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Un manifesto crudo e poetico di denuncia al patriarcato. Al Duse torna Silvia Gallerano nel pluripremiato “La Merda”

28-02-2025

Di Giovanna Di Pietro

“La Merda”, che valse all’autore Cristian Ceresoli la vittoria del Fringe First Award for Writing Excellence di Edimburgo nel 2012 e a Silvia Gallerano, che lo ha interpretato, lo Stage Award for Acting Excellence, conserva uno spirito avanguardistico. Il monologo scritto da Ceresoli arriva in scena come un flusso di coscienza ancora “brutale, disturbante e umano”, come lo definì The Times, a più di dieci anni dalla prima replica. Così, Silvia Gallerano parla ancora a se stessa e al pubblico affrontando i temi della società dei consumi, dell’oppressione patriarcale e della vulnerabilità. 

Lo sguardo intimo nella coscienza di una giovane donna che con disperata vitalità cerca di emergere in società. L’interpretazione di Gallerano, “straordinaria, ironica, infantile, feroce”, secondo The Guardian, viene arricchita dall’esperienza degli anni, che trasformano la ragazza in donna. Il successo dello spettacolo, che ha visto oltre 700 repliche e centinaia di sold out, è dovuto alla sua capacità di tirare fuori e mettere a nudo le storture della nostra epoca.

Lunedì 3 marzo alle ore 21 “La Merda” torna in scena al Teatro Duse di Bologna.

Al termine dello spettacolo, si terrà MSTBZ’ breve reading dal nuovo libro di Cristian Ceresoli, con Giampiero Judica e Cristian Ceresoli, a cura di Frida Kahlo Productions con PAV, Richard Jordan Productions e Progetto Itaca. Il libro, in fase di stesura e che s’intitola ‘Masturbazione’, affronta il tema del fallimento del maschio e dell’esperienza della depressione. A seguire, l’after talk “La Merda al maschile” con Silvia Gallerano, Cristian Ceresoli e la vicesindaca di Bologna Emily Marion Clancy, moderato da Claudio Nader di Osservatorio Maschile, piattaforma culturale che promuove eventi, ricerche e gruppi di confronto maschile.

Il pubblico alla quale il personaggio de “La Merda” si confida, oggi può recepire quel testo in maniera differente. A 13 anni dal debutto, il testo, secondo Silvia Gallerano, «continua ad essere attuale, in tutti questi anni, perché è un affresco del contesto che ci circonda», il pantano desolante di cui scrisse anche Pier Paolo Pasolini, dalla quale il personaggio de “La Merda” cerca di risollevarsi. Tuttavia, «si colora di precise tinteggiature a seconda del momento storico», che vanno dallo scandalo delle olgettine degli anni del debutto fino alla Presidenza Meloni, risuonando in maniera sempre diversa per il pubblico.

Come lavoro attoriale, “La Merda” è una sfida sempre nuova per Gallerano, che spiega: «non posso farlo se non sono veramente me stessa, svelata, quando lo faccio. Questa è la cifra di tutta l’opera dall’inizio: volevamo raccontare la storia di una ragazza non puntando il dito, ma mettendoci dentro “noi” in questa descrizione».

Negli anni, Silvia Gallerano è cresciuta all’interno del ruolo: «quando vado in scena non so bene cosa succederà, non so se la partitura virerà verso la risata o verso il tragico, quindi anche il viaggio che faccio con le persone davanti a me ogni volta è diverso. Questo è anche ciò che mi ha permesso di farlo circa 700 volte». Poter crescere all’interno del testo è un grande privilegio, agli occhi dell’attrice, che ne coglie sfumature sempre diverse. Così, in questi anni ha potuto apprezzare l’essenza del teatro, «non si arriva mai alla perfezione: in un certo senso, un’ultima replica è la somma di tutte quelle fatte».

L’accoppiata vincente tra la scrittura tagliente di Ceresoli e l’interpretazione d’impatto che ne fa Gallerano danno vita a uno spettacolo che non si limita a provocare lo spettatore. Dallo scambio interattivo tra autore, interprete e pubblico nasce un’esperienza di riflessione collettiva che rende “La Merda” più attuale che mai.

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