Lo splendore di Napoli e l’inestimabile valore culturale del rione Sanità. Questa è La paranza della bellezza.
“Quando vedi la bellezza, vedi un raggio di luce in una stanza buia”.
Attraverso la rappresentazione delle gesta della cooperativa La Paranza, dell’orchestra Sanitansamble, dei laboratori artistici Sane Stelle e del teatro del doposcuola, il regista Luca Rosini conduce lo spettatore attraverso la riscoperta di uno dei rioni più difficili di Napoli, veicolando la bellezza insita nelle proposte culturali dei giovani del quartiere Sanità.
Il docu-film diretto da Luca Rosini testimonia un nuovo tipo di paranza, una composta da persone che cercano di cambiare lo stato delle cose, persone impegnate nella riscoperta del patrimonio artistico, musicale e sociale in cui vivono. Simbolo ultimo della nascita di una magnifica comunità solidale.
Giornalista, regista e conduttore Rai, Rosini ha iniziato come documentarista per poi lavorare ad Annozero, Virus e Night Tabloid come inviato. Ha condotto Evolution e Human Files su Rai2 e ora conduce Uno Mattina in famiglia sul primo canale. Il suo ultimo lavoro è disponibile sul portale raiplay.it.
La nostra redazione ha raggiunto il regista Rosini in occasione dell’anteprima bolognese del film alla Cineteca di Bologna, per discutere con lui le incredibili implicazioni artistiche e sociali che sono scaturite da queste realtà giovanili campane.
Raccontaci come sei entrato in contatto con il rione Sanità di Napoli
“A me era stata affidata la regia per un documentario di una co-produzione internazionale, dove dovevo riuscire a raccontare come una realtà giovanile potesse modificare e migliorare l’economia della città abitata. Solo dopo una ricerca su possibili connessioni con vicende legate al suolo nazionale, ho scoperto questo meraviglioso ecosistema che negli anni ha preso piede nel rione Sanità di Napoli. E dopo aver parlato con i ragazzi del posto, membri della Cooperativa ‘La Paranza’, strumentisti dell’orchestra giovanile Sanitansamble e frequentanti dei vari programmi artistici del doposcuola, ho deciso che questo soggetto fosse il più significativo ed il più importante da far conoscere al grande pubblico”.
Il rione Sanità è situato nel cuore della metropoli campana ed è solitamente associato dai media a vicende tristi e difficili. In che modo credi che la bellezza possa salvare i suoi abitanti?
“Sicuramente portando curiosità. Noi tutti siamo attratti dal bello, dalla bellezza, dall’arte e dalla cultura ed il Rione Sanità possiede un patrimonio culturale straordinario: ci sono chiese barocche meravigliose, palazzi straordinari, e catacombe millenarie. L’intervento provvidenziale dei giovani del quartiere che hanno rimesso in sesto e preso in gestione tali beni ha riaperto la città al turismo, generando curiosità ed attraendo persone da tutto il mondo. Questi turisti, visitando il Rione, portano con sé non solo speranza per gli abitanti del luogo, ma anche una nuova fonte di economia per tutto il quartiere”.
Quanto tempo sei rimasto nel rione e come ha reagito la comunità al tuo docu-film?
“Gli abitanti hanno reagito in modo meraviglioso, facendomi sentire completamente a casa. La bellezza unica che possiede il rione Sanità, nonostante tutti i problemi di criminalità che spesso gli si palesano, è la forza di riuscire a dare accoglienza a chi lo visita. Non sono stato accolto soltanto dai ragazzi della cooperativa, ma anche dalla signora del piano terra che mi ha offerto il caffè dopo averle fatto qualche ritratto, dal fruttivendolo che ha scambiato due parole con me per la sola voglia di conoscermi, dai negozianti e da tutti gli abitanti del quartiere. Questa è una virtù meravigliosa”.
La realtà da te documentata ha ideato un modello sociale pressoché unico, a parer tuo qual è il suo valore aggiunto e perché funziona così tanto?
“Funziona perché è stato fatto un gruppo alla cui base vi è una cooperativa nata attraverso legami familiari e d’amicizia, non con scopi altri. Questi sono ragazzi cresciuti insieme nella parrocchia del rione Sanità, hanno fatto esperienze di vita insieme e sono stati instradati tutti da Don Antonio Loffredo ad un percorso di studio, di cultura e di collaborazione comune. Da questa si è formata un gruppo spontaneo di ragazzi che vogliono migliorare il luogo che vivono, ed è questo il vero segreto che sta alla base del loro successo”.
Perché secondo te oggi vi è la necessità di essere testimoni di esempi positivi?
“Perché viviamo in un momento in cui sembrano mancare le idee per uno sviluppo della società. C’è crisi, l’economia sembra non saper dare risposte alla società civile, ed è unicamente attraverso questi esempi di economia solidale che noi possiamo ispirare i cittadini a rimboccarsi le maniche ed a fare qualcosa direttamente per il loro territorio”.
Che cos’è per te la bellezza oggi?
“Una risposta immediata potrebbe essere la vista delle strade, dei palazzi e delle incredibili chiese di Napoli, ma io credo che la vera bellezza sia nella relazione: nell’incontro tra una persona del territorio e un turista che viene da Milano o da Londra. La bellezza ultima risiede nel rapporto umano che lega due sconosciuti e che può nascere in qualsiasi momento”.
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