Immaginate il teatro privato di una Villa settecentesca: la grande sala interna è rettangolare, composta da due ordini di balconate arricchite con sculture marmoree di sirene, tritoni e cariatidi. Sulle pareti laterali della platea sono affrescati giardini fioriti, putti e ghirlande incorniciati da architetture neoclassiche.

Foto di @thelittlebean
Questo lo scenario pittoresco di un evento esclusivo tenutosi al Teatro Mazzacorati 1763. In un’atmosfera suggestiva fatta di giochi di luci avvolgenti e ombre, il teatro ha accolto la presentazione ufficiale di Palingenesi, la nuova collezione di calzature di Federico Frison, giovane fondatore e designer bolognese del brand di calzature di lusso FRSN.

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Federico mi spiega che in famiglia è sempre stato circondato dall’arte e della moda, poiché sia suo nonno che suo padre furono designer di Bruno Magli, storico marchio bolognese di calzature. Impossibile per Federico non subire il fascino del mestiere e il virtuosismo della tradizione di famiglia: tra i suoi ricordi d’infanzia più cari c’è proprio l’odore del cuoio presente nel laboratorio domestico nel quale suo nonno ha lavorato con tanta dedizione fino a dopo la pensione.
“Tuttavia” – aggiunge Federico – “nasco come ballerino e tuttora sono insegnante di Hip Hop. Solo nel 2016, in seguito ad un momento particolarmente delicato della mia vita e all’incoraggiamento di mio nonno, decisi di seguire un corso di formazione per modellista e stilista di calzature, proprio nel suo laboratorio”. Al termine del corso seguirono per Federico tre mesi di stage in un’azienda ed infine iniziò a lavorare in un tacchificio a Molinella, dapprima stampando sottotacchi e successivamente disegnando al CAD (in qualità di modellista) tacchi per brand d’alta moda, quali Louboutin, Fendi, Jimmy Choo e Ferragamo. “Prima ancora di essere uno stilista, dunque, sono stato per tanto tempo un tecnico”.

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“Eppure, arrivato a questo punto, io desideravo davvero avere qualcosa di mio e, al contempo, dare importanza al sottotacco, perché la mia carriera da calzaturiero era iniziata proprio stampando questo. Poi un giorno, durante una pausa pranzo in fabbrica, mentre giocherellavo con dei materiali di scarto, mi capitò tra le mani una piccola sfera; d’istinto presi un tacco, ci appoggiai la sfera sopra ed ebbi un’intuizione: quel pezzettino sarebbe diventato il segno distintivo dei bozzetti che tante volte mi ero immaginato. Lo chiamai Pulse, e decisi che sarebbe sempre stato di colore rosso”.

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Cos’è racchiuso in Pulse e perché l’hai voluto proprio rosso?
In realtà, c’è una sola risposta per entrambe le domande. Il rosso, oltre ad essere visivamente il colore che si nota di più, è anche il colore della passione, della forza e del sangue, dunque della vita. Inoltre, la forma sferica e il materiale resistente alludono alla perfezione e all’immortalità. Perciò in Pulse, oltre ad una firma strutturale, è racchiuso un significato simbolico, un invito a superare i limiti, a camminare su ciò che sembra impossibile e ad affermare la propria unicità, ma con grazia. Immagina di indossare una scarpa con la quale si possa camminare su una sfera… come un’equilibrista che non teme di mostrare il proprio passo al mondo.
Non avrei mai potuto prevedere che dietro ad un elemento così piccolo si celasse un universo di valori, l’universo Frison, che ha iniziato a prender forma nel 2020, solo una settimana prima dell’annuncio del lockdown.
A settembre 2023, però, sono riuscito finalmente a ripartire: mi sono circondato di un piccolo team ed assieme abbiamo fatto un corso di accelerazione per start-up, grazie al quale siamo riusciti a strutturarci meglio. La soddisfazione più grande è arrivata poco dopo con la nuova collezione, Palingenesi, che definirei la prima vera, effettiva, poiché le due fatte in precedenza non avevano portato a nulla”.

