Design & Moda

Quattro giovani designer e un superpotere: la stampa 3D. EGOUNDESIGN dà vita al progetto dell’architetto Achille Castiglioni

17-12-2024

Di Sara Santori

EGOUNDESIGN è l’espressione ‘fucina di idee’ che diventa realtà.

È uno studio di design industriale, un laboratorio, un’azienda produttrice, una “bottega moderna”, come la definiscono i giovanissimi componenti del team, Tiffany ed Edoardo Melchioni, Federico Readelli e Luca Marcadent.

Li raggiungo una mattina nel loro spazio in Viale Silvani, non faccio in tempo ad appoggiare la bici che inizia il tour del loro studio, dal dehors all’interno: un unico spazio dove convivono stampanti 3D sempre in funzione, area assemblaggio e spedizioni, banco da lavoro, zona progettazione e tavolo riunioni-coworking-pranzo-colazione. Nutella e panettone occupano il posto a capotavola mentre ci sediamo per l’intervista. L’entusiasmo dei ragazzi è contagioso, hanno così tanto da dire che fatico a tenere il passo con gli appunti.

Inizia Tiffany: “Ci conosciamo da una vita e abbiamo sempre avuto il desiderio di creare qualcosa di nostro. Quale migliore occasione della quarantena del 2020, durante la quale, oltre che impastare, è iniziato il processo di condivisione di idee. Siamo nati come start-up autofinanziata, alimentata con volontà, mutuo e passione. Abbiamo costruito e imparato facendo, tentando tante strade, commettendo errori, ma senza abbatterci se le cose vanno diversamente da come ci si aspetta.

Le due anime più metodiche del gruppo sono Tiffany, consulente, che si occupa di far quadrare conti, budget e vendite, e Federico, maker, che fin da piccolo si riparava i giocattoli da solo e oggi lavora su ingegnerizzazione, prototipazione, tecniche e materiali innovativi. “Federico è il vero problem solver del gruppo. Chat GPT è il suo assistente personale. Per qualsiasi richiesta ti dice ‘mandami una mail’”. Chiedo loro se poi risponde, “Certo, sempre!” confermano i ragazzi ridendo.

Edoardo, ricerca, sviluppo e brand identity, e Luca, comunicazione, “sono più modaioli, più festaioli, amano andare in giro e agli eventi alla ricerca del nuovo”, dice Tiffany. Poi però scopro che i riferimenti di Luca sono The Office, Milva e Ornella Vanoni, ritrovando quel mix che li contraddistingue, tra innovazione e artigianalità, futuro e tradizione.

Il nome Egoundesign nasce da un progetto universitario di Edoardo, “Ego” rimanda al tema dell’individualità di ciascuno di loro portata a servizio della loro azienda, “ognuno di noi viene da una disciplina diversa, siamo una combinazione, una squadra dove siamo tutti indispensabili. Dal primo che arriva la mattina (sicuramente Tiffany!), a quello che lavora di notte e la mattina arriva sempre per ultimo (io!)” ride Edoardo. “Ego” sono anche le individualità degli altri, delle aziende, che portano nei loro progetti e prodotti.

E poi “undesign”, da unconventional design, perchè partono da uno schema e poi pensano a come stravolgerlo.

Il loro primo progetto realizzato è stato l’ultimo progetto disegnato dall’architetto e designer Achille Castiglioni. La storia inizia nel 2001, quando Achille Castiglioni approfondisce il tema dell’impugnatura insieme all’amico e architetto Gianfranco Cavaglià, e progetta un set di matite e penne, desiderando creare uno strumento accessibile e democratico per i suoi studenti. I prototipi vennero realizzati in legno dalla Bottega Ghianda, ma il tipo di lavorazione li rendeva molto costosi, contraddicendo l’obiettivo iniziale di Castiglioni. Il progetto rimane quindi inedito fino al 2021, quando i figli Giovanna e Carlo Castiglioni, quasi dieci anni dopo la morte del padre, decidono di cercare un’azienda che potesse produrlo. “Loro cercavano, noi imbastivamo la nostra attività, sono venuta a conoscenza della loro ricerca e ne ho parlato con gli altri”, racconta Tiffany, “‘Ci tremavano le gambe, ci siamo chiesti come rispettare in maniera umile il lascito di Castiglioni, apportando anche il nostro contributo. È iniziato lo studio dell’ingegnerizzazione, dei dettagli, del materiale. Volevamo che il materiale parlasse dell’oggetto stesso: abbiamo utilizzato il grafene e realizzato una matita fatta di matita!

