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Teatro degli angeli, in una chiesa (sconsacrata) il palcoscenico che non ti aspetti. Andrea Santonastaso porta il format “Non ci capisco una saga”

13-04-2018

Di Sara Musiani

Bologna é da sempre una fucina di talenti, dal cabaret alla musica, dal canto al teatro, ed  è anche un “buen retiro” per la vecchia guardia di cantautori, cabarettisti ed artisti poliedrici che in questa città sono nati, artisticamente cresciuti o arrivati dopo una carriera lunga e ricca di successi ; qui, in questa terra accogliente, spesso decidono di restare e magari continuare a raccontare di se’.

Il Teatro degli Angeli é un luogo adatto a questo tipo di scelta, perché é  raccolto, è un palcoscenico che non ti aspetti, un piccolo teatro all’interno di una piccola chiesa (sconsacrata) nascosta al passaggio delle auto nella prima periferia della città, in via Massa Carrara, 3.

L’edificio infatti è noto come “Oratorio di Santa Croce”, edificato nel 1791 per volontà di Carlo Antonio Rusconi, illustre bolognese di  nobili discendenze. É stato ora ribattezzato “Teatro degli Angeli”  in omaggio al delicato decoro pittorico dell’angioletto al centro della volta dell’oratorio .

I primi passi del Teatro degli Angeli sono opera della scuola di recitazione di Claudia Rota, che dal 2015 ne è diventata responsabile artistica, assieme alla creatività ed energia dell’attore, cantautore e scenografo Gabriele Baldoni.

In questa cornice sono nati i primi appuntamenti settimanali del talent “X- Bolo“, condotto dal comico Giorgio Comaschi, sfavillante nella sua giacca di paillettes ed accompagnato da intervalli di danza coreografica e incursioni poetiche di altri artisti.

Questo progetto di  valorizzazione, grazie anche all’intervento del Comune, ha reso oggi questo piccolo edificio un nuovo  punto di incontro artistico e culturale capace di  calamitare piano piano  a se’ poeti, attori, comici e cantanti  fino a che da uno spettacolo settimanale  – a tre anni di distanza –  si sono ora trovati ad allestire  un cartellone fittissimo :”chi recita su questo palco mi chiede di tornare, di raccontare altri aneddoti, di ideare nuove rassegne” ci racconta Claudia.

Andrea Santonastaso è uno dei “pazzi artisti”(come li definisce lui) che ha deciso di calcare queste scene, questo piccolissimo pulpito/palcoscenico per sperimentare un format ad episodi (tre per ogni anno) in chiave comico-didattica: “non ci capisco una saga”.

Gabriele Baldoni e Claudia Rota hanno permesso agli artisti di avere un teatro a disposizione per sperimentare, davanti ad una platea ristretta -ma molto ben educata alla qualità – nuovi spettacoli che se ottengono un buon successo possono essere riproposti a platee più ampie; oggi purtroppo riempire i teatri è diventato sempre più difficile” e questo Andrea lo sa bene, poiché dirige la scuola del Teatro Cantelli di Vignola, sua terra d’adozione.

L’idea di “non ci capisco una saga” è nata perché “sono un “cinemalato”, mi sono nutrito di cinema e di saghe cinematografiche praticamente da sempre ed ora con mio figlio – che ha sette anni –mi confronto e traggo spesso ispirazione”. non ci capisco una saga” è uno storyelling, una narrazione che faccio rigorosamente senza alcun supporto video .

L’anno scorso ha portato in scena al Teatro degli Angeli Star Wars, gli eroi della Marvel ed Harry Potter “ in quell’occasione lo spettacolo, che di norma dura un’oretta e mezza, si è prolungato a tre ore, la gente non smetteva di fare domande e intervenire! Chi non le ha mai viste al cinema esce da teatro con la curiosità di vederle in DVD!”

Ma in fondo è questo il senso: la narrazione pura permette di ricreare quell’atmosfera intima di un racconto in compagnia di amici, di accrescere e catalizzare l’interesse, ed “il Teatro degli Angeli è un luogo ideale per questo genere di narrazioni, poiché conserva intatta la sua struttura di piccola chiesetta ed il pubblico è fisicamente vicino al palcoscenico, è intimamente raccolto in ascolto.”

Il prossimo spettacolo di venerdì 13 Aprile alle 21 sarà incentrato su “Pirati nei Caraibi- la saga di Jack Sparrow”, il primo di quest’anno a cui – mi anticipa – seguirà l’epopea di “Fantozzi” e de “L’ispettore Clouseau”.

 

Fare l’attore significa fare pratica per tutta la vita, e luoghi come questo , gestiti da persone appassionate e visionarie come Claudia e Gabriele te ne danno la possibilità.

Entriamo allora senza timore in questo piccolo grande teatro, dal pulpito vi verrà insegnato che l’arte è la cosa più sacra .