Il Comix Bar non ha nulla di diverso dal locale alla sua destra ed è in tutto simile al bar di fronte. Eppure Sofia Zoli e Giuseppe Armillotta, lei faentina e lui pugliese, decidono di entrare proprio in quel posto, di prendere proprio quel caffè (o era un Negroni?). Un incontro, il loro, destinato a ben più grandi orizzonti di quelli di via delle Belle Arti e via delle Moline, una miccia che presto sarebbe esplosa facendosi sentire in tutta la città e, perché no, in tutta Italia.
Siamo seduti nello stesso, esatto tavolo di quel lontano aprile 2024, quando prese ufficialmente forma e vita DuoCane, il progetto culturale di poesia competitiva e libera che ha calcato palchi e piazze, tra Dumbo e Santo Stefano, attraendo a sé sempre più appassionati.
Il contatto era già avvenuto qualche mese prima, quando Sofia e Giuseppe si erano incontrati ad un Poetry Slam organizzato da lei, una gara di poesia performativa dove sei artisti si sfidano con testi inediti e performance corpo-voce, votati in decimi da una giuria popolare e continuamente rimpiazzata, e poi di nuovo a Faenza presso il centro sociale Kayros per il primo evento da loro gestito. L’idea però ha impiegato il proprio, necessario tempo, per attecchire e maturare.
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foto di Michele Zordan
“Uno degli aspetti più affascinanti di questo mondo è l’atmosfera di familiarità e condivisione che si crea tra i partecipanti. Uno dei sei performer che si iscrivono ai nostri Poetry Slam vince e passa al turno regionale, poi nazionale, europeo e mondiale, quindi sì, possiamo dire che da DuoCane siano passati i VIP del settore, ma tutto rimane sempre amatoriale e genuino, dal contesto ai rapporti sociali. Tra veterani e matricole si instaura un rapporto di confronto paritario e arricchente”.
Il mondo che mi raccontano pare ai miei occhi un cubo di Rubik con le facce tutte bianche: ognuno è in grado di trovare un ordine e dire di averlo capito, ma è quasi impossibile sciogliere il bandolo della matassa nello stesso modo di un’altra persona. Così chiunque può riempirsi la bocca di belle parole sulla poesia, l’arte e il “bello poetico”, ma di fatto ogni pensiero a riguardo è sempre giusto e sempre sbagliato allo stesso tempo. Una scatola di Schrödinger sigillata, dove al posto del gatto ci sono le emozioni, le sensazioni, positive e negative, costruttive e deleterie. Voglio saperne di più e continuo.
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Foto di Michele Zordan
Mi parlano delle loro esperienze pregresse con il Poetry Slam e l’arte performativa: Sofia, a Faenza, ha fondato In Bianco – un progetto di cultura scondita, addirittura Giuseppe va in giro per l’Italia tra palchi e teatri, oltre ad essere il fondatore di un altro collettivo bolognese, l’Uniposka – Unione Poeti Scatenati. Insomma, di lavoro ne hanno fatto.
“Dopo quattro date di Ghiaccio Poetry Slam, l’evento organizzato prima del nostro boom, nel 2024 abbiamo iniziato a girare centri sociali ed esercenti bolognesi per cercare un luogo che ospitasse le competizioni – spiega Giuseppe.- Con grande sorpresa lo spazio Dumbo ci ha dato disponibilità per dodici eventi presso l’Officina Bistrot, undici dei quali svolti tra maggio e luglio e l’ultimo nel mese di settembre. Abbiamo spinto sul lato mediatico e comunicativo, facendo girare la voce e attraendo sempre più pubblico orbitante intorno agli Slam. È successo tutto abbastanza in fretta: qualche altra data invernale al bar Maurizio ed ecco che all’ improvviso organizziamo gare ogni settimana e ci dedichiamo anche a progetti e collaborazioni laterali”. Giuseppe sembra voler aggiungere altro, ma non me ne accorgo e, senza malizia, lo interrompo: voglio sapere quali sono gli eventi che hanno creato anche insieme ad altri collettivi, ma soprattutto che direzione artistica mantiene Duocane.
Giuseppe non sembra infastidito dall’interruzione, anzi la domanda gli accende un sorriso. “Noi siamo partiti dagli Slam, collaborando anche con altri gruppi della zona e d’Italia come VoceVersa (FC) e Ossi di Nutria (FI), ma il nostro interesse e la nostra passione spaziano nei più disparati campi dell’arte performativa: abbiamo realizzato eventi con Sanfra, il collettivo di freestyle rap numero uno a Bologna, che come noi agisce nel segno dello spirito ribelle, della rottura degli schemi e della libertà di espressione, oppure, visto che teniamo anche alla cura grafica ed estetica del progetto, con Madonnelettriche, la pagina Instagram gestita da Barbara Zilli che condivide immagini realizzate da diversi artisti desacralizzandone l’iconicità. Ma alla base di tutto c’è un amore folle per l’espressività, la performance, la condivisione, la libertà. Non stiamo facendo poesia da cameretta, quella più intima e privata, ma vogliamo ascoltare ed essere ascoltati. Essere capiti è un lusso che non ci permettiamo”. Poi si gira verso Sofia e, con uno sguardo così complice alla Bonnie e Clyde, suggerisce: “forse dovremmo parlargli di Raw Poetry”.
