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Storie da non dimenticare. A.D.Ela raccoglie i nostri ricordi e li mette in mostra

09-05-2022

Di Carla Sannino

Una Bologna lontana, vissuta e custodita per anni dai cittadini, viene ora riportata alla luce grazie a una mostra con i loro ricordi.

Il progetto A.D.Ela (acronimo di Archivio Domestico Elaborato), lanciato dalle associazioni bolognesi Di Rabarbaro in Frasca e Bolab, coinvolge attivamente le famiglie del quartiere Borgo Panigale/Reno nella digitalizzazione e condivisione dei loro ricordi.

«L’idea è nata proprio dalla voglia di dare un nuovo spazio e un nuovo contesto alle cartoline e ai documenti che spesso troviamo in casa dei nostri nonni e non sappiamo cosa farci – racconta Flavia Adela, una delle organizzatrici – Per questo abbiamo deciso di raccogliere e contestualizzare le varie testimonianze per poterle poi interpretare e rileggere. Abbiamo invitato anche una graphic designer, Anna Martinuzzi, che ha rielaborato e interpretato graficamente alcuni dei materiali raccolti, prendendo le foto e trasformandole, contribuendo così alla realizzazione di un concept creativo coerente con il tema della mostra».

Dalla serie “Gli album con la velina”, presso la casa di G.

Un modo per tenere traccia della memoria storica della città, ma soprattutto della memoria delle famiglie, degli abitanti della zona, delle loro lettere, fotografie e racconti, rimasti per anni impolverati nei cassetti.

«Come possiamo fare noi oggi per ricordare quello che avveniva anni e decenni fa nelle nostre case? Siamo partiti da questa domanda e abbiamo iniziato a muoverci intorno al concetto di come viene tramandato il ricordo. Per la raccolta di alcuni documenti siamo andati proprio nelle case delle varie famiglie, altri invece ci sono stati inviati tramite whatsapp. Tra le altre cose, ad esempio, abbiamo trovato una lettera risalente al 1904 e l’abbiamo trascritta digitalmente aggiungendo le varie interpretazioni e correzioni».

In questo modo si ha anche l’occasione di non lasciar svanire pratiche passate, modi di comunicare, dialetti, dando la possibilità di approfondire e capire meglio il presente, mettendo in comunicazione le vecchie generazioni con le nuove.

Dalla serie “Cartoline di Vita”, presso la casa di M.M.

«Gli anziani mi hanno stupito particolarmente quando abbiamo spiegato la modalità di digitalizzazione delle foto. Loro si preoccupavano, erano scettici riguardo all’interesse del pubblico per queste cose “antiche, vecchie”, ma io avevo già notato come in realtà tra i giovani ci fosse la volontà di tenere traccia di questi oggetti, di queste lettere, dei racconti dei nonni da tramandare in qualche modo».

Il lavoro, partito a ottobre 2021, è stato articolato in tre fasi. La prima è stata quella delle interviste dirette agli abitanti, in collaborazione con gli URP e le case di quartiere, in cui sono state raccolte le varie testimonianze. In un secondo momento sono stati attivati laboratori di scrittura e teatro, workshop e incontri sul tema della memoria, per sensibilizzare i cittadini sull’argomento e ampliare il raggio d’azione del progetto. Due di questi partiranno a breve: un laboratorio teatrale con Accornero e un laboratorio di scrittura con Simona Vinci.

Dalla serie “Cartoline di Vita”, presso la casa di M.M.

L’ultima fase, nata grazie alla condivisione e all’esposizione del materiale raccolto, è quella che ha portato poi alla creazione della mostra ADELA con cui prenderà vita il progetto e che verrà inaugurata il 13 maggio al Giardino di Quartiere in via Battindarno 123. L’obiettivo della mostra è quello di restituire alla comunità un archivio digitale consultabile dai cittadini, per una rilettura contemporanea dei modi di ricordare e di comunicare del passato.

E non finisce qui! Le famiglie che si sono interessate e le persone che in questi mesi hanno avanzato richieste infatti sono state tantissime e proprio per questo il progetto è in continua crescita e la voglia è quella di estenderlo coinvolgendo tante altre zone della città.

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