Nero. Gli schermi dei telefoni di tutto il mondo oggi si sono accesi di un colore, che è la somma di tutti i colori, e un movimento di solidarietà ha invaso i feed dei social media globali, a supporto del movimento Black Lives Matter. È stato denominato #BlackoutTuesday, una pausa di silenzio visivo generato dall’indignazione per la morte di George Floyd, il 46enne afroamericano ucciso da un ex poliziotto nella città di Minneapolis in Minnesota, che vuole mostrare supporto verso la comunità di colore e promuovere un’azione concreta contro le ingiustizie razziali.
Dalle strade americane è quindi partita una rivoluzione che si è riversata sul digitale, sostenuta dai colossi dell’industria dell’intrattenimento – spettacolo e musica, tra cui Universal Music Group e Netflix – i quali hanno dichiarato, oltre al messaggio di empatia verso colleghi e amici, un impegno nel riconoscimento del valore di artisti, creativi, operatori e impiegati, attraverso la promozione di cambiamenti significativi.
Uno schermo nero è stato divulgato a rappresentanza di una “interruzione dello show” – #Theshowmustbepaused – in pausa dal flusso di lavoro ordinario, dalla quotidianità privilegiata e data per scontata – non è (prendersi) un giorno libero, è giorno per “contemplare, connettersi e organizzarsi” – recitano gli slogan su Instagram.
Seppure un minuto di silenzio sia rispettoso, e solidale nel cordoglio, l’informazione ha vero potere di cambiamento, e c’è bisogno di apertura. Così oggi abbiamo deciso di raccontare una storia diversa, un esempio di inclusione che abita dietro l’angolo di casa, perché nonostante l’Italia sia indietro rispetto alle lotte sociali che infiammano la grossa fetta dell’opinione mediatica Occidentale, ci sono realtà culturali sul nostro territorio che si impegnano da anni nel riconoscimento e nell’importazione della cultura black nel nostro paese, tra cui spicca il Porretta Soul Festival.
Con oltre 30 anni di attività, il Porretta Soul Festival ha un programma di propulsione di un genere musicale che offre al pubblico, in egual misura, una diversità all’ascolto e un’apertura verso storie e personaggi distanti dalla nostra abitudine. Da Otis Redding a Solomon Burke, alcune delle più grandi leggende di Soul e R&B si sono esibite sui gradini del Rufus Thomas Park – palco del Festival, considerato il più prestigioso in Europa e il più vasto al di fuori degli U.S.A.
Più che una rassegna per l’estate musicale dell’Appenino Bolognese, Il Porretta Soul Festival è ponte culturale, un’unione sinergica di vite ed esperienze accomunate dalla lingua universale della musica. A testimoniarne il valore ci sono i messaggi e video-saluti da parte di artisti, addetti ai lavori e spettatori del festival, raccolti in tre video di YouTube, che rimandano all’appuntamento per la 33esima edizione, dal 22 al 25 luglio 2021, posticipata a causa della pandemia.
Altro riconoscimento viene dal film A Soul Journey, firmato dal regista Marco Della Fonte, che ha documentato ritratti intimi e raccolto le storie dei suoi artisti. Recentemente, è stato presentato con successo al Palm Springs International Film Festival, attirando l’attenzione di Toni Gittens, direttore del Film Fest DC e si è aggiudicato il premio come miglior documentario al London Independent Film Festival 2020.
Qui sotto c’è il brano anti-razzista scritto appositamente dalla house band del Porretta Soul Festival:
Abbiamo chiesto a Graziano Uliani, ideatore e direttore artistico della kermesse, di condividere un messaggio d’amore e inclusione verso la ricchezza, prolifica e sostanziale, che la musica black ha – e ha sempre avuto – nell’arricchimento della cultura made-in-Italy. Lo trovate su Facebook.
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