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Il Salotto dell’Artista. La musica emergente approda sul divano di Alessio Sansone

22-10-2025

Di Michele Zacchini

Quante volte vi è capitato di passeggiare affianco a cantanti di strada e rimanerne stupiti e affascinati?

La curiosità si accende insieme alla passione, ma, le poche volte che vi fate coraggio e andate a chiedere all’artista come si chiami e dove sia possibile riascoltare quella voce speciale, spesso la risposta che ottenete vi delude, lasciandovi in sospeso su un filo fatto di “Non sono nessuno” o “Non ho la possibilità di incidere roba mia”.

Questo è un copione che Alessio Sansone, creatore e curatore del progetto artistico-musicale “Il Salotto dell’Artista”, conosce fin troppo bene; ne ha incontrati tanti, troppi di quei talentuosissimi nessuno.

Ma si sa, la storia è scritta per essere riscritta, e questa in particolare merita un’attenzione tutta sua: Alessio si racconta e racconta la propria idea, partita da una pagina Facebook e continuata su un divano, tra live session, podcast e interviste ad artisti emergenti.

Alessio Sansone

Puoi raccontarmi del Salotto? Qual è il tuo background culturale, quali sono state le modalità con cui hai dato vita al format e come quest’ultimo si è evoluto?

Sono un amante dell’arte libera e spontanea da che ho ricordo. Dopo un passato da coreografo ho deciso di prendere l’iniziativa e condividere al pubblico la mia passione. Ero ancora lontano dal progetto del Salotto vero e proprio, ma già le idee erano chiare: volevo realizzare un format che desse spazio e adito ad artisti emergenti, come tentativo di sopperire a un’esigenza di cui io e migliaia di altre persone sentiamo quotidianamente la mole e la pressione. Ecco che circa quattordici anni fa apro la pagina Facebook “Artisti Emergenti”, dallo stampo unicamente divulgativo, ma che dà il via a un percorso destinato a mutare e crescere notevolmente. Nel 2020 propongo un contest su Instagram per artisti in erba, che raggiunge inaspettatamente un buon numero di partecipazioni e condivisioni, ed è questo piccolo successo che mi fa riflettere seriamente sulle potenzialità effettive di ciò che stessi portando avanti.

E poi cosa è successo?

Nel 2021 riesco a ottenere i permessi per girare dei contenuti al teatro comunale di Castel Maggiore e l’anno seguente, convintomi a lasciare il lavoro a tempo indeterminato e con esso ogni solida base che mi ero costruito in trentatré anni di vita, investo in uno spazio tutto mio e imparo da autodidatta l’arte del videomaking, in modo da ottenere la più totale autonomia e poter partire in quinta col progetto. Nasce ufficialmente il Salotto dell’Artista, ancora nella sua fase grezza e sperimentale, che in principio ospitava solo amici e conoscenti per delle live session casalinghe, ma che presto, grazie a un rapido e convincente passaparola, diventa meta ambita da cantanti e band emergenti di tutte le regioni d’Italia.

Quali sono stati i primi feedback?

Notavo che le persone, artisti in primis e pubblico poi, recepissero il messaggio e il senso del Salotto proprio come speravo succedesse, incontrandosi e condividendo passioni comuni sotto un’unica bandiera dell’arte e della libertà. Per un anno pieno la vela del Salotto rimane gonfia del vento del successo, permettendoci – a me e al team di fonici e media manager che intanto si andava formando – di ospitare nuove voci sempre più conosciute, come Mose e Martina Attili, e di entrare in contatto con major, aziende minori e talent show: il panorama musicale italiano si stava accorgendo di noi! Sul più bello, ahimè, l’alluvione di maggio 2023 interrompe bruscamente il format, costringendoci a chiudere temporaneamente baracca per rimettere a posto il Salotto.

Martina Attili

 

A proposito di interruzioni, perdonami se te ne faccio una, proseguiremo dopo con il racconto: vorrei ritagliarmi questo spazio per chiederti cosa effettivamente ti abbia spinto così oltre, per quali principi hai mollato tutto e seguito questo sogno apparentemente impossibile?

