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Un concerto per scoprire la Soccia-lità: intervista a De.Stradis

01-07-2023

Di Giovanna Casula

Il 4 luglio suonerà per la prima volta con il suo nuovo progetto, un musicista ormai affermato nella scena musicale bolognese, stiamo parlando di De.Stradis. L’artista pugliese, trapiantato nel capoluogo emiliano, si esibirà durante la rassegna culturale “Montagnola Republic” nel Parco della Montagnola, accompagnato dalla sua band composta da William Duarte, Joe Allotta e da tanti altri ospiti.

In occasione dell’evento, abbiamo incontrato l’artista per sapere di più sul suo nuovo progetto.

Info per il live a questo link.

Vincenzo Destradis, in arte De.Stradis, ex membro dei Mangroovia e attuale frontman dei Westfalia, ha iniziato quest’anno il suo primo progetto da solista, utilizzando stavolta l’italiano come mezzo d’espressione, ma tenendo sempre una musicalità black, tra R&B, jazz e hiphop e dando ampio spazio alla voce. Il cantante, negli scorsi mesi,  ha pubblicato due singoli, “Quadri d’autore”“Darker Bologna”, realizzati in collaborazione con il produttore Filippo Bubbico. “Darker Bologna”, uscita il 12 maggio, è un vero e proprio elogio a Bologna che prende spunto dal famoso pezzo “Dark Bologna” di Lucio Dalla e mette in mostra come la città, nonostante i costanti cambiamenti, rimanga sempre un centro ricco di cultura e di “soccia-lità”.

De.Stradis ©Monanne.art

Ciao Vincenzo! Com’è stata la tua crescita musica e quali sono stati i tuoi punti di riferimento musicali?

“Fino ai 19 anni ho vissuto in un piccolo paese della Puglia, distante dalle città, in cui mi sentivo molto isolato nel mio contesto, non avevo nessuno con cui fare musica, quindi ho avuto un tipo di crescita musicale da solo con me stesso e meno nella collettività. Ho ascoltato tanta musica, suonavo per conto mio, ma non avevo mai fatto niente di pratico come musicista in termini di carriera e opportunità nel mondo musicale. Poi sono arrivato a Bologna, ricca di stimoli e occasioni per suonare con altre persone, e la cosa di non avere avuto niente per tutto quel tempo, mi ha dato i denti una volta arrivato qua per fare tutto. Come musicisti, i miei punti di riferimento sono stati Demetrio Stratos per l’aspetto vocale e Caparezza da un punto di vista metrico. Lucio Dalla è arrivato più in là, perché all’inizio digerivo meno il linguaggio della musica cantautorale italiana, dopo invece mi sono accorto di quanta bellezza e complessità aveva sia nel linguaggio cantautoriale che musicale, direi che è il nostro Steve Wonder!”

Prima di venire qua a Bologna, hai vissuto per un breve periodo a Torino, cosa facevi nel capoluogo piemontese?

“Ho fatto sei mesi di ingegneria, ritrovandomi in un contesto che non mi apparteneva del tutto e che non mi permetteva di trovare il grande respiro che cercavo nell’ambiente musicale. In più i miei coinquilini non mi permettevano di suonare la chitarra in casa ed è stata questa disperazione di non potermi esprimere che mi portato a lasciare l’università e a dedicarmi totalmente alla musica. In quel momento mi trasferii a Bologna e iniziai a studiare al conservatorio canto jazz ed è così che mi sono innamorato della città.”

De.Stradis ©Monanne.art

Arrivato qua a Bologna sei entrato nell’ambiente musicale della città, hai fatto parte dei Mangroovia e ora canti nei Westfalia, con cui hai partecipato a XFactor nel 2021. Com’è stata questa esperienza e che riscontri hai avuto?

“Si ho partecipato con i Westfalia, abbiamo fatto 4 esibizioni portando due brani nostri e due arrangiati, pezzi che non erano indirizzati per un pubblico televisivo mainstream, nonostante tutto abbiamo avuto un buon riscontro, quindi è andata sin troppo bene rispetto alle aspettative. È stata una bella esperienza, mi ha aiutato a migliorare la mia sicurezza a livello di comunicazione e la confidenza sul palco, anche per autodeterminarmi come musicista esistente in un contesto. La visibilità c’è stata, non è stata incredibile e molti ti riconoscono come “quello che è andato ad XFactor”, ma a livello di opportunità e contatti nell’ambiente, sia come insegnante che per concerti, ha dato qualcosa in più.”

Perché hai sentito il bisogno di iniziare questo progetto da solista e perché hai deciso di scrivere dei testi in italiano?

