizzazione della figura femminile attraverso una mostra che celebrasse il woman empowerment di un’artista del panorama bolognese. Nima Benati mi è sembrata la scelta perfetta. Ha avuto molto successo all’estero fin da giovanissima. La trovo una professionista molto contemporanea. È una donna libera che si sente libera di usare il proprio corpo e ha saputo andar oltre il pregiudizio di chi guarda. Da sempre fotografa principalmente figure femminili. Dare voce alle donne (e nello specifico a una che ha ottenuto risultati importanti) esponendo il suo lavoro, significa già combattere la violenza nei confronti di tutte quelli che le vorrebbero zitte, a casa e senza una carriera”, aggiunge Paolo Bruciaferri.

 

Foto di Mattia Candiotti

Feminae, il titolo della mostra, sembra una provocazione.

Dalla stessa radice latina di fecundus, ovvero fruttifera, riporta a un’idea di donna che deve stare a casa. Partorire e accudire i figli. Col passare del tempo non è andata meglio.

Sei una femminuccia!

È roba da femmine.

Cosa ne sai tu che sei una femmina!

Nella nostra cultura è una parola usata in tono dispregiativo, per offendere, delegittimare, ridimensionare. Perché le cose da femmine sono quisquilie rispetto a quelle dei maschi.

Ma nel titolo scelto per la mostra di Nima Benati, il termine Feminae si pulisce da un’eredità imposta e si riappropria di un significato che fecondo vuol essere a tutto tondo.

“Ha ridato centralità al messaggio femminile in chiave glamour”, commenta Simona Gavioli, curatrice che presenterà le opere che saranno battute all’asta. E aggiunge: “la bellezza femminile è una bellezza che sa resistere a tutto e rimanere nel tempo, anche a dispetto di quelle tante, troppe manifestazioni di sopraffazione e violenza a cui quotidianamente, ancora oggi nel 2024, siamo costretti ad assistere.

Le donne di Nima Benati sono donne di tutte le etnie, donne che sanno resistere nel quotidiano come nel lavoro. Nima ha saputo vestirle di forza e far emergere attraverso la loro immagine la caparbietà che ognuna di loro ha nel voler essere ciò che vuole”.

Foto di Mattia Candiotti

Un messaggio importante per la via più centrale della città. Il rimando a tematiche sociali entra in via d’Azeglio in punta dei piedi nel 2022, anno dell’inizio del conflitto tra Ucraina e Russia, con la scelta delle parole di Imagine di John Lennon.

“Le luminarie piacciono perché splendono nella notte e come una cometa ci portano un messaggio, qualcosa di magico che tocca nel profondo. La luce ha costruito la storia dell’umanità e ci lega alla parte più pura e sacra di noi. Le scritte luminose di Via d’Azeglio hanno toccato il cuore dei bolognesi anche per la provenienza degli artisti coinvolti.Ti faccio io una domanda. Se dovessi scegliere quattro canzoni di Raffaella Carrà quale sceglieresti? Io so già la risposta e sono le stesse scelte per la manifestazione”, continua Simona Gavioli.

I brani scelti sono Ballo Ballo, A far l’amore comincia tu, Tanti Auguri e Rumore, disegnati rispettivamente da: Malika Ayane, Bob Sinclar, Nina Zilli e da Alexa.

“Dopo che Pablo Echaurren ha disegnato alcune parti della luminaria di Futura di Lucio Dalla, ci venne l’idea di fare la stessa cosa con i titoli delle canzoni di Raffaella Carrà ma con quattro diversi artisti diversi del panorama musicale italiano. Invece il famoso artista e scultore Jago ha disegnato il titolo e alcune parole di Imagine di John Lennon”, aggiunge Tiziano Corbelli, curatore e promotore delle luminarie, che ripercorre con una breve digressione la nascita di questo progetto.

“Tutto è iniziato nel 2018 con i 40 anni dall’uscita del brano L’anno che verrà di Lucio Dalla, ma il progetto originale risale a tanti anni prima quando a Torino mi sono trovato davanti alle luminarie di una favola. Ho colto la possibilità di creare qualcosa di simile con i poeti locali della mia città, i cantanti. Dopo Dalla c’è stato Cremonini, poi ancora Dalla con Futura, Raffaella Carrà e John Lennon.

Nel 2018 sono stato a Napoli con le luminarie di Totò. Questo progetto l’ho portato in giro per tutto il Paese. E sono arrivato persino a una piccola Italia lontana, Little Italy a New York. Le parole di Nel blu dipinto di blu di Modugno aleggiano luminose sopra Mulberry Street. Le ho dedicate a tutti i nostri connazionali partiti per il sogno americano da fine ‘800 fino a metà degli anni ’50. Oggi sono ancora lì, visibili e instagrammate tutti i giorni”.

 

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