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“Niente ti annienta di più delle tue paure”. “Gioca con me”, l’esordio di Nicoletta Bertacchini

18-01-2022

Di Mattia Lusini

«Per la prima volta era riuscito a dare la colpa a sé stesso e non agli altri» è una delle frasi più iconiche del libro Gioca con me (Rudis Edizioni) di Nicoletta Bertacchini.  All’età di 29 anni, la scrittrice bolognese ha deciso di pubblicare il suo primo libro: un thriller psicologico ambientato in una Francia ancora ferita dalle vicende del Bataclan e dalle proteste dei Gilet Gialli. La vicenda, ambientata oltralpe «nasce dalla passione che ho sempre avuto per la Francia e in particolar modo per Parigi», afferma Nicoletta.

La storia inizia con la scomparsa di una bambina di 11 anni, Lily. Oltre alla polizia, a essere interessata al suo ritrovamento c’è Béatrice Blanchard, una giovane interprete, amica di famiglia. Ancora non sa che di lì a poco la sua vita cambierà completamente. Quando viene ritrovato il corpo senza vita di Lily, per Béatrice comincia un percorso a ostacoli per trovare l’assassino, chiamato dalla stampa “L’Artista delle bambine” e al tempo stesso la redenzione per non essere riuscita a ritrovare la piccola sana e salva. I rapimenti continuano e iniziano a vedersi dei tratti comuni in ognuno di essi. I soggetti rapiti sono sempre delle bambine intorno ai 12 anni che devono affrontare le loro più grandi paure intraprendendo tre sfide, il loro rapitore indossa sempre una maschera da gufo e vengono sempre ritrovate con vestiti e pose di opere artistiche. Béatrice riesce a stringere il cerchio finché non accade qualcosa di inaspettato che la costringerà a scoprire una verità che faticherà ad accettare.

Nicoletta Bertacchini, appassionata di lingue, ha studiato spagnolo e cinese all’università, oltre ad avere una buona conoscenza del francese grazie ai numerosi viaggi fatti in Francia. Dopo aver lavorato come costumer service in una ditta di Imola, attualmente si occupa dell’ufficio commerciale di Penta automazioni industriali, a Molinella, in provincia di Bologna.

La sua passione per la scrittura nasce sin da piccola quando scriveva delle letterine di compleanno. Grande amante della lettura, adora i thriller storici e Ken Follett è l’autore che l’ha fatta innamorare più del genere. Per creare la struttura del libro si è ispirata a L’uomo del labirinto di Donato Carrisi. Condizionata dalla madre che ama i racconti gialli.

Uno degli elementi caratteristici del suo libro è il rapporto con la paura: ogni bambina viene messa davanti alle proprie più grandi fobie. La stessa autrice ha un rapporto intenso con le proprie: «Da bambina guardavo in televisione Streghe, una serie degli anni 90 in cui in ogni puntata veniva affrontato un demone con delle caratteristiche. Il demone che più mi è rimasto impresso è il demone della paura. Niente ti annienta di più delle tue paure».

La maschera da gufo indossata dal rapitore richiama Pascoli, come simbolo del dolore. Non un dolore violento e sanguinoso, bensì quasi solenne. La scelta dell’animale notturno però è molto particolare: la ginecologa di Nicoletta ha nel proprio studio una collezione di civette. Dagli occhi delle civette, simili a quelli del gufo, si scorge l’ignoto e se ne rimane incredibilmente colpiti.

Un messaggio forte che lascia nel cuore di tutti la volontà di vivere sempre ancorati al proprio passato, ma con un occhio attento e pronto sul futuro. Un futuro duro e molto spesso insidioso, ma capace di regalare emozioni inaspettate e irripetibili.

«Noi siamo la nostra storia, ma il cambiamento è sempre possibile nonostante costi fatica», conclude la scrittrice.

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