Anche grazie a quel sogno non mi sono dato mai per vinto: sono una persona curiosa, dagli occhi sempre spalancati sul mondo, vivo di stimoli e incontri, e l’arte ne è la perfetta cornice. Per me è già una vittoria far scoprire a un amico un cantante che ascolto, figurati le soddisfazioni nel curare un progetto del genere. Gli ostacoli sono stati solo una prova per la mia tenacia, per quella del mio team e per la passione che ci lega. Il Salotto, così come la musica, nasce da un’esigenza di condivisione e sono ben consapevole di non aver inventato nulla di nuovo, ma quello che ho fatto e sto facendo, la reazione e i commenti delle persone che entrano in contatto con questa realtà, la rete di anime e artisti che ha avuto origine dal nostro divano, ecco, mi fa tutto pensare che in fin dei conti mi stia muovendo piuttosto bene e perciò non sono intenzionato a fermarmi.

 

Perchè ce n’era bisogno? Cosa pensi del “sistema”?

Non ti nascondo che anche l’astio giochi un ruolo non da poco: quello nei confronti di un sistema che da decenni satura il mercato musicale e, soprattutto in Italia, seleziona a piacimento generi e artisti da lanciare e rendere mainstream, lasciando conseguentemente nel dimenticatoio tante altre valide esperienze. Il Salotto richiama a sé i “dimenticati”, donando loro un piccolo palco e visibilità, riportando linfa alla musica italiana nella sua totalità e varietà. Quando pensai alle performance dal vivo avevo in testa solo una parola: purezza. Su quel divano volevo tornasse la purezza che ha sempre contraddistinto la musica, e che di recente stava progressivamente scemando, lasciando spazio alle grandi produzioni milionarie e alle campagne marketing da mal di testa. Nei nostri format, che comprendono anche podcast e interviste, spesso riflettiamo sull’argomento e dalla quasi unanimità degli ospiti vengono fuori tutta la frustrazione e l’amarezza che un amante dell’arte come me può provare nell’essere costretto a confrontarsi con continui impedimenti e fallimenti, porte chiuse e smorfie di disappunto. Faremo sentire a tutti la forza che ci unisce, quella della musica pura e libera, e nessuno potrà rimanere indifferente.

Parole che pesano e fanno riflettere. Ora ho troppa voglia di sapere come si sia evoluta la vostra storia dopo l’alluvione: come vi siete risollevati e come siete arrivati al progetto che è oggi?

L’acqua aveva causato ingenti danni al nostro spazio, ma non era riuscita a spegnere il fuoco che ormai ardeva dentro ognuno di noi: ci siamo rimboccati le maniche, siamo diventati più braccia e più menti, e per la fine dell’anno eccoci di nuovo in carreggiata, pronti per quella che sarebbe passata alla storia come la prima stagione ufficiale del Salotto dell’Artista. Le sessioni dal vivo in stile “Colors” diventano home concert alla “Tiny Desk”, con un pubblico live sempre più soddisfatto e arricchito dall’esperienza, il format inizia a uscire con regolarità settimanale, il cast è sempre più conosciuto ed è centrale la figura del divano, protagonista di ogni puntata e fedele compagno degli ospiti della stagione. Tra i nomi di più spicco abbiamo collaborato con Serepocaiontas e Sidy, raggiungendo numeri e soddisfazioni sempre maggiori. Ma il gioco è bello finché dura poco e il nostro bellissimo gioco era destinato a finire in quel fatidico 19 ottobre del 2024: un’alluvione ben più aggressiva della prima affonda il nostro Salotto sotto un metro e mezzo d’acqua, e con esso tutti i ricordi, gli sforzi e i traguardi che lì avevano messo radici. Nel momento di massimo sconforto e bisogno, durante il quale mi ha anche sfiorato il pensiero di mollare tutto, il Salotto si riconferma essere più di un format e più di un luogo, ossia un’idea, una salda convinzione in cui non solo io credevo. Infatti di lì a poco il sindaco di Castel Maggiore, che da tempo ormai seguiva da vicino il progetto e i suoi progressi, ci offre uno spazio inedito per continuare le riprese e le sessioni musicali: ecco che il Salotto si sposta qui a Villa Salina, dove stiamo tenendo quest’intervista e dove, da un anno a questa parte, ospitiamo cantanti e band per la nuova stagione.

Quali sono i mattoni sui quali si basa il progetto?

Iniziamo a collaborare con Res Music e Labaunsi Music Studio che ci permettono di allestire sessioni full band e portare a un livello superiore la qualità del format. Questo è un mattone fondamentale sul quale si basa il nostro progetto: la musica e la sua fruizione dovrebbero andare a braccetto con la qualità e il buon gusto, così come nel mondo culinario sarebbe meglio mangiare sanamente quanto basta ed evitare di ingozzarsi di fast food e cibo spazzatura. Gli ospiti sono sempre più eterogenei e non mancano comparse più conosciute nel panorama italiano, come Davide Shorty e Casadilego. La stagione che è alle porte ricomincia in grande stile e con tutta l’energia necessaria a ripetere un grande anno per la musica e per l’arte in generale: vogliamo aumentare il lavoro divulgativo, magari con pillole social a cadenza regolare, e organizzare sessioni dal vivo anche fuori Villa Salina, in collaborazione con altri enti e artisti.

