Her Skin, La Rappresentante di Lista, Campos, Maria Antonietta, Cimini e Rumba de Bodas. Sono gli artisti che si alterneranno sul palcoscenico dell’ArtRockMuseum, la rassegna musicale che per sette giovedì consecutivi, dal 7 marzo al 18 aprile, porterà nell’inconsueto spazio di Palazzo Pepoli, il Museo della storia di Bologna, i talenti emergenti della scena musicale indipendente italiana.
Gli appuntamenti alterneranno una chiacchierata informale con i musicisti ad un’esibizione live, con arrangiamenti site specific. Prima, durante e dopo il concerto si potrà gustare un aperitivo o fermarsi a cenare, su prenotazione, assieme agli artisti.
La serata del 21 marzo sarà invece dedicata ai vincitori della seconda edizione di ArtRockMuseum Contest 2019, il concorso che ha visto la partecipazione di oltre 50 artisti provenienti da tutta Italia. A margine della conferenza stampa di presentazione di questa quinta edizione abbiamo fatto due chiacchiere con Pierfrancesco Pacoda, una delle menti dietro questo progetto organizzato da Genus Bononiae.Raccontaci un po’ l’idea dietro ArtRockMuseum
“ArtRockMuseum è nato in maniera abbastanza casuale, volevamo utilizzare Palazzo Pepoli in maniera atipica per arrivare a un pubblico più giovane attraverso un linguaggio diverso. L’idea è molto anglosassone, nordeuropea: fare musica in un luogo dove la musica non è di casa, ovvero il museo.
Uno dei nostri capisaldi è la gratuità degli eventi e che ci siamo ispirati al mondo britannico anche per quanto riguarda l’orario di inizio dei concerti: le 19,30.
È una cosa che mi rende molto orgoglioso, perché in Italia alle 19,30 non inizia mai niente, mentre così ti lasciamo il tempo di andare a cena fuori dopo, o anche semplicemente tornare presto a casa dopo una serata piacevole. Ci tengo a sottolineare anche l’assenza di un palcoscenico vero e proprio. L’artista si esibisce ad altezza uomo, di fronte al pubblico, con un contatto molto più diretto e intimo.
È proprio come essere in salotto con i musicisti. E il pubblico di questa manifestazione non è solo quello che di solito va ai concerti: ci sono anche persone più anziane, persone che non andrebbero in un club a stare in piedi tre ore. È una bella occasione di scoperta e anche i gruppi vengono volentieri per il piacere di confrontarsi con una dimensione nuova”. Vorrei approfondire un po’ questo “culture clash” di cui hai parlato, questo mischiare l’arte seria dei musei e quella meno impostata della musica. A tuo avviso, chi ne sta beneficiando di più?“Sono una persona pacifica per natura, quasi buonista (ride) quindi ti devo rispondere, democraticamente, che ArtRockMuseum fa benissimo a tutti e due i mondi. Tanti giovani sono spinti a entrare in un museo e scoprono la bellezza di Palazzo Pepoli, che è un edificio incantevole. E contemporaneamente i gruppi che partecipano incontrano un pubblico diverso, possono parlare in modo diverso, farsi conoscere meglio.
Penso al set acustico che hanno suonato da noi i Fast Animals and Slow Kids, oppure al set voce e chitarra che ci ha regalato iosonouncane, molto più minimale delle sue produzioni infarcite di elettronica. Mischiare due mondi così diversi è un rifiuto del concetto di nicchia, se ci pensi. Noi vogliamo diffondere arte bella, e diamo spazio a progetti interessanti per avere accesso ad ascoltatori curiosi di scoprire qualcosa che non conoscono”.
Inoltre, posso dirtelo perché l’anno scorso la mia band ha partecipato ad ArtRockMuseum dopo aver vinto le selezioni del contest, stare su quel non-palco ti porta a cercare un contatto più forte con il pubblico. Mancano le luci, manca il rumore, sei nudo di fronte a persone sedute e attente. È bellissimo.“È così, le persone di tutte le età e culture si appassionano a questo modo di vivere la musica rock. Incontro tantissima gente che mi racconta aneddoti bellissimi legati ai nostri concerti, e anche gli artisti rimangono stregati. Dente dopo essere venuto ha deciso di fare da testimonial al museo, spontaneamente e senza compenso.
Abbiamo avuto ospiti come Rancore, Murubutu, Claver Gold, gente che veniva dai centri sociali e sono venuti da noi, completamente fuori dal loro contesto abituale, con un piacere enorme. Vedere artisti e pubblico divertirsi così è la nostra soddisfazione più grande”.
Nei giorni della rassegna il Museo della storia di Bologna rimarrà aperto fino alle 23, con un biglietto d’ingresso ridotto (costo 5€) per tutti a partire dalle ore 17. La prenotazione per la cena con gli artisti è da richiedere all’indirizzo mail caffecarraccifava@gmail.com (costo 18€). L’ingresso ai live è invece gratuito.Alcuni degli artisti di quest’anno li abbiamo già incontrati, qui puoi leggere le nostre interviste a Maria Antonietta, La Rappresentante di Lista e Cimini.
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