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Cos’ha rappresentato per te Palingenesi?
Come indica il termine stesso, Palingenesi è stata una rinascita, come se a partire da essa tutto si fosse rigenerato. Per l’occasione scelsi di inaugurare la collezione durante una serata-evento presso Teatro Mazzacorati: in una dimensione sensoriale fatta di note musicali e calde luci rosse – colore dominante, assieme al nero, del marchio FRSN – io e la ma squadra siamo riusciti a celebrare l’eleganza e la creatività. Ma devo precisare una cosa: nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza il sostegno e il tocco di Francesco, mio marito e art director del brand. La nostra passione, il coraggio, l’estro hanno donato i loro frutti… L’evento non è stato pubblicizzato: abbiamo preferito estendere l’invito ad un pubblico ristretto, poiché quella sarebbe diventa una vera e propria serata di lavoro alla quale si sarebbero presentanti numerosi buyers ed imprenditori.
Quali, tra i modelli esposti, hanno riscosso maggior successo tra il pubblico?
Una décolleté verde di vernice modello Chanel, chiamata così per via del cinturino alla caviglia, e un elegantissimo sabot color bordeaux, entrambi con lo scollo “a v” davanti, la seconda anche lateralmente, e rigorosamente col sottotacco rosso. E poi mules – taluni con inserti trasparenti in tulle – sandali con cinturini finemente intrecciati, pantofole unisex, décolleté squadrate e uno stivale molto alto con la punta squadrata, il mio pezzo preferito”.

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Come mai, tra i numerosi tipi di calzature possibili, per il tuo brand hai scelto di disegnare proprio scarpe col tacco?
La scarpa con il tacco alto ha un linea molto più soddisfacente da disegnare; in secondo luogo credo che la sneaker abbia un po’ stancato e che un tacco, anche basso, indossato nella quotidianità dia quel tocco di classe in più. FRSN è una dichiarazione di stile, identità e arte e, in quanto tale, nasce proprio con l’ambizione di trasformare la scarpa da semplice accessorio ad elemento protagonista dell’outfit, capace di esprimere bellezza e personalità.
Il che modo, secondo te, le tue calzature esprimono bellezza?
“Nella semplicità e nella cura dei dettagli: tacchi con piume e Swarovski li trovo pazzeschi, ma non rispecchiano il mio ideale di bellezza. Al contrario, una scarpa semplice con cuciture rosse in evidenza, spigolature insolite o, ancora, tagli e scolli arditi ha decisamente più carattere. Quello che spero di trasmettere è il racconto di un nuovo concetto di lusso inteso non come ostentazione ma come forza narrativa dell’oggetto: ogni scarpa è pensata come una micro architettura scolpita con materiali pregiati e linee che emozionano”.

Foto di @davidecarson
Dove vengono realizzati i tuoi prodotti?
“Devi sapere che dietro ad una qualsiasi delle mie calzature ci sono almeno cinque o sei realtà aziendali all’opera. Ultimato il disegno, infatti, mi rivolgo dapprima a chi fa la forma della scarpa, che altro non è che un’imitazione del piede in plastica, e successivamente a chi ne realizza il soletto e poi il modello; a seguire, un’altra impresa crea suola e tacco. Ma non finisce qui: una volta assemblato il tutto iniziano le prove di calzata e si spera di non riscontrare difetti. Ci tengo anche ad aggiungere che i prodotti FRSN sono totalmente Made in Italy: i pellami, i tessuti sostenibili e, soprattutto, la manifattura sono una convinta presa di posizione culturale, oltre che un obiettivo estetico”.

Foto di @seliphant
Dove custodisci i prodotti finiti?
“Al momento i prodotto finiti – che diventano campionario per le vendite – li conservo nel mio armadio di casa, pronti per gli shooting fotografici. Questo perché al momento non ho un negozio fisico, ma tra i miei sogni c’è quello di riuscire ad aprirne uno minimal, essenziale ma di classe in centro città. Per ora i principali canali di esposizione e vendita delle calzature FRSN sono quelli social, tra i quali LinkedIn e un’attività e-commerce (attualmente in fase di allestimento). Tra gli obiettivi più prossimi il mio team ed io ci proponiamo quello di collaborare con distributori, buyers o retail del settore in modo da riuscire ad avviare proficuamente la produzione. Vorrei vivere proprio di questo e lavorare attivamente per ciò che più amo”.

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