CENTO3

L’oggetto finale è uno strumento multifuzione stampato in 3D in grafene, con forma trilobata ad archi, che agevola l’impugnatura ed evita che rotoli sul tavolo. L’hanno chiamato CENTO3, perchè il 16 febbraio 2021 sarebbe stato il 103° compleanno di Castiglioni e per il numero 3, ricorrente: tre dita per scrivere, tre archi della forma trilobata, tre generazioni che hanno lavorato al progetto, tre strumenti progettati, tre partner (A. Castiglioni, G. Cavagli e il team EGOUNDESIGN). È declinato in diverse versioni: matitone multifunzione con punte intercambiabili (matita HB, penna a sfera, pastello, pennello, evidenziatore), penna stilografica pocket, micromina e penna roller. Tutte tascabili, hanno la misura perfetta per un’impugnatura ottimale e tutte comprendono ricambi e refill. Tutti i refill hanno una caratteristica: non bagnano il foglio, il millimetro rimane sempre 1 mm, per la gioia degli architetti.

“È stata per noi una storia ricca di emozioni, tra tante aziende strutturate che si erano proposte Giovanna e Carlo Castiglioni hanno scelto noi, giovani scappati di casa. Hanno apprezzato il nostro rispetto dei canoni progettuali. Non ce l’aspettavamo, sono arrivati rassegna stampa, premi e riconoscimenti quali l’Archiproduct Design Award nella categoria Lifestyle. Il grande risultato è stato che ha risaltato l’oggetto, non tanto noi, e significa che il prodotto parla. Tutti i prodotti raccontano di noi e noi ci raccontiamo attraverso il prodotto.”

 Chi utilizza i loro strumenti? “Ci piacerebbe che li utilizzassero tutti, le persone vicino al mondo del design, il medico che scrive le ricette, il giornalista per le interviste… Il nostro primo desiderio era il nostro professore di design del Malpighi, l’Architetto Lorenzo Raggi, e li usa sempre! ” risponde Edoardo, “Più di tutti però direi Alessandro Michele, stilista e direttore creativo di Valentino. Una volta Luca era a Roma, lo ha visto per strada, mi ha chiamato e l’ha inseguito per regalagliene una. Chissà, mi piace pensare che li utilizzi per disegnare le nuove collezioni.”

Luca poi mi racconta di quando è andato alla conferenza stampa di presentazione del Padiglione Italia progettato dallo studio Mario Cucinella Architects per Expo 2025 Osaka: “parte il video, nell’inquadratura in primo piano vedo la mano di Cucinella che schizza dei bozzetti… con la nostra CENTO3! Non ci credevo! Poi ho pure scoperto che la usa sempre”.

Insieme a CENTO3 è nato anche TRILObyME, un astuccio atelier dalla stessa forma trilobata, da portare sempre con sé, ‘byME’. Racchiude un matitone CENTO3.E e diversi refill: penna a sfera nera, matita HB, pastelli a cera rosso e blu che scrivono su legno e vetro, evidenziatori a secco giallo e verde, gomma e temperino.I tappi di chiusura sono magnetici, perchè l’aspetto giocoso per noi non deve mai mancare, e il packaging è tutto made in Bologna”, spiega Edoardo. È possibile personalizzare TRILObyME con logo o nome, in stampa o incisione ed è disponibile anche la versione con fascetta e moschettone, come accessorio moda.

TRILObyME

Sulla pagina Instagram dedicata hanno lanciato il progetto “INSPOaroundYOU”, 12 fotografi per 12 artisti, per raccontare come l’ispirazione si nasconde nell’ordinario. I fotografi catturano l’attimo, gli artisti aggiungono un secondo “strato” illustrato, utilizzando gli strumenti di TRILObyME.

Lo step successivo di TRILObyME è BILLA, lampada portatile a batteria presentata al SaloneSatellite 2023. Può contenere il matitone multifunzione CENTO3 o altri piccoli oggetti ed è dotata di una base magnetica. Ora stanno lavorando allo sviluppo e alla produzione del prodotto, dopo la campagna su Kickstarter lanciata in ottobre, che ha consentito loro di raccogliere in un mese la cifra che si erano prefissati.

