Ha realizzato una linea di borse con personalizzazione in braille.
Si può far incidere un “ti voglio bene”, una dedica o altri messaggi segreti da regalare insieme alla borsa. Inoltre, ad ogni borsa è abbinato un personaggio femminile, scelto tra quelli delle tante donne che hanno fatto la storia, pur non diventando famose.
Matilde Govoni Brand è un brand innovativo di abiti, borse e accessori che punta tutto sulla sensorialità, sulla forza femminile, ma soprattutto sulla passione di chi il brand lo ha sognato, progettato e creato. Lei è Matilde Govoni e la sua carriera inizia da bambina, quando trova in casa due federe di un cuscino, le cuce insieme realizzando un top e una gonna e per l’occasione organizza anche una sfilata.
«La mia prima macchina da cucire è stata un regalo di mia nonna – racconta Matilde – per imparare, cucivo con lei unendo piccoli pezzi di stoffa. Il mio sogno era diventare una stilista, poter mettere in pratica la mia creatività all’interno del mondo della moda che tanto mi affascinava».
Queste stesse idee, qualche anno dopo, la portano a scegliere prima l’istituto di moda Aldrovandi Rubbiani di Bologna, poi L.UN.A (la Libera Università delle Arti). Durante gli anni universitari ha modo di realizzare tantissimi progetti originali, fino a quando suo fratello, Camillo Govoni, decide di creare Inkover, un brand di abbigliamento per uomo, la cui caratteristica predominante è il graffito. Da quel momento in poi Matilde si butta a capofitto nel mondo della moda, inizia lavorare per lui e un anno e mezzo dopo diventa sua socia: «quando sono entrata in società abbiamo pensato di realizzare Inkover by Matilde Govoni, una linea in cui il graffito, che era sempre stato caratterizzato dai toni del nero, del bianco, del blu ecc. si trasformava colorandosi di rosa con la mia impronta».
La sua innata creatività però non si ferma, così, poco dopo, decide di intensificare ancora di più il suo rapporto con la moda, realizzando un brand tutto suo, Matilde Govoni Brand. «Una grande novità che ho ideato – continua Matilde – è stata proprio la linea di borse con personalizzazione in Braille. Volevo anche valorizzare le donne, e mi piace pensare che in questo modo, quando acquisti una delle mie borse, è come se acquistassi anche un pezzo di storia, che magari non avevi mai sentito».
La ragione per cui sceglie il Braille è più intuitiva del previsto: secondo Matilde infatti, alla sensazione tattile non viene data quasi mai la giusta importanza. Il Braille, in particolare, è un metodo poco conosciuto, ma che compare nelle nostre vite più spesso di quanto si pensi. Lei invece, sin da piccola, quando toccava il Braille sulle medicine, in ascensore o sulla tessera sanitaria, ne rimaneva affascinata e toccandolo, chiudeva gli occhi per andare alla ricerca di nuove sensazioni. Per questo motivo ha sempre dato una grande importanza alla stimolazione dei sensi, al voler “sentire”, all’importanza del toccare i tessuti.
Tra l’altro, dato che il suo brand e quello del fratello si mescolano di continuo, anche con Inkover ha portato il Braille nel mondo dell’abbigliamento, partecipando alle FashionWeek di Milano, Los Angeles, Londra, nel tentativo continuo di coinvolgere i vari sensi nel mondo della moda. E per questo stesso motivo ha da poco creato anche un profumo: Comme çi Comme ça.
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