Scrive canzoni dalla fine del 2017, da un viaggio nella Scozia di Braveheart, durante il quale inizia a comporre in una piccola stanza del suo ostello a Stirling, ed è proprio lì che nasce il suo nome d’arte: un omaggio al cardo, fiore simbolo della Scozia.
Cardo, al secolo di Mirko Di Fonso è un cantautore originario della provincia di Benevento, si trasferisce a Bologna nel 2018 e oggi si definisce un “residente bolognese stagionale” perché ci vive dalla primavera fino all’autunno.
I suoi sono brani che evocano e ci riportano verso le atmosfere anni ’90, in un immaginario sognante a metà strada tra il reale e il surreale. Il suo marchio di fabbrica è la commistione di sensibilità e irriverenza, un gusto retrò unito al contemporaneo: tutto ciò che fa di Cardo uno degli artisti principali della nuova poetica moderna del cult-pop.
Ad agosto 2018 pubblica il suo primo singolo Portami al mare, che conquista la classifica Viral 50 Italia di Spotify e che, insieme ad altri singoli, compone il suo Ep di debutto Un Amaro, grazie, uscito a settembre 2019 per Futura Dischi. Ad ottobre 2019 partecipa alla finale di Bma – Bologna Musica d’Autore, showcase festival dedicato ai giovani emergenti organizzato dagli studi Fonoprint. È già al lavoro sul secondo disco, che uscirà nel 2020.
Il 13 marzo è uscito il singolo Domani per Dischi Rurali, disponibile in ascolto sulle piattaforme streaming.
Da oggi c’è anche il video, che vi presentiamo in anteprima esclusiva, intanto abbiamo fatto quattro chiacchiere con Cardo.
Sei un giovane cantautore e hai già qualche esperienza sui palchi. Qual è stata l’emozione che ti ha lasciato vedere uscire il tuo primo singolo e salire per la prima volta a cantarlo su un palco? Aneddoti?
“Il mio primo singolo è stato ‘Portami al mare‘. Ricordo l’emozione di quando uscì, l’emozione della prima volta. Aneddoti da raccontare ne avrei, anche se non sono inerenti al brano rendono comunque l’idea di quanto siano belle le cose che accadono facendo musica e di quello che la musica riesce a darti.
Era l’estate dell’anno scorso ad un festival a Milano. Avevo deciso di fare una data in power duo (chitarra e batteria). Il batterista aveva portato anche la ragazza, Alessandra che poi è anche la protagonista di un mio videoclip ‘Dammi da bere’. Mezz’ora prima di iniziare il live le dissi di procurarsi un basso e salire sul palco, volutamente senza jack. Fece finta di suonare per tutto il live facendo anche qualche video dal palco, a fine serata qualcuno le disse anche che era una grande bassista!
Fu una serata memorabile. Mi arrivarono decine di storie in cui si parlava solo della ‘bassista’ di Cardo. Ringrazio Alessandra che si è prestata diverse volte, appoggiando il progetto e senza mai prendersi troppo sul serio, che è anche un po’ la chiave di lettura delle mie canzoni”.
Hai scelto di girare il video di Domani a Bologna e proprio in alcuni luoghi specifici. Anche il testo è nato qui? Inoltre, quei posti hanno un significato particolare per te?
“Il testo di ‘Domani’, così come la canzone, è nato a Bologna anche se è stato scritto in due tempi. Avevo l’idea di un pezzo intimo, diretto chiaro, suonato e cantato direttamente all’ascoltatore, senza troppo artificio e troppo manierismo in fase di produzione.
Nel videoclip vi accompagno un po’ per le strade di Bologna, quelle strade in cui mi sono perso e ritrovato tantissime volte. Non ho un luogo preciso di Bologna da mettere al primo posto, mi piace perdermi tra le sue strade, sotto i suoi portici, mi piace girarla e osservarla, mi piace nella sua interezza e bellezza e forse è questa la sua più grande qualità, quella di non focalizzare l’attenzione su un’attrazione in particolare, ma lasciarsi ammirare nella sua interezza”.
Domani è il titolo del singolo uscito il 13 marzo. Hai scelto questo titolo perché significa qualcosa di importante per te o perché racconta di un evento particolare?
“Domani è il titolo e la chiave che proietta il brano in un futuro prossimo, è la parola che proietta il tutto in un domani migliore come il verso ‘e voglio ridere così, domani sarò qui, domani faremo tardi e io non penserò più a te’.
Domani è una canzone positiva e di speranza, è un augurio quindi ad un futuro migliore. Come diceva Cremonini, per citare un bolognese doc: ‘Domani sarà un giorno migliore vedrai’. Penso sia un concetto abbastanza attuale di questi tempi e sicuramente il miglior augurio che si possa fare”.
Dimmi tre artisti, musicisti e altro, vivi o morti, con i quali vorresti andare a cena o prendere una birra in centro.
“Se potessi andrei a cena o a prendere un amaro in centro con tre artisti incredibili che purtroppo non sono più tra noi fisicamente, anche se nei ricordi di tutti non moriranno mai. Se proprio vogliamo fantasticare sceglierei: Rino Gaetano, Carmelo Bene e Giorgio De Chirico. Probabilmente non capirei nulla a questa cena ma sono sicuro che mi divertirei tantissimo”.
Hai in cantiere un nuovo album, ma se non avessi fatto musica, cosa ti sarebbe piaciuto fare in futuro?
“Oltre a quella della musica, coltivo anche altre strade, ho una laurea in Scienze economiche per la cultura e l’ambiente e ho intrapreso la via dell’insegnamento alle superiori.
Le canzoni per me sono una forma di evasione, un bisogno di comunicare qualcosa e di fare qualcosa che possa restare in quanto opera dell’ingegno umano. Non l’ho mai considerato un lavoro vero e proprio a meno che un giorno non dovesse venire una major come Sony, Warner o Universal e dovessero prendermi tra i loro autori”.
Se fossi un piatto della tradizione bolognese, quale saresti? Magari anche un mash-up con la tradizione campana.
“In tutta onestà, non essendo un grande mangiatore di carne che è la base di molti piatti bolognesi, ne ho assaggiati ben pochi. Mi tocca escluderne un bel po’ per questo motivo a meno che, senza offendere nessuno, non mi sia concessa qualche variante sui tortellini e magari in questo caso fare un mash-up.
Restando su un classico campano andrei di spaghetti alle vongole con un bel calice di bianco, magari Falanghina del Sannio o Greco di Tufo”.
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