“Sollevatela!”, gli dice Laura, la nostra fotografa.
Stanno al gioco. E mi ritrovo in braccio alla band, sul palco, con uno dei componenti che tenta di mangiarmi un piede e Galeffi accovacciato davanti. L’intervista, attesa sei ore, inizia così.
Non c’è voluto molto per capire di che pasta è Galeffi.
Si chiama Marco ma ormai è conosciuto come Galeffi, che è anche il nome di un noto antiacido effervescente. Il cantautore romano, lanciato dalla Maciste dischi, è già tra le rivelazioni di quest’anno. Ma ha tutta l’aria di essere un ragazzo con i piedi ben piantati, dallo sguardo delicato, ed estremamente alla mano. Sta continuando a portare in giro per i palchi di mezza Italia il suo album “Scudetto“. Racconta l’amore. E tra i suoi riferimenti ci sono Cesare Cremonini e Francesco Totti. Che è romanista, l’avete capito.
Continuiamo a scherzare ancora un pò sul palco, poi torniamo dannatamente seri.
Qual è la cattiveria che ti ha fatto più male e per la quale ti è servito l’antiacido effervescente?
In realtà non saprei, non sono permaloso e a livello professionale le cose mi rimbalzano addosso. Magari qualche ex stronza. Le cattiverie che mi hanno fatto più male sono state sicuramente quelle in campo sentimentale
Parliamo di donne allora. Chi è Camilla e perchè “tra tanti che conosce ha scelto proprio te”?
In realtà Camilla era Clelia, ma non suonava bene. Era una ragazza molto bella che frequentavo, ma io uscivo da una relazione di tre anni e non ero pronto. Mi rompevo le palle, nonostante fosse molto interessante. Perchè proprio me? non ne ho idea, forse perchè sono simpatico (sorride), non glielo ho mai chiesto
Continuiamo con i sentimenti, dai. In “tazza di te” dici “Bere, litigare, fare pace”, in “Polistirolo” parli invece di “giocare a nascondino”. L’amore, per Galeffi.
Ti rispondo con la citazione di una canzone non mia. “L’amore non esiste, esistiamo solo io e te”
Spiegaci invece da dove nasce occhiaie, da quale aneddoto.
Occhiaie viene scambiata canzone romantica, ma in realtà nasce da un aneddoto un pò porno. Quel momento in cui vuoi così tanto stare dentro un’altra persona tutta la notte, che poi la mattina sei uno zombie. Ero diventato praticamente un vampiro e mi sono detto: vabbè, ci faccio una canzone
In Tottigol dici “Chissenefrega se mai ti perderò. Ti giuro che un giorno ti riacchiapperò. E scusa se adesso ti appartengo un po’. E grazie che spesso mi fai sentir Tottigol”. Come si sente Totti?
Tottigol è una sorta di ringraziamento verso la donna che frequentavo e che frequento ancora. E’ stata scritta all’inizio, quando ci si sente un Dio e cercavo quindi una sorta di metafora divina. Da buon romanista Tottigol mi sembrava sicuramente più onesto di Achille o Mel Gibson in Braveheart
Che fai la sera prima di andare a dormire?
Accarezzo il cane sul letto. Le “pippe” non me le faccio più, o quantomeno adesso poche
Apprezziamo l’onesta. Cambiamo passione ora, tra i tuoi miti c’è Cesare Cremonini, che è bolognese.
Mi piace perchè ci sono cresciuto. Sono uno fedele nella vita e nella musica, me lo porto dietro dalle elementari. Iniziai con i Lùnapop poi con Cesare Cremonini. Mi piacciono le canzoni ma anche lui come persona. Ogni tanto ci sentiamo anche su Whatsapp. Lo cito spesso nelle interviste, si vede che le ha lette e mi ha taggato sui social. E da lì abbiamo iniziato a sentirci
Dicci come sei, in tre parole.
Testardo, sognatore…il terzo dimmelo tu!
E’ mezzanotte e mezza, ti faccio l’ultima. Il tuo scudetto.
Una casa, una moglie, un cane. Insomma, una famiglia
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