“Con i Westfalia stiamo dirottando verso l’estero, per una questione musicale e di nostro interesse, abbiamo fatto da poco un tour in Germania, prossimamente andremo in Inghilterra e ora stiamo ultimando un album che vorremmo pubblicare con etichetta estera. Invece, quando facevo parte dei Mangroovia, avevamo convertito i testi in italiano, anche se è uscito ben poco e in seguito il progetto si è sciolto. Alcune di queste canzoni che avevo scritto in italiano per il progetto, le ho riprese e le sto ridando vita.  Al tempo, era stata un’esigenza pratica, il progetto con i Mangroovia aveva bisogno di esprimersi in un’estetica italiana, quindi mi sono ritrovato a dover cambiare il mio modo di scrivere, all’inizio è stato traumatico, in seguito è diventato bello e piacevole. In questo senso Lucio Dalla è stato un appiglio molto importante per la mia scrittura, in più cantare sul palco in italiano ti dà molto più impatto e ti metti quasi a nudo. Poi è arrivato XFactor, i Mangroovia si sono sciolti e ho sentito la necessità di continuare a scrivere in italiano e di prendere io le decisioni sulla mia musica, che uso per sfogarmi e parlare di me in prima persona, a prescindere da quello che è esporsi mediaticamente, è proprio la necessità di realizzarsi individualmente.”

De.Stradis ©Monanne.art

Per la realizzazione di questo progetto hai collaborato con Filippo Bubbico?

“Si, Filippo è sempre stato la mia anima gemella musicale con cui mi sono sempre trovato molto bene, sapevo che era la persona giusta con cui lavorare, abbiamo sempre avuto un sentire comune quando produciamo insieme. Piccolo spoiler, in autunno uscirà il mio disco con l’etichetta di Filippo ovvero Sun Village Records.”

Il 12 maggio è uscito il tuo nuovo singolo “Darker Bologna”, che legame c’è con la canzone “Dark Bologna” di Lucio Dalla?

“Ho voluto fare questo pezzo per far vedere quanto sono cambiate le cose dalla Bologna di cui Dalla parla in “Dark Bologna”, già in questi 9 anni che vivo qua ho visto com’è mutata la città, anche solo nel modo di vivere le cose. La città si è imborghesita, il centro è diventato un bijou per i turisti, mentre locali come lo Sghetto o il Binario69 si sono spostati nella prima periferia, sono stati costretti ad uscire dalle mura perché era l’unico modo per rendere tutto sostenibile. La vita notturna di Bologna per quanto resti in centro, si è dislocata molto verso la periferia, non parliamo poi dei centri sociali e in più c’è sempre il problema degli affitti e delle case decadenti che vengono date agli studenti. Infatti, nel testo dico “si vive a Bologna come Obelix/ bevi ridi  non ti perdi qui/ temi solo per la tua testa/ che il soffitto crolli quando nessuno se l’aspetta”, la paura per Galli era che gli crollasse addosso il soffitto, lo stesso per gli studenti bolognesi. Però la magia di questa città, in termini di vitalità, per fortuna resta e non si estingue facilmente.”

In questa canzone tu introduci il temine Soccia-lità, ce lo puoi spiegare?

“È il modo ti intendere la socialità a Bologna, quel tipo di vibe, la possibilità di esprimersi in maniera libera, mi sono sentito accolto da questa città e penso che valga per molti. Permette di emanciparsi da quello che si era prima ed essere ciò che si vuole essere realmente, in questo marasma di persone che si vogliono sentire così, va a creare una condivisione estremamente positiva e solo quando esci da Bolo ti rendi conto che questo non è il mondo canonico.”

In questo progetto da solista sei tu che realizzi le basi musicali?

“Principalmente si, faccio tutto da solo in camera mia, parto da un’idea e decido cosa voglio sviluppare e, tra batterie elettroniche, voci, cori, synth, chitarre, più o meno arrivo ad una produzione quasi definita. Poi vado in studio da Filippo, che è polistrumentista, dove ha la batteria, le chitarre, il basso, la synthbase, rimodula e da forma al pezzo, se no ogni tanto mi faccio aiutare dai membri della mia band, ovvero Willian Duarte e Joe Allotta.”

De.Stradis ©Monanne.art

Come si svolgerà il tuo tour estivo e sarai accompagnato da una band?

“L’inizio del tour è stato spostato al 2 luglio con la prima data a Porto Corsini, il 4 sarò alla Montagnola Republic e chiuderò il tour ad Aventrana, il mio paese natale. Qua, essendo un contesto di periferia, la mia musica non è tanto compresa e apprezzata, quindi ho il timore di non avere un pubblico così presente come invece accade qui a Bologna. Per il live alla Montagnola, sono entusiasta perché fare concerti a Bologna è differente, c’è un interesse diverso da parte del pubblico, qui ad esempio la gente non va ai concerti perché il musicista è famoso, ma va perché incuriosita e questo la rende una città più esterofila rispetto ad altri posti. Nel palco sarò accompagnato da William Duarte che sarà alla chitarra, basso, synthbase e da Joe Allotta alla batteria. La cosa bella di questo live in primis è avere loro che, oltre a suonare, canteranno con me, creando tanti spazi corali. In più ci saranno altri tre ospiti, che durante i miei live a Bologna aggiungo sempre, che sono Viviana Severini, Federica Zuddas e Colin Macdonald. ”

In “Darker Bologna” dici “La fine del mondo arriva per ultima a bologna”, se questa fine del mondo dovesse arrivare, in quale posto della città vorresti trascorrere il tuo ultimo giorno?

“Dipende dal mood, se ho voglia di stare nel polleg andrei da Bar Maurizio o allo Sghetto, se invece ho voglia di contemplazione andrei al chiostro di San Domenico con una bella birretta.”

De.Stradis ©Monanne.art