Un’epopea affascinante, piena di alti e bassi e con il lieto fine che si merita. Vuoi citarmi un paio di artisti che ti hanno lasciato il segno? Avete mai toccato argomenti delicati e di forte attualità con i vostri ospiti?

Certamente, il Salotto è condivisone anche divulgativa. Nelle nostre interviste non mancano curiosità sulle culture di tutto il mondo, e spesso i nostri ospiti sono chiamati a esporsi su temi che hanno a cuore o sui quali si può aprire un dialogo stimolante e impegnato. Prima fra tutti devo citare Casadilego, una giovanissima interprete piena di vita con una voce straordinaria e un cuore altrettanto importante: lei ci ha parlato di salute mentale e di come questa spesso venga meno quando un artista è lasciato nelle fauci degli squali del mercato musicale, che tentano di estrarre ogni residuo di energia ed equilibrio dalle menti dei cantanti, non curandosi del lato psicologico ed emotivo che viene automaticamente posto in secondo piano e spesso ignorato. La corsa ai numeri, la fame di ascolti, le pubblicazioni sempre più frequenti e le assurde richieste ai cantanti fanno del mondo musicale, lo stesso che accende in un artista come Casadilego la scintilla della passione, l’origine di un fuoco che brucia sogni e speranze di vere persone e veri artisti. Il Salotto vuole prevenire questo problema e il messaggio di solidarietà che infondiamo nel pubblico e negli ospiti del format è stato perfettamente recepito, come dimostra l’operato di una nostra vecchia conoscenza, Dedalo, che con la band Moonfoongo nel 2025 ha partecipato al Sottosuolo Festival di Cagliari, organizzato proprio per sostenere e finanziare la ripresa delle nostre live session dopo la prima alluvione. Questi sono solo due esempi di artisti passati dal Salotto che hanno lasciato il segno, aprendoci gli occhi a nuove riflessioni o aiutandoci pragmaticamente sempre sotto il vessillo comune della musica e dell’arte libera.

Casadilego

Spendi sempre belle parole nei confronti della musica e dell’arte in generale. Vorrei rigirare la domanda di rito del Salotto al suo creatore: cosa significa per Alessio Sansone l’arte. Pensi che Bologna sia una città artistica in questo senso?

L’arte che conosco io è quella della vita, perché la vita è arte, in ogni sua forma e aspetto. Dalle persone che incontri alle meraviglie che osservi, persino le emozioni sono arte. E Bologna è culla di tutta questa spiritualità, di questi stimoli, incarna esattamente la natura artistica del mondo. Oggi come non mai stiamo assistendo alla forza di questa città, che dimostra di sapersi accendere per ciò che ha cuore, per ciò in cui crede. Lo stesso approccio ho io nei confronti dell’arte e della musica e per questo motivo ho creato il Salotto, perché sentivo dentro un piccolo tarlo che non smetteva di sussurrarmi all’orecchio “tu puoi e devi fare qualcosa”. Ho solo seguito l’istinto e la passione, ma senza piantare le radici proprio in questa città non so se la storia avrebbe seguito il medesimo corso.

Per concludere, vuoi parlarci del SalottoSummerFest? Di cosa si tratta, com’è andata la prima edizione, qualche spoiler per l’anno prossimo?

Nell’estate 2025 a Villa Salina, su richiesta diretta dell’ufficio del Sindaco di Castel Maggiore, abbiamo organizzato un evento di tre giorni all’insegna della musica e del divertimento. Grazie al supporto di sponsor come Scout, Casio e Angelica siamo riusciti a chiamare ospiti da tutta Italia e il pubblico non si è fatto attendere. Le serate sono state magiche e osservare persone di tutte le età andare via soddisfatte di aver scoperto nuova musica mi riempie il cuore, perché è di questo che si tratta il Salotto e il mio percorso, fin dai tempi di “Artisti Emergenti”. Per la prossima edizione abbiamo intenzione di fare le cose ancora più in grande, investire su un’acustica immersiva, invitare un main guest – ancora segreto – e rendere il Festival più coinvolgente: per fortuna che la famiglia del Salotto ora si è allargata e comprende anche attori e attrici, videomaker e tecnici.

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