Appena sono entrata, sono stata avvolta da un odore a me dolce, misto di carta stampata e legno. Guardandomi intorno ho visto poi una botte, tavolini con piccoli sgabelli in legno e delle vetrine particolari, con alcune bottiglie di vino. Tutt’intorno, libri.
Sono da “Libri senza Oste”, una libreria fresca di apertura in piazza Aldrovandi 7/A. Mi accoglie Sergio Gazzani, proprietario del locale insieme a Mirko Mazzini, che con sguardo gentile mi dice “Allora, cosa posso raccontarti?”. Prima che io possa rispondere, veniamo interrotti dall’incursione di due vicini, curiosi di vedere quale nuova forma avesse preso uno spazio in cui anticamente si trovava una macelleria, poi una parrucchiera, una rivendita di saponi, ed infine un negozio di modellini in legno. Un locale che ha avuto molte vite.

Foto di Laura Bessega
“Questa è una libreria, principalmente divisa in tre sezioni: una parete su Bologna, con libri di cucina, musica, tradizioni e giochi a tema, una parte di classici a metà prezzo, per promuovere la cultura adatta a tutte le tasche e infine gli scaffali dedicati a romanzi contemporanei, nazionali e internazionali. E’ uno spazio a disposizione della piazza. Quindi se uno vuol venire a leggere il suo libro, comprarlo e leggerlo qua, fare smart working o studiare, si mette a sedere e sta qui in tranquillità”, mi spiegano Sergio e Mirko.

Foto di Laura Bessega
Dopo questa breve indiretta introduzione all’idea che c’è dietro al locale, iniziamo l’intervista, ma, prendendomi in contropiede, Sergio mi spiazza iniziando a fare lui domande, a chiedermi chi fossi e, non essendo bolognese, perchè mi sia innamorata della città.
La mia risposta ha dato il via per iniziare a raccontarmi che questo progetto è nato dallo stesso sentimento di amore.

Foto di Laura Bessega
“Dopo anni di lavoro in una multinazionale, ha prevalso la voglia di uscire dalla trottola sterile dell’ambiente aziendale e provare a cambiar vita. Io e il mio socio, Mirko Mazzini, abbiamo sentito il desiderio di creare qualcosa da cui trasparisse la “bolognesità” in ogni suo aspetto, ovvero l’accoglienza, l’apertura mentale, l’affetto per la nostra storia e cultura cittadina. Un modo per cercare di trasmettere i valori di una città viva e unica nel suo genere. Nel voler contribuire su questa scia a quello che è Bologna in qualche modo, un anno e mezzo fa abbiamo aperto Lu Lè & Lu Là, un chiosco di finger food bolognese. Nel tempo abbiamo cercato di ascoltare le persone che venivano da noi, soprattutto giovani e neolaureati, che volevano un posto in cui potersi mettere alla prova. Usavamo questo spazio davanti al chiosco come magazzino, ma avevamo il desiderio di farne qualcosa di più. Fin da subito Mirko ed io volevamo creare un luogo di commistione fra vino e cultura; poi abbiamo incontrato il responsabile della Confraternita dell’uva e da lì ha iniziato a materializzarsi tutto.”, mi spiega Sergio.
Così nasce questa piccola libreria indipendente. Sì, perché questa è appunto una libreria, non il classico localino dove vai a bere un bicchiere di vino con gli amici.

I proprietari Sergio Gazzani e Mirko Mazzini. Foto di @innamoratiabologna
“Libri senza Oste” è un rifugio per tutti, in sosta o di passaggio, un luogo in cui non sei obbligato a consumare qualcosa, ma puoi sentirti libero di sederti a leggere o lavorare immerso nell’odore dei libri e del legno e, se vuoi staccare un attimo, farti un assaggino di vino locale.
“Chi vuole trovare un piccolo rifugio di pace nel centro storico e, dopo un po’ di ristoro, ritornare nella frenesia della città, è il benvenuto”.
Gli chiedo come prende posto questa realtà nel panorama bolognese. “L’idea è di offrire un palco a chiunque abbia voglia di esprimere la propria voce. Vogliamo che sia un luogo in cui soprattutto i giovani universitari possano avere la possibilità di condividere e coltivare le proprie passioni, in cui dare voce all’espressione in ogni sua sfumatura, a progetti culturali a sfondo letterario e non. Siamo aperti ad ogni bella iniziativa.”, continuano Sergio e Mirko.

