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Spaghetti Digitali, la factory Warholiana in Cirenaica

12-05-2023

Di Nadia Ruggiero
Foto di Spaghetti Digitali

All’esterno ha l’aspetto di una piccola fabbrica in mattoni rossi: il tetto a triangolo converge su una finestra a oblò, che sovrasta un enorme portone di legno, fissato al muro da cerniere color ruggine. Così si presenta, a Bologna, in zona Cirenaica, la sede di Spaghetti digitali, uno spazio polivalente, in cui professionisti trasversali – copywriter, graphic e web designer, web developer e illustratori – fondono la propria creatività per dare vita a innovativi progetti di comunicazione digitale.

Germano Invernizzi, 36 anni, è uno dei soci fondatori. Nato a Milano e cresciuto a Parigi, ha vissuto a Londra e Berlino, per poi tornare a Bologna, città dei nonni materni, con la quale ha sempre mantenuto un forte legame, scegliendola anche per gli studi universitari. «Inizialmente la mia idea era aprire a Milano – racconta – ma qui ho riscontrato un’estrema competizione. Io, al contrario, volevo creare uno spazio all’insegna della condivisione e della collaborazione». Così ha pensato a Bologna.

«Non volevo un capannone nella zona industriale e nemmeno un classico ufficio in centro. Ero venuto a sapere che in Cirenaica si era liberato un locale, ma non sapevo dove si trovasse esattamente. Un sabato mattina ho girato in lungo e in largo tutte le strade, fino a quando ho adocchiato questa specie di fabbrichetta. Mi sono messo a citofonare a tutti i campanelli e alla fine ho trovato il proprietario».

I lavori di ristrutturazione hanno trasformato 600 metri quadrati di spazio in una factory moderna: un enorme open space rettangolare ospita lungo due lati opposti le postazioni di lavoro, mentre il corridoio centrale riceve luce direttamente dal soffitto aperto su massicce travi di legno a vista.

Spazi così ampi si prestano bene a iniziative di ogni tipo. Così Spaghetti digitali, caratterizzata da una forte vocazione alla “contaminazione”, si è inventata un format chiamato residenze d’artista, con il quale abbraccia l’idea di accogliere tra le proprie mura giovani artisti contemporanei che su quelle mura possano lasciare la loro impronta. Un gioco di fusione tra valori di chi ospita e valori dell’ospite invitato. Come dire: io ti consegno uno spazio, tu ci fai quello che vuoi, ci porti il tuo mondo e provi ad amalgamarlo col mio.

Il format è stato inaugurato in occasione della scorsa edizione di Art City White Night, all’interno di Arte Fiera, con la partecipazione di Andrea Corvino, primo artista ospitato “in residenza”. Andrea, ventinove anni, è un artista multidisciplinare. Graphic designer con un forte bisogno di “sporcarsi le mani” e di eliminare ogni barriera fisica tra lui e la sua opera d’arte, in questa occasione mette volentieri da parte la mediazione del computer per realizzare un murale site specific, nel quale porta la sua storia personale, i suoi viaggi e le vibrazioni ricevute dallo spazio che lo ospita.

Foto di Stefano Maniero

Il murale rappresenta un gigantesco autobus, mezzo inclusivo per eccellenza, attraverso il quale lanciare un messaggio di accoglienza e multiculturalità: Everybody is welcome. Frutto del bagaglio di esperienze raccolte in un recente viaggio in Messico, l’autobus impresso da Andrea su un’enorme parete bianca si ispira agli scuolabus americani che, portati in Sudamerica, vengono trasformati in vere e proprie opere d’arte popolari. La fiancata del mezzo, targato LOL63, pseudonimo di Corvino, è fitta di riferimenti simbolici legati a elementi della vita personale dell’artista. «Ho riempito lo spazio basandomi sulle sensazioni e le vibrazioni che ricevevo dallo spazio stesso», racconta Andrea. E aggiunge: «Non mi sono stati posti vincoli in fase progettuale e creativa. Mi sono sentito completamente libero di esprimermi, ci ho lavorato anche di notte, mi hanno lasciato le chiavi».

Foto di Stefano Maniero

Un secondo murale è stato realizzato successivamente nell’androne della factory, lungo il perimetro delle scale. Qui Andrea illustra soggetti fantasiosi ed esotici: elementi naturali come sole e piante si accompagnano a figure animali e umane, affrescate con colori vivaci e luminosi. Didascalicamente accompagnato dalla scritta “Stop and think”, uno scheletro in posizione yoga invita a riflettere sul rapporto tra uomo e natura.

Residenze d’artista non è l’unico format proposto da Spaghetti digitali, che proprio in questi giorni ha spento la sua prima candelina. La factory in Cirenaica non chiude mai del tutto i battenti: le sue porte restano aperte, oltre il normale orario di lavoro, weekend inclusi, per accogliere mostre, performance artistiche, concerti, presentazioni di libri. Altri format sviluppati all’insegna della “contaminazione” sono Disco vinello, che riunisce cinque giovani cantine vinicole e i panificatori del forno Brisa per una degustazione serale aperta a un piccolo pubblico, e After Messa breakfast club, appuntamento domenicale che coinvolge un collettivo di architetti che assiste ad alcune proiezioni accompagnate da dj set. Evocazione della Factory newyorkese di stampo warholiano, Spaghetti, superando il tradizionale concetto di agenzia, si propone come polo di diffusione culturale, punto d’incontro e confronto di espressioni artistiche e musicali, nate da realtà urbane prossime e distanti.

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