Nel 2012 avevano deciso di aprire la loro casa ai giovani creativi, quattro volte all’anno. Erano sei ragazzi, che abitavano insieme in Via Galliera. Oggi sono rimasti in quattro e alcuni di loro hanno lasciato il proprio lavoro per dedicarsi a Vintage in the Garden. Insomma, a quello che era partito come un hobby.
A raccontarlo è Silvia Sereni, che ho incontrato proprio nel suo concept store, Vintage in the Garden. Si trovano abiti vintage, chiaramente. Ma il concetto è rimasto lo stesso, perchè offre anche gratuitamente le sue mura a giovani creativi che hanno la voglia di esprimersi e far vedere i loro lavori.
Perché avete aperto le porte di casa vostra?
“Avevamo la voglia e il piacere di esprimerci e dare la possibilità anche agli altri di poterlo fare”.
In questi eventi cosa organizzavate?
“Sfilate di abiti vintage ricercati da noi nei mercatini. Le persone durante la sfilata potevano acquistare attraverso una piccola asta che partiva da 1 euro”.
Come mai poi l’idea di aprire un concept store?
“Molte persone ci chiedevano se avevamo un negozio e dove potevano acquistare la nostra selezioni di abiti vintage e così abbiamo deciso di aprire in Via Frassinago 4/C, che per noi è un piccolo borgo vintage. Di fianco a noi c’è un negozio di vinili”.
Quale è una delle caratteristiche che deve avere in assoluto un vostro abito vintage?
“Deve essere assolutamente Made in Italy, però a volte c’è l’eccezione”.
Per esempio?
“La prima volta che aprì entrò una cliente e prese in mano l’unica camicetta made in China del concept store. Uno poteva pensare ‘questa ragazza non me la racconta giusta’, visto che le avevo appena detto che era tutto made in Italy, ma quella camicetta in seta aveva un suo perché. Un tempo la seta cinese era una delle più pregiate quindi quel made in China aveva e ha un valore”.
Eventi in programma ?
“Si, abbiamo organizzato una sfilata in collaborazione con L.UN.A, libera università delle arti e con Senape Vivaio Urbano. La sera del 5 Maggio ci sarà una performance all’interno del vivaio che vede come protagonista 12 vestaglie del Novecento rivisitate e reinterpretate dagli studenti di L.UN.A“.
Tre aggettivi per identificarvi?
“Creativo, variegato, popolare e se posso aggiungere colorato!”
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