Foto di Laura Bessega
Una domanda poi mi sorge spontanea. Ma perché “senza oste”? “Io sono sommelier e l’idea delle macchine che permettessero la distribuzione di vino self service è arrivata da un viaggio in Borgogna, a Digione, dove ho potuto vedere la “Cave de la Cité”, un locale che si propone come tasting room e wine bar. Vedendo queste macchine che davano la libertà alle persone di assaggiare vini pregiati autonomamente ho pensato…e se fossero circondate da libri?”, continua Sergio.

Mirko Mazzini. Foto di Laura Bessega
Così a “Libri senza Oste” puoi, con l’acquisto di una carta prepagata nominale del valore da te scelto, assaggiare autonomamente 120 etichette pregiate tutte selezionate e provenienti esclusivamente dal territorio bolognese. Ognuno inoltre può scegliere, di ogni vino, tre diverse quantità, 25, 50 o 125 ml, in base a quanto vuole bere; questo permette al cliente di decidere di assaggiare 3 o 4 vini differenti al prezzo di un calice pieno oppure di provare un’etichetta importante senza dover acquistare la bottiglia a scatola chiusa.

Foto di Laura Bessega
L’esperienza completa, poi, viene resa unica non solo dal potersi alzare, prendere il calice e servirsi quando si vuole, ma dal trovare Sergio che con estrema competenza, pazienza e passione per la materia, ti spiega ogni singola caratteristica del vino che stai per bere, permettendo alla persone di apprezzarne ancora di più il prestigio.
Viene data la possibilità di fare qualcosa di diverso dal solito: invece di andare fuori e bere un bicchiere di vino che si potrebbe trovare in molti altri locali bolognesi, una persona può venire qui e, senza spendere troppo, assaggiare vini diversi e scoprire così nuovi odori e sapori circondato dai libri.

Foto di Laura Bessega
Attenzione però! Come sottolinea Sergio, per mantenere l’atmosfera del locale, “i tavolini sono a disposizione solo di chi legge, studia o lavora in serenità. Chi vuole venire per assaggiare i vini, può servirsi ai distributori e chiacchierare in convivialità appena fuori dal locale dove abbiamo il chiosco.”
Ma aprire una libreria che auspica ad essere teatro di progetti culturali porta con sé la volontà di vivere i libri cartacei e di salvare questa cultura analogica nel mondo di oggi?, chiedo.
“Assolutamente sì. Parliamo di tradizione, legandoci ad un aspetto un pochino romantico di Bologna, fatto di odore di botti di legno delle osterie, della carta dei libri stampati, in una piazza sempre gremita di gente in cui, in questo modo, si possono unire due esigenze complementari delle persone di Bologna: buon cibo e vino in compagnia e uno spazio calmo e tranquillo di cui un universitario o lavoratore può usufruire in libertà – continuano Sergio e Mirko.- Uno spazio in cui poter condividere questa cultura silenziosa, da un tavolino all’altro, in quello che può diventare un rituale collettivo, una coccola che va a contrastare il caos e la frenesia della vita di tutti i giorni e regalare quegli attimi di sospensione che sono estremamente necessari per fare del bene all’anima”.

Foto di Laura Bessega
In programma hanno già diversi eventi. “A partire da subito offriremo questo spazio ad Al3menti, una neonata associazione letteraria, per degli incontri di libroterapia con una psicoterapeuta. Abbiamo poi in programma presentazioni di libri tramite la Confraternita dell’uva, club del libro e corsi di scrittura creativa con lo Spazio letterario; inoltre saremo tappa di tour itineranti per le librerie di Bologna. Vedere l’entusiasmo dei ragazzi nell’organizzare le iniziative che verranno proposte qui nelle prossime settimane, già ci ha ripagato ed è esattamente lo spirito che avevamo in mente quando abbiamo pensato a questo progetto”.
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