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Rumore Bianco. La video arte che nasce dalle onde sonore

05-04-2024

Di Mattia Lusini

Se volete leggere di creatività, questo mio articolo è sicuramente quello giusto.

Nicola Martinuzzi è un ex tecnico audiovisivo che si occupa di una disciplina scarsamente diffusa in Italia: la “cimatica”. Sì, non avete letto male e non sto sbagliando io a scrivere, nonostante Word dia errore.

In sintesi la musica si può “vedere” perché le vibrazioni di un’onda sonora sono in grado di modificare la materia, generando delle forme che variano al variare della frequenza emessa. Insomma, una perfetta corrispondenza tra suono e forma.

L’avventura di Nicola parte nel 2016 quando per la prima volta unisce la propria arte a quella di tre professionisti provenienti dal conservatorio che suonano strumenti distinti: batteria, basso e contrabbasso. Nasce Rumore Bianco e continua la sua ricerca e sperimentazione sulle nuove forme di comunicazione audiovisiva, focalizzandosi sulla risposta della materia alle onde sonore che circondano il nostro vivere.

«La materia che prediligo è soprattutto quella liquida: acqua e metallo liquido, principalmente ferro» sostiene Nicola. Per arrivare allo stato liquido del metallo, l’artista adopera un phon, mentre l’utilizzo dell’acqua, oltre ad essere il materiale che reagisce meglio alle frequenze, ha un significato più evocativo: «Noi siamo fatti per il 70/80% di acqua. Molti suoni a cui non facciamo caso, dentro ci provocano una reazione» spiega Nicola.

«Le mie non sono solamente mono proiezioni statiche – continua –  ma c’è la possibilità di creare proiezioni con Watchout, ovvero più video e contenuti in tempo reale, tramite videomapping».

Un concetto molto caro a Nicola è quello di performance: «Adoro esibirmi dal vivo e avere un visual che mi consenta di creare un’immagine». Tutto ciò è garantito da un attento utilizzo di luci mobili che diventano parte integrante dell’opera.

Parallelamente alle frequenze, Martinuzzi si diletta nella pittura dal 2023: «Schizzi a livello digitale, mescolati alle frequenza, vengono trasferiti su vari supporti in cui andrò a delineare il quadro». Il supporto più utilizzato è il legno e la sua ultima esposizione ha il titolo di Trasduzione che richiama la trasformazione da una forma ad un’altra.

Il suo progetto più importante e simbolo della sua rappresentazione artistica è “Dynamic Noise” che unisce la performance dal vivo alla passione dei quadri. Solo per fare due nomi, ne hanno potuto beneficiare Bologna Fiere e la Galleria di Firenze. Il nome “Rumore Bianco” che rimanda a quel suono utilizzato per mascherare altri rumori indesiderati deriva proprio dalla sua esperienza nel mondo audiovisivo, mentre “Dynamic Noise” lo associa maggiormente al suo concetto di performance.

Chissà se tra qualche anno la cimatica si sarà diffusa capillarmente, nel frattempo che ci interroghiamo gustiamoci queste frequenze che nascondono un mondo da scoprire.

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