Lo dice come se stesse parlando di uno speciale regalo di Natale, di una ciliegina sulla torta che ancora non conosco. La mia curiosità e la loro soddisfazione si legano e isolano la nostra conversazione al Comix Bar: parlare di argomenti così lontani e oscuri con persone così vicine e radiose è uno splendido ossimoro.
“È vero che DuoCane nasce come organizzatore di Poetry Slam canonici, validi ufficialmente per la LIPS (Lega Italiana Poetry Slam) con tutte le loro regole e modalità del caso. Ma sotto sotto sia io che Giuseppe volevamo stravolgere questo equilibrio, pur rimanendo leali al mondo della poesia competitiva e performativa, quella delle manches, del tempo cronometrato, del corpo e voce: così a novembre pensiamo a Raw Poetry, un format tutto “duocanese” che porta lo Slam in strada, o meglio in piazza, visto che lo facciamo di fronte alle Sette Chiese in Santo Stefano. L’obiettivo è quello di aprire i cancelli della poesia a più gente curiosa possibile, rendendo l’atmosfera totalmente libera con una giuria tecnica selezionata tra esponenti del settore, o popolare dal pubblico, in un contesto spogliato delle sue vesti più canoniche. Raw Poetry nasce in nome dell’anarchia poetica, della libertà di espressione e del forte, ma sano, confronto. In generale sentiamo una mancanza e cerchiamo di colmarla, siamo sempre in evoluzione, dinamici, stanchi di agire per inerzia e propositivi a staccarci dalle convenzioni generazionali. Se la lunga tradizione di Slam si è costruita intorno un intoccabile perimetro di margini ben definiti e immutati, DuoCane vuole ridefinire quei margini e allargare la nicchia d’interesse aprendosi a nuovi, coinvolgenti progetti”.
Ciò che mi dice è stato rimarcato e confermato per tutto il tempo dalla passione con cui mi parlano, dagli argomenti che scelgono di toccare, dagli sguardi complici che si scambiano fugacemente, dal nome che hanno decretato per il loro progetto. Vorrei andare avanti per ore (siamo insieme ormai da tre, gran parte di ciò che ci siamo detti non posso riportarla per iscritto, rimarrà un segreto celato, una conoscenza gelosamente custodita. Come se fossimo amici da sempre. Forse è questo che sanno fare i poeti, coinvolgerti senza conoscerti, legarsi senza invadere), ma tutti e tre siamo richiamati da altri impegni impellenti. Ci alziamo, paghiamo il caffè e usciamo. Prima di salutarli faccio loro l’ultima domanda di rito: “avete qualche progetto in mente, qualche idea da portare avanti nel nuovo anno?”.
“La Cantina Letteraria” rispondono all’unisono. Ridono, poi Sofia mi spiega: “Noi amiamo la poesia, ma pensiamo anche che non sia per chiunque. Ci vuole talento, passione, duro lavoro, attitudine. Ma la letteratura e ciò che le parole smuovono in ognuno di noi, quello è pane per i denti di tutti. Così abbiamo pensato a un format di divulgazione e confronto su autori e temi tra i più validi e preziosi, secondo noi e il nostro personalissimo gusto. È un’idea priva di pretese autocelebrative o imposizioni accademiche, ma vuole essere uno strumento per avvicinarsi ad un mondo che riteniamo appartenere alla gente, capace di arricchire e sensibilizzare, coinvolgere ed emozionare. Per questo è così importante parlarne e far sì che la letteratura funga da collante tra noi e il pubblico”.
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Foto di Roberto Cerè
Quante belle parole, quanta passione. Sono stato travolto dall’energia e dalla vitalità di due giovanissimi, ma intraprendenti poeti di oggi. Due menti che hanno ascoltato il proprio cuore e seguito “il fuoco che arde”, e che ora possono dire di aver raggiunto obiettivi non indifferenti a Bologna e dintorni. Sofia mi passa un santino personalizzato fai da te, ce ne sono decine in giro per la città. “Ti proteggerà da silenzio, tranquillità e occhiali dritti”, c’è scritto. E dietro una serie di altri “servizi”: aggressioni (solo il lunedì), piantini ingiustificati, deliri di onnipotenza e torte salate. In fondo il loro IBAN, se volete sostenere il progetto.
Il 17 febbraio in piazza Santo Stefano riprendono le nuove serate di Raw Poetry, in programma ogni lunedì alle 21
Partire da una culla culturale come la Rossa e prendersi l’Italia intera, senza pensare neanche per un secondo di arrendersi o fermarsi. C’è poesia in tutto questo?
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