BILLA

BILLA

Parallelamente a BILLA è nata SIBI, seduta, tavolino e contenitore, da interno ed esterno. Per la partecipazione al SaloneSatellite e alla Milano Design Week erano presenti in nove location, ma BILLA era un oggetto molto piccolo da mostrare. SIBI ha la stessa forma trilobata ma in scala maxi, “è grande, impilabile, poteva svolgere la funzione di stoccaggio e magazzino, oltre che seduta, utile per i nostri eventi “Just draw”, durante i quali, foglio bianco davanti, invitiamo a provare gli oggetti mentre noi li stordiamo con i nostri racconti”, spiega Tiffany. SIBI è stato selezionato tra i dieci migliori progetti del pop-up store nato dalla collaborazione tra Rinascente e SaloneSatellite.

SIBI

Al SaloneSatellite 2024 hanno invece presentato Voronoi, un sistema scultoreo magnetico di sei tazzine da caffè in ottone, ciascuna della quali ricrea il perimetro delle città italiane più legate al caffè (più Bologna). È anche gioco, è infatti possibile creare fino a 92.160 combinazioni diverse muovendo gli elementi e agganciandoli con i magneti in diverse posizioni.

Nato dalla collaborazione con l’azienda bolognese 3D4MEC che, dopo aver sviluppato un macchinario unico al mondo per stampare l’ottone in 3D, voleva promuoverlo. Ma anche da uno spunto di Edoardo che, durante un viaggio in Estremo Oriente, scopre la pratica dello stone balancing: sculture effimere di pietre poste una sull’altra in equilibri apparentemente impossibili, realizzate vicino ai corsi d’acqua, con il significato intrinseco di trovare un equilibrio nonostante le difficoltà della vita che scorre.

Voronoi

Il nome Voronoi deriva da uno schema matematico spesso ricorrente in natura, ad esempio nel manto delle giraffe, nelle venature delle foglie, nelle crepe della terra…e anche nella struttura dell’ottone osservata al microscopio.

È stato premiato tra i tre migliori progetti del SaloneSatellite 2024, in seguito i ragazzi sono stati contattati da diverse aziende e ora stanno studiando la messa in produzione tramite stampi, “ed è difficilissimo dato che l’avevamo studiato proprio perchè potesse essere prodotto solo tramite stampa 3D!” ride Edoardo.

I capelli rosa che spuntano nella foto di prodotto sono quelli di Edoardo, “è una foto rubata in un momento di sfinimento a fine shooting, assolutamente casuale!”.

Questi primi quattro anni ci sono serviti per farci conoscere, per acquisire credibilità. Vorremmo sviluppare collaborazioni con altre aziende, ora stiamo lavorando con un’azienda di illuminazione per la progettazione di tre famiglie di prodotti, ma è ancora tutto top secret!” racconta Tiffany, e continua “ci piacerebbe molto aprire una academy, per i ragazzi che escono dall’università e devono immettersi nel mondo del lavoro. Ci piacerebbe restituire alla città quello che ha dato a noi.”

Quando chiedo loro come mai sono rimasti qui e non si sono spostati a Milano o altre città dove il mondo del design offre probabilmente più possibilità, Edoardo risponde “il fatto che tu ci faccia questa domanda è proprio il motivo per cui è giusto che siamo qui. Bologna è una scelta. A parte che Federico non si sarebbe mai spostato” dice ridendo, “ma se tutti seguono la logica di spostarsi, dopo qui non rimane più niente.”

Voronoi

 

Sono quattro ragazzi, con una grande stima l’uno per l’altro, una straripante curiosità e voglia di fare. “Dico sempre: dobbiamo conquistare il mondo, come minimo!” esclama Tiffany. Sono tanti i progetti, le idee che frullano, i collaboratori esterni, gli stagisti e le chat WhatsApp. “E la vostra chat, come si chiama?”, chiedo. “C’è stato un momento in cui eravamo tutti in giro e cambiavamo continuamente il nome: ‘Luca è arrivato a New York’, ‘Edoardo è in Asia’, insomma, dopo un po’ non riuscivamo mai a trovare la chat col nome che cambiava sempre.” Luca mi mostra il telefono e scoppiano a tutti a ridere, ora si chiama così: “non mi ricordo mai come si chiama questo gruppo”.

È possibile acquistare i prodotti di Egoundesign sul loro e-commerce e presso retail specializzati in scrittura, concept store e bookstore museali. A Bologna li trovate da Fratelli Biagini, Futura 1996, Bibalab e Periptero.

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